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26 Dicembre 2022

Rino Gaetano

Da Gianna al Cielo è sempre più blu, a distanza di cinquant’anni le canzoni e la musica di Rino Gaetano hanno mantenuto una forza e una freschezza che il tempo non è riuscito a scalfire. Del resto, già quando questo giovane cantautore fa il suo esordio, la critica capisce subito che propone qualcosa di innovativo.

tratto da  PiùMe Magazine n. 12 Dicembre 2022  p. 38 a cura di Lara Venè

Nella sua brevissima vita (muore a soli trent’anni) riesce a firmare canzoni divenute cult, che hanno fatto la storia della musica leggera italiana.

Su tutte “Il cielo è sempre più blu”. Esce nel 1975 quando lui ha 25 anni. Un 45 giri atipico che contiene una sola canzone di otto minuti divisa in due parti, che solo quell‘anno vende ben 100.000 copie. Il brano ha ritmo e propone diversi spaccati di vita quotidiana, descritti con ironia e luoghi comuni. È lo stesso Gaetano in quell‘anno a spiegare, in un’intervista alla rivista Ciao 2001: “Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto sottolineare che al giorno d’oggi di cose allegre ce ne sono poche ed è per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi vuole l’aumento. Anche il verso «chi gioca a Sanremo» è triste e negativo, perché chi gioca a Sanremo non pensa a chi vive in baracca”.

 

 

Ma…il cielo è sempre più blu: il mondo va avanti lo stesso, a prescindere dalle esistenze dei singoli e dai loro affanni. Tre anni dopo arriva “Gianna”, un’altra memorabile canzone. Anche questa volta un motivo orecchiabile, ma con dentro una forte denuncia sociale. Diventata una hit di successo, ha fatto ballare e cantare intere generazioni e ancora oggi non ha perso la sua energia. Rino Gaetano la presenta alla ventottesima edizione del Festival di Sanremo. È il gennaio del 1978 quando la conduttrice Maria Giovanna Elmi lo chiama sul palco e lui, con l’accompagnamento della Pandemonium band, presenta “Gianna” al grande pubblico. Questo brano, che per la prima volta sdogana la parola “Sesso” nel palco più ingessato e paludato della tv, denuncia le pecche di un mondo discografico che mostrava perenne ambiguità e i vizi della società italiana.

 

 

La critica ha avanzato diverse interpretazioni sul vero significato del brano, ma tutti sembrano concordi che dietro Gianna ci sia un’Italia finta e perbenista, quella dei vizi privati e delle pubbliche virtù, che la notte si „sveste“ e diventa sé stessa per trovare la propria soddisfazione personale. Attraverso mediocrità e corruzione. Sono, quelli, mesi turbolenti per il paese, anche di cambiamenti. Il 16 marzo (1978) le Brigate Rosse sequestrano l‘onorevole Aldo Moro, ritrovato senza vita il 9 maggio, dopo 55 giorni di prigionia.

La legge sull’aborto viene votata dal Parlamento; a giugno il Presidente della Repubblica Leone, attaccato da una feroce campagna di stampa che lo accusa di essere coinvolto in una serie di scandali, è costretto alle dimissioni.

 

 

„Gianna“, sono tutti quelli che promettono pur di avere voti, intascano bustarelle e mirano solo al proprio benessere. A Sanremo Rino Gaetano si classifica primo nella categoria Cantautori e terzo nella classifica generale, dietro ad Anna Oxa (anche lei esordiente), mentre i Matia Bazar sono i vincitori della manifestazione. Nell’estate del 1978 “Gianna” diventa una delle canzoni più ascoltate e in pochi mesi supera le seicentomila copie.

 

“Cerco il punk in una lametta di felicità ed il dolore nel fumo di una sigaretta se ho degli attimi di rancore cerco te e la tua bocca nei tuoi occhi trovo amore”

(Cerco, 1978)

Rino Gaetano

 

 

Nuntereggae più

La cifra è la stessa: orecchiabilità e nonsense, quasi banalità. Ma questo brano, che dà il titolo al quarto album di Gaetano ed è tra i più famosi, contiene tanti riferimenti politici, denunce e un lungo elenco di nomi da essere al centro di discussioni e censure. Siamo sempre nel 1978 e il coraggio di fare nomi e cognomi di certi personaggi nel mondo della radio, dei giornali e della tv, molto in voga e colpevoli, secondo Gaetano, di corrompere il popolo italiano, ce l‘aveva solo lui:

Cazzaniga

avvocato Agnelli Umberto Agnelli

Susanna Agnelli Monti Pirelli

dribbla Causio che passa a Tardelli

Musella Antognoni Zaccarelli

Gianni Brera, Bearzot

Monzon Panatta Rivera D’Ambrosio

Lauda Thoeni Maurizio Costanzo Mike Bongiorno

Villaggio Raffa Guccini

onorevole eccellenza cavaliere senatore

nobildonna eminenza monsignore

vossia cherie mon amour

Nuntereggaepiù

 

Denunce sociali ed emarginazione

Dedicata alla stagione politica di quegli anni anche Berta filava, anche questa solo apparentemente canzone disimpegnata. In realtà, dietro quel tessere c’è la figura del tessitore politico Aldo Moro. La canzone è contenuta nell‘album Mio fratello è figlio unico (1976), in cui il cantautore di Crotone affronta altri temi a lui cari: l’emarginazione, la frustrazione e la solitudine quotidiana dell’essere umano. I dolori di persone normali che, anche se non necessariamente degli emarginati sociali comunemente intesi, sono sole, dei figli unici appunto. Pur nella sua breve carriere artistica Rino Gaetano, morto a 30 anni vittima di un incidente stradale, ha pubblicato 17 album e 10 raccolte. A coronamento, una lunga serie di tributi e riconoscimenti postumi e canzoni che ancora oggi hanno una popolarità che sembra destinata a durare ancora molto a lungo.

 

Beati sono i ricchi perché

hanno il mondo in mano,

beati i potenti e i re, beato

chi è sovrano.

(Le beatitudini, 1980)

Rino Gaetano

 

 

 

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