La riscoperta della lettura
Da 75 anni a questa parte, il mese di luglio si
celebra l’appuntamento con il Premio Strega, il principale riconoscimento
letterario italiano, che quest’anno cade in un momento di rinnovato interesse degli italiani
verso la lettura.
tratto da IperSoap Magazine n. 7 Luglio 2021 p. 32 a cura di Lara Venè
Era il 17 febbraio del 1947 quando venne annunciato il Premio nato in seno agli Amici della domenica, un gruppo di scrittori, letterati, giornalisti, intellettuali con la voglia di ripartire, che cominciò a riunirsi nella casa romana della scrittrice Maria Bellonci. Si era all’indomani del secondo dopoguerra, quando il paese doveva essere ricostruito, anche attraverso la cultura e la bellezza che di orrori ne aveva visti anche troppi. Decisero di chiamarlo Strega, in omaggio al nome del liquore prodotto dall’azienda di famiglia di Guido Alberti, giovane industriale, mecenate, che si unì alla squadra. Lo Strega, nella sua lunga storia, ha incoronato tra i migliori titoli delle penne di casa nostra. Il primo a riceverlo, nel 1947 fu Ennio Flaiano con il suo “Tempo di uccidere” edito da Longanesi. E poi è stato un susseguirsi di grandi nomi: Vincenzo Caldarelli, Cesare Pavese, Alberto Moravia, Corrado Alvaro, Mario Soldati, Giorgio Bassani, Elsa Morante, Carlo Cassola, Paolo Volponi, Primo Levi, Umberto Eco, Alessandro Barbero per citarne solo alcuni. In tempi più recenti Paolo Cognetti, Antonio Scurati e Sandro Veronesi. Tutti autori di lavori diversi e molto belli, che hanno saputo interpretare e raccontare l’Italia e gli italiani.
A luglio Lo Strega, poi il Bancarella. A settembre il Campiello
Sempre a luglio, il penultimo sabato o domenica del mese, si tiene il Premio Bancarella, premio letterario nato nel 1953 a Mulazzo, in Toscana, all’ombra della Torre di Dante Alighieri ed in seguito trasferito nella vicina città di Pontremoli.
Il premio, giunto quest’anno alla sessantanovesima edizione vanta nel proprio palmares anche tre Nobel per la letteratura: Ernest Hemingway (primo vincitore nel 1952 con “Il vecchio e il mare”), Boris Pasternak e Isaac Singer e tanti autori che hanno fatto la storia della narrativa e del giornalismo come Giovanni Guareschi, Joh Grisham, Carlo Cassola, Umberto Eco, Enzo Biagi, Andrea Camilleri, Indro Montanelli.
A settembre sarà invece la volta di un altro premio storico e longevo, il Campiello, fondato in Veneto nel 1962. Viene assegnato annualmente a un’opera di narrativa italiana edita nell’anno di riferimento. Il primo a riceverlo fu Primo Levi con “La tregua” nel 1963.
Tutti premi che sono cresciuti nel tempo e si sono differenziati, creando sezioni (cucina, sport e altro) e sottosezioni per giovani o emergenti. D’altronde, la mission dei premi letterari è stata da sempre anche incoraggiare la lettura e sostenere autori ed editori.
L’assegnazione di un premio è sinonimo di un buon testo ed è accompagnata da una forte eco pubblicitaria e ritorno di immagine. Per molti autori i premi sono un trampolino di lancio per essere scoperti dal grande pubblico. Con l’assegnazione del Premio Strega fino a quella del Campiello si apre, infatti, la stagione forse più attesa da autori ed editori che a questi riconoscimenti legheranno le vendite e la notorietà.
La storia dei premi è ricca di aneddoti e numeri che dimostrano come un premio letterario possa determinare e cambiare le sorti di un libro. Un esempio per tutti: Paolo Giordano nel 2008 con La solitudine dei numeri primi da 65mila copie, dopo la vittoria dello Strega, schizza al milione di copie vendute.
Mentre molti altri autori, nell’anno del premio, hanno raggiunto i primi posti nella classifica dei libri più letti, rimanendovi per molte settimane.
Anno felix per gli italiani e la lettura
I premi letterari di quest’anno vivono nel contesto felice di amore per la lettura scoperto dagli italiani che, durante la pandemia, sono tornati a leggere con un’intensità maggiore rispetto al periodo precedente il lockdown.
Lo dimostrano i dati della ricerca “Libro Bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia (2020-2021)”, voluta dal Centro per il libro e la lettura e realizzata dall’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Editori.
Secondo l’analisi, avviata a maggio del 2020 e conclusasi a gennaio del 2021, la ricerca ha preso in esame il settore editoriale e del libro in Italia, analizzando i consumi dei lettori durante le diverse fasi della pandemia i lettori sono passati dai 26,3 milioni di ottobre 2019 ai 27,6 milioni di ottobre 2020. E il fatturato complessivo ha registrato un +2,3% a fine 2020, con una tendenza in crescita anche nelle prime otto settimane del 2021 (+25% nei libri a stampa).
Gli italiani che leggono libri cartacei fra i 15 e i 75 anni d’età sono il 55%, e se consideriamo e-book e audiolibri, salgono al 61%, percentuale ancora bassa se paragonata ad altri Paesi, ma in crescita. I lettori di e-book, infatti, sono passati dal 20% al 32% della popolazione tra i 15 e i 75 anni, contando sia chi legge solo e-book, sia chi li alterna ai libri di carta. Anche gli audiolibri stanno andando bene, e il prestito bibliotecario digitale ha registrato +250% durante il primo lockdown, +103% a dicembre 2020. Sono dati incoraggianti, se si considera che nel 2018 l’Istat aveva annunciato che nel nostro paese leggeva solo il 41,0% della popolazione (circa 23 milioni e mezzo di persone).