Dislessia
Difficoltà a leggere ad alta voce, inattesa difficoltà
nell’apprendimento della lettura e della scrittura,
scarsa capacità di costruzione della frase, problemi
di memoria nell’apprendere le parole:
sono alcuni segnali della dislessia, uno dei disturbi
specifici dell’apprendimento (DSA) che riguarda
quasi il 5% degli alunni italiani.
tratto da IperSoap PiùMe Magazine n. 10 Ottobre 2021 p. 34 a cura di Lara Venè
Un fenomeno che in Italia è ancora poco conosciuto, anche se si stima che ci sia almeno un alunno con un DSA per classe. Per loro leggere, scrivere, fare di calcolo sono operazioni complesse e molto faticose e per questo, in molti casi, rischiano di essere erroneamente considerati svogliati e vittime della classica frase “è intelligente ma non si applica”.
Ma guai a considerare la dislessia come una malattia! È semplicemente un modo diverso di ragionare. Il dislessico ha un suo canale, fatto di rimandi, associazioni mentali, mappe concettuali per arrivare alla conclusione di ogni pensiero o di ogni ricordo. Come accade ad Ishaan Awasthi, il bambino protagonista di Stelle sulla terra, un film del 2007 diretto da Aamir Khan, che racconta una storia di dislessia e difficoltà e poi di gioia e di vittoria.
La stessa di quella di moltissimi altri coetanei di Ishaan, che scoprono a loro spese questo disturbo. L’importante è trovare la strada e i compagni di viaggio giusti per conviverci e dare sfogo alla creatività. Del resto, la storia è piena di casi illustri di dislessia, da Leonardo Da Vinci a Napoleone Bonaparte fino al fisico Albert Einstein.
“La dislessia – spiega Andrea Novelli, psicologo e psicoterapeuta, presidente nazionale Associazione Italiana Dislessia- é una tra i Disturbi specifici dell’apprendimento. Sono disturbi del neurosviluppo e dipendono dalla struttura di alcune aree cerebrali. Non sono anomalie del cervello, sia chiaro, ma vengono evidenziati dalle funzioni che quell’area controlla. Quindi, ad esempio un dislessico legge male perché ha difficoltà ad assegnare i suoni della lingua umana a dei simboli, oppure perché ha delle difficoltà viso percettive o ancora, di automatizzazione. Poi – aggiunge Novelli – stiamo parlando della dislessia ma dobbiamo precisare che spesso, alle difficoltà di lettura si associano quelle di scrittura e di calcolo, in modi e declinazioni diverse perché diverse sono le menti di ogni DSA.”
Un po’ di numeri
Secondo i dati raccolti annualmente dal Ministero con le Rilevazioni sulle scuole, nell’anno scolastico 2018/2019, gli alunni frequentanti le scuole italiane a cui è stato diagnosticato un disturbo specifico dell’apprendimento sono 298.114, pari al 4,9% del totale degli alunni.
Una percentuale che corrisponde, non solo a un incremento rispetto al valore precedente, ma evidenzia anche una una crescita costante dall’A.S. 2014/2015 (meno di mezzo punto percentuale all’anno). Si parla quindi di 4 certificazioni in più ogni 1.000 studenti rispetto all’anno precedente.
“I motivi di questa crescita – spiega Novelli – sono diversi. In realtà non è che siano aumentati i casi ma sono aumentate le segnalazioni e gli screening. A questo però dobbiamo aggiungere che i disturbi del neurosviluppo sono aumentati in tutto il mondo”.
La vita di un DSA a scuola
Il punto di svolta per quanto riguarda la consapevolezza e la presa in carico dei DSA, è la Legge 170 del 8 ottobre 2010, che riconosce in Italia la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, garantendo il diritto allo studio dei soggetti con DSA con percorsi e strumenti individualizzati da attuarsi nel percorso scolastico.
È previsto così un Piano didattico Personalizzato (PDP), che definisce la programmazione didattica secondo le necessità specifiche del singolo studente e l’utilizzo di strumenti compensativi (calcolatrici, pc o tablet, audiolibri, libri digitali e altro) per assicurare le stesse opportunità “Tuttavia – mette in guardia Novelli – i piani didattici devono essere attuati e la formazione dei docenti deve essere continua. Diciamo che sul tema, in generale, dopo una prima fase di entusiasmo da parte di tutti c’è stato un calo di attenzione.”
All’Università e nel mondo del lavoro
Attualmente si stima che gli studenti con DSA che accedono all’Università in Italia siano circa 16.000. “Un numero considerevole – fa notare Novelli – che dimostra l’efficacia delle normative adottate finora.
Oggi serve, però, ancora un passaggio su cui stiamo dialogando con il ministero dell’Università ed è quello cioè di rendere omogeneo il servizio in tutte le Università italiane, sia come didattica, sia per quanto riguarda i test di accesso.
Oggi non è così, con disparità da un ateneo all’altro.” E poi, sono necessari interventi urgenti nella normativa di accesso al lavoro, un mondo dove un DSA non ha tutela alcuna: “c’è un disegno di legge fermo da tempo – contiamo che possa ripartire la discussione per la sua approvazione”.
Una Settimana per sensibilizzare
“Nel complesso – sottolinea Novelli – al di là di tutte le aree normative su cui si deve intervenire, c’è bisogno nel Paese di un cambiamento culturale in tutti i campi: scuola, Università, lavoro, che devono diventare ambienti più inclusivi”.
Serve anche a questo la Settimana della dislessia organizzata da AID dal 4 al 10 ottobre, in concomitanza con la European Dyslexia Awareness Week, promossa dalla European Dyslexia Association (EDA) e giunta alla sesta edizione.
“DSA: un mondo in una mappa” è il titolo di quella di quest’anno: sette giorni con 200 eventi gratuiti (e in modalità on-line per il rispetto delle norme anticovid) di formazione e sensibilizzazione sui disturbi specifici dell’apprendimento, promossi in tutta Italia da 80 sezioni provinciali AID, in collaborazione con istituti scolastici, amministrazioni locali, enti del terzo settore.