Lucio Battisti
Il marzo del 1943 è stato un mese di grazia per la musica italiana
se a ventiquattro ore di distanza ha dato i natali ai due Lucio, Dalla
e Battisti, cantautori, compositori, musicisti, capaci di scrivere pezzi
memorabili della storia musicale di casa nostra.
tratto da PiùMe Magazine n. 7 Luglio 2022 p. 40, a cura di Lara Venè
Con 25 milioni di dischi venduti, una lunga serie di successi intramontabili, Lucio Battisti, considerato tra i più grandi cantautori italiani, è ritenuto autore di importanti innovazioni tecniche e stilistiche, capaci di traghettare la musica “leggera” italiana verso la modernità.
Nato a Poggio Bustone, in provincia di Rieti presto con i genitori si trasferisce a Roma. È qui che arriva il suo momento.
È qui che lui, appassionato di chitarra che si fa regalare come premio alla fine della scuola media, comincia a suonare in alcune band. Ed è qui che avviene un incontro che darà inizio alla sua carriera artistica: Roby Matano, leader del gruppo romano de I Campioni, fondato da Tony Dallara, lo incrocia e lo nota in alcune serate nei locali romani. Quando il gruppo rimane senza chitarrista Roby Matano gli fa la proposta di entrare nella band e il giovanissimo Battisti viene arruolato come chitarrista nel gruppo romano. Dalla capitale si trasferisce a Milano, principale zona di attività de I Campioni.
E qui, nel 1965, durante un provino con il discografico Franco Crepax, viene notato dall’editrice musicale francese Christine Leroux, giunta a Milano a caccia di talenti per la casa discografica Ricordi e credendo nel suo talento e gli procura un appuntamento con Mogol, alias Giulio Rapetti.
Insieme a Mogol: un duo inseparabile
È Mogol che convince Battisti a “diventare un cantante”, fino a quel momento, infatti, scriveva canzoni che altri artisti interpretavano. Il suo debutto come interprete avviene alla 19esima edizione del Festival di Sanremo con Un’avventura cantata in coppia con Wilson Pickett, esponente di punta del rhythm and blues genere musicale che il pezzo un po’ richiama.
È il 1969, la canzone ottiene il nono posto e non riceve giudizi lusinghieri dalla critica, ma la partecipazione al Festival procura popolarità a Battisti. In concomitanza con la partecipazione a Sanremo esce il primo singolo Un’avventura/Non è Francesca e, poco più di un mese dopo, il 4 marzo esce il suo primo album, intitolato Lucio Battisti, una raccolta di brani già pubblicati nei precedenti singoli a cui si aggiungono sei brani già editi nelle versioni di altri gruppi e cantanti, qui interpretati da Battisti; A seguire esce anche il secondo singolo dell’anno, Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze.
L’apice della popolarità
Tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta Battisti conosce il culmine del successo e i suoi album sono tra i primi posti nelle classifiche di vendita.
In questi anni sempre con il sodale Mogol fonda la casa discografica indipendente Numero Uno, che vede il coinvolgimento di vari artisti come Bruno Lauzi, Edoardo Bennato, Adriano Pappalardo, Oscar Prudente e altri.
Sono questi gli anni di grandi canzoni, che hanno incontrato il gusto di più generazioni e ancora oggi rimangono nella vetta della musica italiana: E penso a te, Il tempo di morire, Fiori rosa fiori di pesco, Anna, Emozioni, Pensieri e parole, Insieme a te sto bene, Eppur mi son scordato di te.
Prima il sodalizio poi la rottura con Mogol
Tra gli album in collaborazione con Mogol si ricordano: Lucio Battisti (1969); Emozioni (1970); Amore e non amore (1971); Umanamente uomo: il sogno (1972); Il mio canto libero (1972); Il nostro caro angelo (1973); Anima latina (1974); La batteria, il contrabbasso, eccetera (1976); Io tu noi tutti (1977); Una donna per amico (1978). L’ultimo è Una giornata uggiosa nel 1980.
Da lì a poco il legame artistico tra il paroliere e il musicista, che tanti successi aveva prodotto negli anni si rompe, in silenzio e senza clamori, per divergenze legate alla divisione dei diritti d’autore. Per Lucio Battisti comincia una nuova fase artistica. Nascono cinque album: E già nel 1982, Don Giovanni (1986) , L’apparenza (1998), La sposa occidentale (1990) Cosa succederà alla ragazza (1992) e Hegel (1994), l’ultimo dei 20 album prodotti.
Il paroliere di questo nuovo corso é il poeta e scrittore Pasquale Panella. Ne risultano brani completamente diversi da quelli precedenti realizzati in tandem con Mogol diventati popolari ed entrati nella memoria collettiva.
Uomo schivo e riservato, lontano dai riflettori e poco propenso all’incontro con il pubblico, Lucio Battisti non ama esibirsi in pubblico e in tv. L’ultima volta che appare sul grande schermo è il 1972 quando lui sta conoscendo il massimo del successo, è ospite della trasmissione della Rai “Teatro 10” per presentare il nuovo 45 giri I giardini di marzo.
Nell’occasione duetta con Mina in un collage di canzoni a firma Mogol-Battisti. Quella sarà la sua ultima volta in una tv italiana.
I suoi fan non hanno la soddisfazione di partecipare a suoi concerti: farà solo due tournée nelle estati del 1969 e 1970. Poi, stop esibizioni live. Del resto, sosteneva che la perfezione musicale si poteva raggiungere solo nelle sale di registrazione, così, ha parlato attraverso i suoi dischi. Ritirato dalle scene, piano piano, decide addirittura di non apparire nelle copertine.
Quando esce il suo ultimo album, Lucio Battisti ha 51 anni, quattro anni dopo, muore a seguito di una malattia. Anche le cause del decesso sono state subito coperte dall’assoluto riserbo e pochissime persone hanno potuto partecipare all’ultimo giorno di addio.
Ma sulla sua popolarità e la sua musica non è riuscito comunque a far calare il sipario.