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23 Gennaio 2023

 

Ciao ciao Italia, ti saluto e vado via!

O per motivi di studio o per cercare opportunità di lavoro o per altri motivi, sono sempre di più i giovani che ogni anno lasciano il paese e decidono di trasferirsi all’estero.

tratto da  PiùMe Magazine n. 1  Gennaio 2023  p. 28 a cura di Lara Venè

Ogni anno il dato viene confermato da studi e analisi diversi. E anche il 2022, non solo non lo smentisce, ma addirittura ci consegna numeri in crescita. L’ultimo Rapporto “Italiani nel mondo” realizzato dalla Fondazione Migrantes ci parla di un +87% di connazionali partiti soprattutto dal Nord Italia alla volta prevalentemente dell’Europa. Di questi, circa 841 mila sono minori (il 14,5% del totale degli espatriati) ed è molto probabile si tratti di motivi famigliari come il dover seguire i genitori. Ma la fetta più grossa è rappresentata da oltre 1,2 milioni (ben il 21,8% degli expat) che hanno tra i 18 e i 34 anni e in questa fascia che va oltre la maggiore età le motivazioni sono altre. Generalmente sono legate alla necessità, alla ricerca di una prospettiva, umana e lavorativa che, deliberatamente, cercano oltre i confini nazionali.

Sono tantissimi, se si pensa che gli under 35 incidono per il 42% circa sul totale delle partenze annuali per solo “espatrio”. Ma i numeri sono sicuramente più alti perché a questi si devono aggiungere tutti quelli che partono per progetti di mobilita di studio e formazione, che non hanno obbligo di registrazione all’A.I.R.E. (l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero).

 

 

Un trend sempre in crescita con numeri vicini a quelli del Dopoguerra
Secondo i dati dell’Istat, negli ultimi 10 anni gli emigrati italiani sono triplicati passando dai 36mila del 2007 ai circa 115mila del 2016. Sugli 81mila connazionali con più di 24 anni che si sono cancellati dall’anagrafe nel 2016, la quota più significativa è rappresentata dai 38mila cittadini nella fascia 25-39 anni, con un’incidenza di laureati del 28,5 per cento. Ma si ritiene che anche questi numeri siano sottostimati.

L’Istat ha incrociato i dati in arrivo dalle nostre anagrafi a quelli degli archivi dei paesi di destinazione, il Centro Studi e Ricerche sulle migrazioni IDOS sostiene che le stime Istat dovrebbero essere aumentate di almeno 2,5 volte. Si arriverebbe così a qualcosa come 285mila trasferimenti, un picco che ricorda quelli raggiunti nel pieno Dopoguerra

 

 

Chi sono i giovani partiti dal 2021 al 2022?
La maggior parte di chi ha lasciato il paese sono i “giovani adulti” (il 23,2% ha tra i 35 e i 49 anni), a seguire i “giovani” (il 21,8% ha tra i 18 e i 34 anni), gli “anziani (il 21% ha più di 65 anni), gli “adulti maturi” (il 19,4% ha tra i 50 e i 64 anni), infine i “minori” (il 14,5% ha meno di 18 anni).

 

Da dove sono partiti
La Lombardia (incidenza del 19% sul totale) e il Veneto (11,7%) continuano a essere, come da ormai diversi anni, le regioni da cui si parte di più. Seguono: la Sicilia (9,3%), l’Emilia-Romagna (8,3%) e la Campania (7,1%). Anche se va detto, tuttavia dei quasi 16 mila lombardi, dei circa 10 mila veneti o dei 7 mila emiliano-romagnoli molti sono, in realtà, i protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati dapprima dal Sud al Nord del Paese e poi dal Settentrione all’oltreconfine.

 

Dove si sono trasferiti?
Il 78,6% di chi ha lasciato l’Italia per espatrio nel corso del 2021 e andato in Europa, il 14,7% in America, più dettagliatamente latina (61,4%), e il restante 6,7% si è diviso tra continente asiatico, Africa e Oceania. Il 53,7% (poco più di 45 mila) di chi ha lasciato l’Italia alla volta dell’estero per espatrio nell’ultimo anno lo ha fatto partendo dal Settentrione d’Italia, il 46,4% (38.757), invece, dal Centro-Sud.

 

 

Gli italiani fuori dall’Italia
I cittadini italiani iscritti all’AIRE (al 1° gennaio 2022) sono 5.806.068, il 9,8% degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti all’interno dei nostri confini. Con l’Italia che ha perso in un anno lo 0,5% di popolazione residente (-1,1% dal 2020), mentre all’estero è cresciuta negli ultimi 12 mesi del 2,7% che diventa il 5,8% dal 2020. In valore assoluto si tratta di quasi 154 mila nuove iscrizioni all’estero contro gli oltre 274 mila residenti “persi” in Italia. Il 54,9% degli italiani (quasi 3,2 milioni) sono in Europa, il 39,8% (oltre 2,3 milioni) in America, centro-meridionale soprattutto (32,2%, più di 1,8 milioni). Gli italiani sono presenti in tutti i paesi del mondo. Le comunità più numerose sono, ad oggi, quella argentina (903.081), la tedesca (813.650), la svizzera (648.320), la brasiliana (527.901) e la francese (457.138).

 In prevalenza sono donne
Il 48,2% degli oltre 5,8 milioni di cittadini italiani residenti all’estero e donna (2,8 milioni circa in valore assoluto). Si tratta, soprattutto, di celibi/nubili (57,9%) o coniugati/e (35,6%).

 

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