Carlotta Gilli
Il primo dei 14 ori dell’Italia ai Giochi Paraolimpici di Tokyo lo ha conquistato lei,
nei 100 farfalla, con tanto di nuovo record.
Ma il contributo di Carlotta Gilli allo stupefacente medagliere azzurro non si
è certo esaurito qui: la 20enne nuotatrice originaria di Moncalieri (Piemonte) –
affetta dalla nascita dalla malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa su
base genetica a trasmissione autosomica recessiva, legata a mutazione del gene
ABCA4, che colpisce circa una persona su diecimila – si è infatti messa al collo
anche un altro oro, due argenti e un bronzo.
tratto da IperSoap PiùMe Magazine n. 11 Novembre 2021 p. 68, a cura di Gabriele Noli
“Sono arrivata sull’Olimpo! Ancora non ci credo, ma tra i vari nomi ora c’è anche Wonder Gilli. Mamma mia che Tokyo 2020, non potevo chiedere di più! Ero una bambina che iniziava a nuotare e fare le prime gare nazionali, sognavo la maglia azzurra, poi sognavo le Olimpiadi e poi sognavo di vincere le Olimpiadi. Ora sì che posso dire che tutti i sacrifici sono stati ripagati e quel sogno nel cassetto è diventato realtà! Ho anche vinto una sfida con me stessa: la mia prima gara ai campionati mondiali è stata un oro, la mia prima gara ai campionati europei è stata un oro e sono riuscita a far sì che anche la mia prima gara alle Paraolimpiadi fosse un oro”, ha raccontato sulla sua pagina Instagram dopo essersi presa qualche giorno di tempo per rielaborare quella impressionante sequenza di emozioni e medaglie, punto indubbiamente più alto di una carriera ancora lunghissima, considerata la sua giovane età.
I Giochi Olimpici di Tokyo erano i primi per lei: ci è arrivata con la volontà di dar seguito agli strabilianti risultati conseguiti a livello internazionale, dimostrando di saper reggere alla pressione generata da un evento unico nel suo genere, per il quale si è preparata compiendo sforzi e sacrifici notevoli. “I miei compagni di nazionale più grandi mi hanno sempre detto che l’Olimpiade era completamente diversa da tutte le altre gare (anche dagli Europei e dai Mondiali), ma sinceramente non ero mai riuscita a crederci più di tanto”. È sempre lei a raccontare l’esperienza vissuta in Giappone, indimenticabile soprattutto (ma non solo) per le medaglie. La prima, come già rammentato, l’oro nei 100 farfalla S13 davanti a un’altra italiana, Alessia Berra.
“Sono veramente senza parole. Questa gara l’ho sognata tantissime volte e me la immaginavo così”, era stato il suo commento a caldo. Il giorno seguente, l’argento nei 100 dorso alle spalle della statunitense Gia Pergolini, risultato ripetuto nei 400 stile dietro l’ucraina Anna Stetsenko. “Se qualche anno fa mi avessero detto che sarei arrivata a un argento olimpico in questa gara non ci avrei mai creduto”, aveva ammesso facendo trasparire tutta la propria incredulità. E poi ancora, un bronzo nei 50 stile, preceduta dalla brasiliana Maria Carolina Gomes Santiago e dalla russa Anna Kriyshina. Ma la sua partecipazione a Tokyo non poteva non concludersi con un altro oro, vinto con pieno merito nei 200 misti, impreziosito dal nuovo record del mondo. “Sono stata invasa dai messaggi, ho sentito il calore degli italiani”, ha confessato ripensando con piacere all’ondata di popolarità guadagnata da tutto il movimento paraolimpico italiano, lei compresa. Dice di ispirarsi a Gregorio Paltrinieri, fuoriclasse assoluto del nuoto, per la sua capacità di rivelarsi più forte di ogni avversità. “Arrendersi non è mai una opzione”, è invece il mantra di Carlotta Gilli.
Si è accorta delle prime criticità visive in seconda elementare. Le maestre in particolare notavano la difficoltà a copiare gli appunti alla lavagna. Ci sono voluti consulti con vari specialisti per giungere a una diagnosi: il suo coefficiente vista è gradualmente diminuito sino ad attestarsi su 1/10 nel 2010, quando aveva appena 9 anni. Eppure la malattia non le ha impedito di continuare a nuotare: ha cominciato infatti a prendere parte a numerose gare regionali, spesso vincendole. Nella stagione 2013/14 è approdata alla Rari Nantes Torino, società per la quale è tuttora tesserata.
Grazie ad una volontà fuori dal comune e a molte rinunce, Carlotta Gilli ha saputo far coesistere l’impegno scolastico e quello sportivo. Risalgono all’inizio dell’adolescenza i primi successi nelle competizioni nazionali e il debutto in quelle internazionali, dimostrando di disporre di un notevole potenziale e non facendosi neppure mancare le gare di salvamento. L’anno della svolta per lei è stato il 2017, quello dell’esordio nell’ambito del nuoto paraolimpico, nella classe S13, riservata agli ipovedenti. Ancora una volta, per le vittorie sarebbe stata soltanto una questione di tempo: ai Mondiali in Messico si è messa al collo 5 medaglie d’oro (100 dorso, 100 stile libero, 100 farfalla, 50 stile libero e 200 misti) e una d’argento (400 stile libero), siglando il record del mondo nei 100 farfalla e il record dei campionati nei 50 stile libero.
Risultati eccezionali, che le hanno permesso di entrare nel Club Paraolimpico (categoria Oro), oltre a venire insignita del Collare d’Oro al Merito Sportivo, massima onorificenza conferita dal Coni. Agli Europei del 2018 a Dublino ha collezionato un poker di ori, aggiudicandosi 200 misti (con record del mondo), 100 dorso (record del mondo), 100 stile libero e 50 stile libero. Il 2019 si è rivelato un altro anno da incorniciare, con 6 medaglie: quattro ori (nei 100 dorso, 50 stile, 100 stile, 200 misti), un argento (100 delfino) e un bronzo (400 stile), oltre alla nomina come migliore atleta femminile dell’evento. Assieme ai compagni di Nazionale è stata ricevuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed ha ricevuto il secondo collare d’oro al merito sportivo. Il rinvio di un anno dei Giochi Paraolimpici di Tokyo ha modificato i programmi ma non la convinzione di Carlotta Gilli, che agli Europei di Funchal (Portogallo), appena pochi mesi prima della rassegna a cinque cerchi, si è presa altre 6 medaglie (quattro ori e due argenti).
La campionessa piemontese, che studia Psicologia all’Università di Torino e fa parte del gruppo sportivo delle Fiamme Oro, ha le idee chiare sul proprio futuro, al di fuori della vasca: “Vorrei diventare una poliziotta”.