700 Anni di Dante Alighieri
A settecento anni dalla morte, l’Italia si appresta a celebrare
il suo poeta più grande:
Durante di Alighiero degli Alighieri, per i più Dante Alighieri.
tratto da IperSoap Magazine n. 2 Febbraio 2021 p. 30, a cura di Anna Greco
Nato a Firenze nel 1265 morì a Ravenna, nel 1321. Proprio da qui, lo scorso anno, sono cominciate le celebrazioni per ricordare colui che è considerato il padre della lingua italiana. E autore di quella “Comedia” diventata poi “Divina Commedia”, considerata uno dei capolavori della letteratura mondiale e ritenuta ancora oggi la più grande opera scritta in lingua italiana.
Frutto di una mente suprema e una fantasia sorprendente unite a una conoscenza storica minuziosa, racconta un viaggio immaginario nell’aldilà, tra le glorie e le pene, i vizi e le virtù di personaggi morti, ma “vivi”, che incarnano i sentimenti dell’intera umanità. Validi nel 1300, validi ancora oggi e per l’eternità.
L’amore travolgente e colpevole di Paolo e Francesca, l’occhio infuocato di Caronte, il malefico Cerbero, il volto celeste di Beatrice, l’avidità del conte Ugolino, Ciacco il goloso, sono solo alcuni dei personaggi (protagonisti della storia reale o locale, della mitologia o della cronaca o della letteratura), che rappresentano emozioni eterne e, forse anche per questo, ancora così sorprendentemente attuali.
PARTIAMO DALL’AMORE DI PAOLO E FRANCESCA
Francesca da Rimini e Paolo Malatesta sono due personaggi della cronaca del tempo. Le due famiglie dei da Polenta da Ravenna e dei Malatesta da Rimini sono tra le più rinomate della Romagna. Dopo una serie di scontri esterni e di instabilità politica interna, decidono di allearsi unendo in matrimonio la propria figlia e il proprio figlio. Così, la giovane Francesca da Polenta e l’anziano, rozzo e zoppo Gianciotto Malatesta, vengono fatti unire in matrimonio. Paolo è suo fratello, detto il Bello. I due cognati si innamorano, ma sorpresi dal marito, vengono trucidati insieme. E’ la stessa Francesca che racconta la loro triste sorte a Dante che lo chiede, mentre il suo amante, Paolo, piange in silenzio. Tutto era nato leggendo un testo di letteratura che celebra l’amore tra Lancillotto e Ginevra (galeotto fu il libro e chi lo scrisse).
Un’attrazione irresistibile e, per questo, innocente. E un amore così forte da tenerli uniti anche dopo la morte: Dante li trova nel secondo cerchio dell’Inferno, dove sono puniti i lussuriosi. Vagano insieme nella tempesta, trascinati da un vento incessante (questa è la loro pena), come altre coppie intorno a loro, perchè uccisi per amore. Paolo e Francesca sono l’amore puro eppure peccaminoso, vittime di un destino brutale che fa commuovere il sommo poeta a tal punto da fargli perdere i sensi.
CIACCO E I GOLOSI
E’ il simbolo dei golosi per eccellenza. Ciacco, che negli anni ha dato il nome a locali, ristoranti e altre golosità, è un personaggio letterario che non è stato ancora ben identificato. Di sicuro, però, Dante lo trova all’Inferno, accanto ad altre anime sofferenti, condannato a terra con il viso sul fango.
FARINATA DEGLI UBERTI
In Toscana è un personaggio noto, figlio di Jacopo degli Uberti, una delle famiglie fiorentine più antiche e importanti.
Vive a Firenze all’inizio del XIII secolo, un periodo tormentato dalle discordie interne tra guelfi, (sostenitori papali), e ghibellini, i sostenitori imperiali. Manente degli Uberti, noto come Farinata degli Uberti per via dei suoi capelli color biondo platino, appartiene ai ghibellini.
Dal 1239 Farinata è a capo della consorteria di parte ghibellina e svolge un ruolo importantissimo nella cacciata dei guelfi avvenuta pochi anni dopo, nel 1248, sotto il regime del vicario imperiale Federico di Antiochia, figlio dell’imperatore Federico II. Il suo nome è legato alla famosa battaglia di Montaperti tra guelfi e ghibellini (4 settembre 1260), nel senese: Farinata contribuì da protagonista alla vittoria ghibellina di Montaperti. Dante lo colloca nel sesto cerchio dell’Inferno, entro le alte mura della città di Dite, tra gli eretici.
UGOLINO DELLA GHERARDESCA, IL CONTE CANNIBALE
Ancora oggi, quando si parla di un personaggio avido e affamato, si fa il nome di Ugolino. Fu un politico italiano ghibellino che parteggiò per i guelfi. Si trova nel punto più basso dell’Inferno, nell’Antenora, la seconda zona del nono cerchio dell’Inferno, dove vengono puniti i traditori della patria.
Ugolino, immerso nelle acque gelate di Cocito, appare come un dannato vendicatore, che divora brutalmente la testa dell’arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini (arcivescovo di Pisa e capofazione ghibellino), da cui in vita lo hanno diviso infiniti attriti. Questi personaggi sono due figure storiche, legati alle vicende politiche di Pisa: il conte, di origine ghibellina, era alleato con i guelfi per interessi economici e di difesa dei suoi territori, ed è qui probabilmente che bisogna rintracciare il suo tradimento; suo avversario era l’arcivescovo, intorno al quale si erano radunati gli altri nemici di Ugolino. In seguito a una rivolta popolare, nel 1288, il conte viene catturato e chiuso nella Torre della Muda con i suoi figli e nipoti. Secondo la versione di Dante, l’arcivescovo aveva tradito Ugolino, attirandolo con la promessa di un accordo e facendolo invece imprigionare.
BEATRICE, LA DONNA CELESTE
E’ la grazia e la beatitudine. La donna amata dal sommo poeta che lo guida nel suo viaggio ultraterreno per comprendere il mistero divino che gli si svelerà nel Paradiso, conducendolo dalla cima del Purgatorio alle soglie dell’Empireo. Beatrice è una donna angelica e beata, che risplende di una luce emanata dal suo sguardo e che la rende di una bellezza impalpabile e grandiosa.
Settecento anni dopo la morte di Dante, molti dei personaggi diventati famosi nella “Comedia” torneranno a “parlare” protagonisti di allestimenti, letture, lectio magistralis e nei numerosi appuntamenti in programma per l’intero 2021. Fino al prossimo mese di luglio, Ravenna, la città dove il sommo poeta si è spento, ospiterà tre mostre in cui sono esposti libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e oggetti d’arte. A Firenze, sua città natale, la Fondazione Teatro del Maggio musicale fiorentino sta lavorando su tre progetti: una lettura integrale in 20 serate della Divina Commedia al teatro Goldoni (in collaborazione con il Teatro della Toscana); una produzione concertistica diretta da Riccardo Muti che toccherà le tre città dantesche (Ravenna, Verona e Firenze); e la commissione di un brano dedicato a Dante che verrà eseguito in occasione dell’inaugurazione del nuovo auditorium, con la direzione di Zubin Mehta.
Il sito web dell’Accademia della Crusca, per ciascuno dei 365 giorni del 2021, ospiterà una parola, una locuzione, un motto, un neologismo o un’espressione dantesca, correlate dal relativo commento.