Scacchi Mania
Tutti pazzi per gli scacchi.
Il 2021 si sta confermando l’anno del
boom di questo gioco millenario, che ha
rinnovato il suo fascino conquistando un
numero sempre maggiore di appassionati,
in crescita giorno dopo giorno.
tratto da IperSoap Magazine n. 6 Giugno 2021 p. 32 a cura di Lara Venè
Sono i numeri a dimostrare come quest’anno i giocatori siano più che raddoppiati: solo sul web hanno appena superato i 100 milioni e continuano a crescere al ritmo di 100 mila al giorno. Basta fare qualche calcolo: “secondo FIDE tramite YouGov, società di statistica e sondaggi, oggi, 605 milioni di persone nel mondo giocano a scacchi regolarmente – fa notare Paolo Fiorelli, giornalista di Tv Sorrisi e Canzoni, giocatore ed esperto della materia – Nel 2020 i giocatori iscritti al sito Chess.com (il più popolare) sono passati da 20 a 48 milioni. Nell’aprile 2021 hanno raggiunto i 63milioni. Considerato che Chess.com raccoglie circa la metà dei giocatori online, ma esistono molti altri siti simili (come Lichess.org), si può stimare che i giocatori di scacchi sul web siano ormai più di 100 milioni”.
Un numero esorbitante che dimostra come si stia assistendo ad una vera e propria scacchimania, scoppiata in pochi mesi. Le cause per il ritorno di fiamma nei confronti di un gioco tanto antico quanto intrigante sono diverse. Sicuramente hanno contribuito i lunghi periodi forzati di lockdown in cui le persone hanno cercato soluzioni per trascorrere il tempo; sono nate nuove passioni e nuovi hobbies. E gli scacchi hanno rappresentato un rifugio e un divertimento per molti, complice anche il fatto che è possibile giocare in rete, gratuitamente, trovando on line giocatori da sfidare. Poi, nell’autunno scorso, il resto lo ha fatto Netflix, distribuendo in streaming “La regina degli scacchi” (The Queen’s Gambit), la miniserie televisiva americana creata da Scott Frank e Allan Scott, basata sull’omonimo romanzo del 1983 di Walter Tevis. La serie ha spopolato e ha certamente contribuito ad aumentare la curiosità e l’interesse attorno a uno dei giochi che, in tempo di chiusure forzate, ha ritrovato anche una dimensione familiare. Tra padre e figlio, nonno e nipote, fratello e sorella si sono tirate fuori le scacchiere e sono cominciate le sfide tra re e pedoni, alfieri, torri e cavalli. Si stima che le vendite di scacchiere da tavolo siano aumentate del 300% .
Del resto, il gioco degli scacchi riesce ad appassionare tutti, a prescindere dall’età, con notevoli benefici per la mente di grandi e piccini. Ci sono studi che rivelano poi come il gioco sia un toccasana per la nostra mente, capace di potenziare le funzioni cognitive oltre a quelle della memoria. Essere un buon giocatore di scacchi, infatti, significa dover ricordare in che modo il tuo sfidante ha già giocato in passato e le mosse che l’hanno fatto vincere nelle partite precedenti. Per questo gli scacchi sarebbero ottimi alleati per prevenire malattie come l’Alzheimer o la demenza senile. Altri studi, invece, dimostrano come siano particolarmente indicati per i bambini. Non soltanto perché aiutano a sviluppare il ragionamento logico, ma soprattutto perché insegnano la concentrazione, un bene molto prezioso in un’epoca in cui tutti noi, e la generazione z ancora di più, fa fatica a mantenere la concentrazione a lungo su qualcosa. E poi, gli scacchi insegnano la responsabilità: lo sbaglio é dovuto ad una mossa non azzeccata, e la vittoria ad una mossa ben fatta, non alla fortuna del gioco. Non ci sono alibi in questo senso.
E le partite servono anche per migliorarsi e saper imparare dagli errori. Anche per questo il gioco degli scacchi si insegna spesso anche a scuola. “Il fatto che in questo gioco la fortuna non ha rilevanza fa sentire gli scacchisti una sorta di filosofi e a pensarci bene un pò lo sono – racconta Fiorelli – perché le partite sono determinate dalla logica, la memoria, la concentrazione e il ragionamento. Non é così in altri giochi”.
Gli scacchi hanno un mondo tutto loro, con un linguaggio, regole, valori propri, per certi versi avvolto da un alone di magia e mistero che li rende quasi impenetrabili. Si pensi alle cosiddette “partite alla cieca” senza scacchiera e senza
pezzi perché i giocatori conoscono il gioco alla perfezione e la scacchiera si dipana nella loro mente, o alle “simultanee” in cui un giocatore gioca contemporaneamente più partite contro più avversari, o, semplicemente, alle partite interminabili dove ogni ora che passa aggiunge suspense e ammirazione. Nel tempo il gioco degli scacchi ha generato curiosità, aneddoti, storie.
Gli scacchi hanno alimentato lavori del cinema e hanno ispirato molti scrittori: tra gli altri, Dante, Boccaccio e Petrarca, Lewis Carroll, Zweig, Nabokov, Primo Levi, Giuseppe Pontiggia. Dagli scacchi si sono mutuati modi di dire ed espressioni idiomatiche che sono entrate a far parte del nostro linguaggio corrente. Si pensi alle parole “stallo”, “fare strategia e non tattica”, “dare scacco”. O ancora: “arroccarsi”, “fare la mossa giusta” o “fare la mossa del Cavallo” per indicare una scelta inaspettata e un pò bizzarra, come il movimento di questo pezzo. solo per citarne alcune.
Scacco matto con delitto
Per Fiorelli gli scacchi sono un microcosmo in cui sono presenti tutte le dimensioni umane e da cui lui è rimasto folgorato fin da bambino. Una passione che si è riversata in un libro di successo, Scacco matto con delitto, Sperling & Kupfer uscito nel marzo scorso. E’ una nuova edizione del romanzo già uscito nel 2015 col titolo “Pessima mossa, maestro Petrosi” e andato esaurito.
A grande richiesta, in un clima di rinnovato interesse per il gioco degli scacchi, la casa editrice milanese ha deciso di ripubblicare. E’ un giallo avvincente sul mondo degli scacchi che appassiona anche chi non ne conosce le regole, ma che dalla lettura potrà capirne di più. C’é un Gran Maestro di scacchi che deve improvvisarsi detective. e salvarsi la vita. Del resto, per dirla con il libro di Fiorelli, ogni partita di scacchi non è forse un romanzo giallo in cui un Re viene assassinato, e bisogna capire come?