Lotta agli sprechi alimentari
Ridurre gli sprechi alimentari si può: basta fare la
spesa con la testa, riflettere prima di riempire il
carrello e recuperare gli avanzi.
E, nel nostro piccolo, avremmo già fatto molto.
tratto da IperSoap PiùMe Magazine n. 9 Settembre 2021 p. 34 a cura di Lara Venè
Ogni anno nel mondo vengono gettati 121 chilogrammi di cibo a testa. Più o meno è il 17% di quello disponibile al consumo a livello globale. Lo rileva il Food Waste Index Report 2021 del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) e l’organizzazione Wra, che ha lo scopo di sostenere gli sforzi globali volti a dimezzare gli sprechi entro il 2030, uno degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. Secondo i dati, a buttare cibo per la maggior parte sono le famiglie che scartano l’11% di alimenti, mentre servizi e punti vendita al dettaglio ne sprecano rispettivamente il 5% e il 2%. Un fenomeno preoccupante a fronte di circa 690 milioni di persone nel mondo che oggi soffrono la fame.
Una giornata internazionale contro gli sprechi
Il fenomeno dello spreco non ha solo impatti sociali, ma anche ambientali ed economici. E ridurli, secondo l’Onu, porterebbe ad un taglio delle emissioni di gas serra, a rallentare la distruzione della natura attraverso la conversione dei terreni, all’aumento della disponibilità di cibo e quindi a ridurre la fame. Così, per sensibilizzare la popolazione del pianeta sul tema, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) nel 2020 hanno istituito la Giornata internazionale della consapevolezza della perdita e dello spreco alimentare, che si celebra il 29 settembre e giunge quest’anno alla seconda edizione.
Italiani poco spreconi
In un contesto generale in cui si spreca molto, l’Italia si scopre un paese virtuoso, con maggiore attenzione al tema. Lo rivela una ricerca condotta dall’Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari, nato presso il Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione del CREA. Si tratta della prima indagine comparativa, con dati armonizzati in diversi paesi europei, quali Olanda, Spagna, Germania e Ungheria, che consente di posizionare l’Italia rispetto altri paesi europei in
termini di spreco domestico. L’indagine ha coinvolto 1.142 famiglie rappresentative della popolazione italiana. “Il 77% delle famiglie intervistate – spiega la Prof.ssa Laura Rossi, nutrizionista, Coordinatore Osservatorio Sprechi alimentari del CREA Alimenti e Nutrizione – ha dichiarato di aver gettato via del cibo nella settimana precedente all’intervista. Quasi un quarto delle famiglie, quindi, sembra aver un comportamento di elevata attenzione al tema. Siamo ancora una popolazione – commenta la professoressa – che risente della povertà del passato e, in generale, l’italiano tende ad avere maggiore attenzione verso il cibo. E’ un approccio culturale che emerge nei costrutti delle domande che vengono poste agli intervistati nelle indagini”.
Ecco allora che i più rispondono: “nella mia famiglia non sono mai buttati via gli alimenti” oppure “i miei genitori mi hanno insegnato a non sprecare” e via di questo passo. “Il tema dello spreco alimentare è molto sentito in Italia. Lo spreco alimentare – fa notare ancora la professoressa Rossi – ha un vissuto emotivo negativo largamente diffuso, dal momento che, in tutti i quesiti formulati su questa tematica più della metà del campione condanna fermamente la pratica di gettare via il cibo. Il rispetto del cibo e l’attenzione allo spreco sono un fattore culturale prevalente, che si rileva in circa il 60% delle risposte”. E questo spiega anche perché, rispetto al totale dei quattro Paesi europei, in Italia si gettano maggiormente prodotti completamente inutilizzati (43,2% vs 31% della quantità sprecata), mentre si riscontra una minor propensione a gettare gli avanzi del piatto (14,6% vs 20,0%) e i prodotti aperti, ma non finiti di consumare perché scaduti (30,3% vs 36%).
Chi e dove si spreca di più
“L’incidenza di famiglie virtuose, che non gettano via il cibo, aumenta con l’aumentare dell’età della responsabile acquisti, con il diminuire del reddito e in famiglie che vivono al sud e isole – riferisce la professoressa Rossi – ”. I prodotti alimentari più sprecati sono risultati essere verdura, frutta fresca e pane; seguono a distanza pasta, patate, uova, budini, derivati del latte (yogurt, formaggi). In particolare, l’incidenza è stata inferiore per la verdura fresca nel
nord-ovest e la frutta fresca al sud. D’altra parte, per il pane lo spreco è risultato superiore nelle regioni centrali e in famiglie con bambini piccoli; in queste ultime, anche i ripieni per panini (affettati, formaggio a fette, ecc.) sono risultati maggiormente sprecati rispetto alla media.
Sommando le quantità di spreco per tutte le categorie alimentari, gli italiani risultano aver sprecato in media 370 g/settimana/famiglia. Il dato è allineato con quanto misurato in Olanda (365 g/settimana) e inferiore di quanto rilevato in Spagna (534 g/settimana), Germania (534 g/settimana) e Ungheria (464 g/settimana).
Come migliorare e ridurre gli sprechi alimentari
Anche se più virtuosi, gli italiani possono fare molto di più per diminuire i cibi gettati nell’immondizia dal momento che secondo una recente indagine Coldiretti/Ixè, diffusa all’inizio dell’anno, lo spreco alimentare nelle case degli italiani ammonta comunque a circa 36 kg all’anno pro capite. “Innanzitutto – raccomanda la professoressa Rossi – la popolazione italiana deve imparare la differenza tra “preferibilmente” e la dicitura “consumare entro” per evitare di gettare nella spazzatura cibi ancora buoni. Laddove si legge “consumare preferibilmente entro” non significa che trascorsi pochi giorni dopo quella data il cibo sia da buttare. Vuol dire, invece, che anche dopo un mese il prodotto può esser consumato, purché sia conservato bene, magari potrebbe aver perso un po’ del suo sapore e delle sue proprietà nutritive, ma può essere mangiato. Altra cosa è, invece, il termine perentorio.
Come fare per migliorare? Un Decalogo per evitare di sprecare gli alimenti in casa
Sul sito di Crea Centro di Ricerca CREA Alimenti e Nutrizione c’è un decalogo Il Decalogo per evitare di sprecare gli alimenti in casa. Punto primo: una buona pianificazione della spesa, resistendo alle tentazioni: dalle offerte alle maxi confezioni e agli acquisti superflui.
E poi, riempire il carrello con consapevolezza pensando soprattutto quando si acquistano i prodotti freschi, quelli che vengono sprecati di più. Infine, cerchiamo di mangiare il giorno dopo quello che è avanzato o utilizziamolo in nuove ricette. Spazio alla fantasia con il portafogli che ringrazia.