“Io sono Francesca”
Aveva appena diciassette anni, Francesca Michielin,
quando vinse X Factor. Correva l’anno 2011, era la prima
edizione del talent in onda su Sky e a coronare il suo
sogno di vittoria ci pensava Simona Ventura, allora al
tavolo dei giudici insieme a Morgan, Arisa e Elio.
tratto da IperSoap Magazine n. 11 Novembre 2020 p. 84, a cura di Cloe D. Betti
La fama era ancora di là da venire, ma nella voce della giovane artista, inesperta e alle prime armi, c’era già “scritta” la parola successo, quello che poi l’ha portata su tanti palchi, compreso quello del Teatro Ariston, sia in gara che come ospite del Festival di Sanremo. Ma che la musica fosse il suo cammino, era chiaro fin da piccola. «Quando ho iniziato a studiare pianoforte in quarta elementare non riuscivo a suonare in pubblico e saltavo i saggi di fine anno – ha confessato la Michielin – Un giorno, quando ero un po’ piò grandicella il professore mi chiese di accompagnare l’orchestra della scuola al pianoforte e lì mi sono sentita come di fronte a un bivio: espormi oppure rimanere dov’ero. Ho accettato e questa cosa mi ha aperta al mondo». A 25 anni e tanta carriera, la Michielin che con la sua celebre “Nessun grado di separazione” ha partecipato anche all’Eurovision Song nel 2016, non ha chiuso alcuna porta, anzi, dopo la musica ha spalancato quella del cinema grazie alla colonna sonora di “A cup of coffee with Marilyn”, il cortometraggio diretto da Alessandra Gonnella e interpretato da Miriam Leone, nei panni della storica giornalista Oriana Fallaci, presentato al Festival del Cinema di Cannes nel 2019. «Un sogno realizzato», ha ammesso. Un sogno che potrebbe tornare presto a realizzarsi. «Ho fatto tantissime cose di cui sono orgogliosa – ha aggiunto la cantautrice – Vorrei continuare a scrivere per il cinema e pubblicare un romanzo e, magari, un giorno riuscirò a realizzarlo».
Nemmeno la pandemia è riuscita a fermare la Michielin, tra i primi artisti pronti a tornare a esibirsi dal vivo, dopo il lockdown, con il suo live “Spazi Sonori”. «All’inizio avevo quasi paura di non sapere più fare questo lavoro – ha confessato – Sono stata talmente tanto ferma che mi chiedevo se ce l’avrei fatta di nuovo, ma se mettiamo al centro l’emotività alla fine tutto viene fuori bene». Ma durante la quarantena non è stata affatto ferma, ha pubblicato il suo nuovo progetto musicale “Feat (Stato di natura)” e ha prestato la voce alla regina Poppy, nel film di DreamWorks “Trolls World Tour”, un musical psichedelico, uscito non nelle sale, ma in streaming. «Poppy è una sognatrice, un’idealista, volta a preservare la diversità di ognuno perché la diversità è ricchezza – ha spiegato la Michielin – Un concetto che ho portato avanti da sempre e soprattutto nel mio progetto discografico, dove ho voluto raccontare l’incontro-scontro tra società urbana e natura». Nata a Bassano del Grappa, dove le piace tornare per respirare la natura ingabbiata tra i grattacieli e le strade di Milano dove vive, la Michielin, che all’attivo ha duetti a ritmo di rap con Fedez e Fabri Fibra, e il cui ultimo brano “Cheyenne” ha scalato la vetta della classifiche, tiene molto alla sua vita privata.
Lontana dal gossip per scelta, riservata per natura, non rifiuta i social, ha un suo blog, eppure riesce a tenere per sé sentimenti e affetti, convinta che essere un personaggio pubblico non significhi necessariamente esporsi nella pubblica piazza. Così a quanti ancora si ostinano a chiedere il nome di un fidanzato, lei replica con il sorriso: “Alberto
Angela”. Una passione condivisa da gran parte del popolo italico femminile.
Preferisce che sia la sua musica a parlare per lei, polistrumentista, ne sa suonare sei, è sempre pronta a “contaminazioni” con colleghi e artisti, come dimostra il suo ultimo disco, in cui ha collaborato con undici artisti differenti, tra cui Elisa, Fabri Fibra, Coma Cose.
«E’ stato un vero confronto tra anime diverse, che hanno arricchito il progetto – ha concluso la Michielin – La sperimentazione di questo progetto è nato dalla mia esigenza di proseguire con le sonorità elettroniche».