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10 Giugno 2020
patrimonio_cover

Il Patrimonio Mondiale

 UNESCO 

in Italia

 

Tra tutti i paesi del mondo, quelli che possono vantare
il maggior numero di siti riconosciuti Patrimonio
dell’Umanità dal’Unesco sono l’Italia e la Cina. Ne hanno
55 ciascuno, ma nel nostro paese sono disseminati in
un “fazzoletto” di 302.000 km², mentre in Cina lo stesso
numero si trova su un’area di 9.596.000 km².
E già questo dato ci dà la misura della grande e unica
bellezza in cui ci è capitata la sorte di vivere..

 

tratto da IperSoap Magazine n. 6 giugno 2020  p. 38,  a cura di  Lara Venè

 

 

La denominazione ufficiale di sito patrimonio mondiale viene decisa dall’Unesco (United Nations Educational,Scientific and Cultural Organization), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, che è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite creata per la tutela del patrimonio culturale esistente, la promozione dell’educazione, le scienze e la cultura.
A questo scopo nel 1972 la Conferenza Generale dell’Unesco adotta la Convenzione sul patrimonio mondiale. L’obiettivo è dare vita, secondo determinati criteri, ad una vera e propria lista di quei siti, a livello mondiale, che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale.
Ad oggi, fanno parte di quella lista 1121 siti sparsi in 167 stati in tutto il mondo. In Europa, la concentrazione più alta si trova in Italia. Monumenti e centri storici, parchi naturali e beni immateriali, siti archeologici e paesaggi, da nord a sud c’è da perdere il fiato.

Il primo sito in Italia ad ottenere l’ambito riconoscimento è, nel 1979, l’Arte rupestre della Val Camonica. In questa valle alpina della Lombardia orientale si trova una delle più grandi collezioni di incisioni rupestri al mondo: 40.000 simboli e figure intagliati nella roccia lungo un periodo di circa 8000 anni, che descrivono temi collegati all’agricoltura, alla navigazione, alla guerra, alla caccia, alla magia, ma rappresentano anche figure geometriche simboliche.
L’ultimo sito, in ordine di tempo, entrato nella lista patrimonio mondiale, iscritto come paesaggio culturale, sono le Colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, che hanno ottenuto il riconoscimento lo scorso anno: vigneti geometrici su colline verdi hanno generato un paesaggio singolare a scacchiera, formato da filari di viti parallele e verticali rispetto alla pendenza. E’ il risultato di una tecnica di lavorazione della vite inventata alla fine dell’800 dai fratelli Belussi denominata “bellussera”. Si erano inventati quel metodo per combattere la Peronospora, malattia che colpisce piante erbacee e vitigni, non sapendo che la disposizione geometrica delle piante di vite, col tempo avrebbe contribuito a definire le caratteristiche estetiche del paesaggio e sarebbe diventata patrimonio culturale universale. Quei vitigni sono anche un esempio di biodiversità in cui le coltivazioni convivono in rispetto reciproco, accanto a piccole porzioni di boschi, siepi e foreste. Per rimanere al nord, un altro paesaggio vitivinicolo Patrimonio Unesco è quello delle Langhe- Roero e Monferrato: la langa del Barolo, le colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante, il Monferrato degli Infernot, il Castello di Grinzane Cavour. Vigneti a perdita d’occhio, borghi, casali e cantine secolari, torri e castelli d’origine medioevale in una cartolina delimitata dalle Alpi.

 

arte_rupestre

 

Accanto alle Langhe e alle Colline del Valdobbiadene, tra i 55 siti Unesco italiani, ce ne sono altri 5 riconosciuti patrimonio come paesaggi culturali. Dovendone scegliere alcuni, in un ipotetico viaggio immaginario verso sud, è d’obbligo fermarsi nella riviera Ligure, a Portovenere e le Cinque Terre (Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore): piccoli borghi con viuzze strette arroccati sulla scogliera a strapiombo sul mare. Case torre con colori vivaci e diversi, che formano una cornice gioiosa e unica. E poi le Isole (Palmaria, Tino e Tinetto): acqua cristallina e sentieri in mezzo al verde. Il cuore della Toscana ci regala le dolci colline della Val D’Orcia nell’entroterra di Siena, filari di cipressi, piccoli campanili, e la vista delle crete senesi, sono un ristoro per l’anima. Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia, Monticchiello, meritano tutti di essere visitati. Hanno piccoli centri storici, case in sasso, borghi e piccole corti. Soltanto raggiungerli merita il viaggio e ti fa sentire catapultato in un affresco del rinascimento, che restituisce quell’armonia perduta tra uomo e natura. Merita fare un salto anche a Bagno Vignoni e concludere la visita al centro storico di Siena, anch’esso patrimonio Unesco. Ed è vietato lasciare la zona senza aver consumato una merenda in una delle tante osterie con le prelibatezze tipiche e i dolci che sono un attentato alla linea, ma il paradiso del gusto.

 

Langhe_Piemontesi

 

A sud di Napoli, tra il Golfo di Salerno e il Golfo di Policastro, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula sono un’altra meraviglia. Un’area molto vasta dove si incontrano natura, storia e archeologia.
Il Parco Nazionale é principalmente una una zona montuosa con vallate in cui scorrono fiumi che scendono nel Mar Tirreno e il Vallo di Diano. A Paestum ci sono i resti di un’antica citta della magna Grecia ancora ben conservata ,dove è facile riuscire ancora ad immaginarne la vita che si sarebbe potuta svolgere 2500 anni fa. Una cinta muraria perfettamente conservata, la centrale Via Sacra, i luoghi di svago, del commercio e quelli di culto, fanno del sito una ricchezza inestimabile. I tre templi di ordine dorico dedicati rispettivamente ad Hera e ad Athena sono giunti
a noi in ottime condizioni e rappresentano i migliori esempi unici dell’architettura magno-greca. Del sito Unesco fanno parte anche la Certosa di San Lorenzo a Padula, nell’altopiano di Vallo di Diano, il più vasto complesso monastico dell’Italia Meridionale e uno dei più interessanti in Europa sotto il profilo architettonico e l’elevato numero di tesori artistici.
Da qui, in poco più di un’ora d’auto, si può raggiungere la costiera amalfitana, da Vietri sul Mare (partendo da sud) fino a Positano: un terrazzo lungo 55 km sospeso sul mare. E’ di una bellezza unica, tanto da essere stata ribattezzata la Divina che si può godere tutta insieme o a tappe, facendo visita a ogni paese lungo il percorso. Ed è questa l’ultima meta di questo primo viaggio italiano tra i paesaggi culturali del patrimonio Unesco.

 

Paestum_

 

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