Internet safety day
Oltre il 90% dei minori naviga in rete. Qui scarica contenuti, vede video, ascolta musica, si incontra con amici e non, assume informazioni e molto altro. Navigare esprime il concetto giusto: internet è un mare aperto, in cui servono strumenti per non annegare, per difendersi da brutti incontri e selezionare la mole di informazioni con cui si entra in contatto.
tratto da PiùMe Magazine n. 2 Febbraio 2023 p. 32 a cura di Lara Venè
Sono attrezzati i minorenni per affrontare al meglio tutto questo? Non sempre e mai del tutto.
Secondo il BCG Why Children Are Unsafe in Cyberspace, che ha raccolto dati su un campione di 41mila fra bambini e genitori in 24 Paesi nel mondo, il 93% dei minori fra 8 e 17 anni navigano su internet. Tra loro ben il 72% dice di aver sperimentato almeno una situazione di rischio.
Una giornata per sensibilizzare sui rischi e veicolare informazioni
È nata su queste basi il Safer Internet Day (Giornata per una rete più sicura), una giornata internazionale di sensibilizzazione per i rischi che comporta utilizzare internet. Istituita nel 2004 dall’Unione europea, ricorre il secondo giorno della seconda settimana del mese di febbraio di ogni anno. Ogni anno, il Safer Internet Day affronta un nuovo tema.
Quest’anno, il tema è “Vuoi parlarne? Fare spazio alle conversazioni sulla vita online”
Nei singoli Paesi membri dell’UE(Unione Europea), le iniziative volte a promuovere un uso consapevole della rete fanno capo ai rispettivi Safer Internet Center nazionali. In Italia, tale funzione è svolta dal progetto Generazioni Connesse coordinato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca che dal 2012 unisce in un Consorzio l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, l’agenzia stampa DIRE, la Cooperativa E.D.I., il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, l’Università La Sapienza di Roma, l’Università degli Studi di Firenze, il Movimento Difesa del Cittadino.
Dal cyber bullismo all’adescamento on line, dal hikikomori al sexting: tutti i rischi del web
Spesso i minori non lo sanno, ma tutto quello che pubblicano: un selfie, un video, una foto in costume, una situazione, una serata con gli amici rimane sul web, circola, e qualcuno può utilizzarlo per fini poco nobili. I pericoli connessi a queste attività innocenti sono tanti.
L’adescamento online (online grooming), il tentativo di un adulto di avvicinare un minore in rete e, conquistata la sua fiducia, parlare con lui di sesso, ottenendo foto, video e tentare di combinare incontro reale è uno dei più comuni; il cyberbullismo, molto pericoloso anche per il fatto che consente ai bulli di agire nell’anonimato e ferire non potendo vedere fino in fondo il malessere e le reazioni della vittima oggetto di molestie.
Sexting e sextortion
Il sexting è l’invio di messaggi sessualmente espliciti o immagini inerenti al sesso, principalmente tramite smartphone, ma anche altri mezzi informatici. I rischi legati alla pratica del sexting, se praticato da minorenni, possono essere la diffusione di materiale pedopornografico o di sextortion, fenomeno per altro in crescita. Il termine sextortion è la crasi di due termini inglesi (sex ed extortion) con cui si identificano le minacce a sfondo sessuale per ottenere soldi o comunque favori, anche in natura.
Ragazze, attente al Candy Girl
Al centro ci sono generalmente ragazze minorenni che con un atteggiamento spregiudicato, truccate, in lingerie o abbigliamento minimal e provocante, barattano proprie foto e video di nudo in cambio di soldi o ricariche del cellulare.
Sono inconsapevoli della gravità, considerando questo come un gioco innocente e tuttavia redditizio.
Gli hikikomori isolati dal mondo
Gli hikikomori sono ragazzi molto intelligenti ma timidi e molto introversi, che non riescono ad affrontare le difficoltà quotidiane preferendo chiudersi a riccio ed isolarsi. Molti scelgono una forma di reclusione totale, mantenendo come unico legame con il mondo esterno quello che offre il loro pc attraverso internet.
E poi ci sono gli internet dipendenti che non riescono a staccarsi da attività che si svolgono on line: chat, sesso, gioco.
Parlare con i genitori
Stando al report BCG Why Children Are Unsafe in Cyberspace, solo il 40% parla con i genitori di episodi di rischio incontrati nel web sebbene l’80% vorrebbe farlo, segno delle barriere ancora esistenti e derivate dalla paura, ma anche dall’incertezza su cosa sia esattamente un pericolo nel mondo virtuale. I bambini non solo sono online, ma ci restano anche tanto.
La percentuale di genitori che controlla regolarmente l’attività dei propri figli minorenni è del 60%, ma ancora troppo spesso si pensa che, per prevenire esperienze pericolose, sia sufficiente impostare limiti alla navigazione di internet (cosa che avviene nel 75% dei nuclei intervistati) o cancellare i contenuti (56%), mentre appena il 41% e il 34% degli adulti intervistati si rivolgono alla polizia e informano la scuola in caso di esposizione a rischi da parte dei minori.
Anche scuole e organizzazioni nazionali hanno un ruolo nell’assicurare un’esperienza virtuale sicura.
La Polizia Postale ha diffuso un decalogo con tutti i consigli da seguire per evitare i pericoli della rete, mentre sul sito del Ministero dell’Interno si trovano una serie di suggerimenti per utilizzare in modo adeguato e responsabile Internet e rendere più sicura la navigazione.
Sono rivolti ai ragazzi ma anche i genitori. Ad ognuno la propria raccomandazione.