Comprendere ciò che si legge: un ostacolo per adulti e adolescenti
Periodicamente un report o una statistica ce lo ricorda: molti adolescenti hanno problemi con la lettura e gli adulti non sono da meno.
tratto da PiùMe Magazine n. 7 Luglio 2023 p. 26 a cura di Lara Venè
L’ultima solo in ordine di tempo, è Pisa (Programme for International Student Assessment) un’indagine internazionale organizzata dall’OCSE, che coinvolge oltre 80 Paesi. L’obiettivo è valutare in quale misura gli studenti abbiano acquisito conoscenze e abilità essenziali per la piena partecipazione alla vita economica e sociale. Il Programma per la valutazione internazionale degli studenti è una valutazione internazionale delle competenze e delle conoscenze dei quindicenni su compiti della “vita reale” che sono considerati rilevanti per un’effettiva partecipazione nella società adulta e per l’apprendimento permanente. Le aree tematiche o “domini” valutati da PISA sono l’alfabetizzazione in lettura, la matematica e le scienze. Bene, il risultato ha rivelato che “un quindicenne italiano su cinque non sa leggere. Alle prese con una pagina di giornale o un brano scolastico la sua lettura è incerta, eccessivamente lenta o troppo veloce. E, soprattutto, nel leggere commette diversi errori”.
La lettura fluente è la condizione essenziale per capire un testo
“I lettori esperti – si spiega nel rapporto – utilizzano e interagiscono con una varietà di testi, inclusi libri, articoli online e social media. Possono trovare informazioni, comprendere il significato letterale e implicito e riflettere criticamente sul contenuto e sulla forma. Ma prima che gli studenti possano diventare lettori esperti, devono diventare lettori fluenti”. Perché, e questo riguarda qualsiasi lingua, “una volta che gli studenti leggono fluentemente, possono dedicare i loro sforzi e la loro attenzione a compiti di comprensione di livello superiore e impegnarsi più profondamente con i testi”. In altri termini, una lettura corretta favorisce la comprensione del testo che un individuo ha davanti. Però, i quindicenni italiani che leggono in maniera fluente non arrivano neppure all’80%, per la precisione siamo al 79,2 rispetto a Germania, Francia e Finlandia che raggiungono l’86/89%.
Un anno fa il rapporto di Save the Children
Un anno fa, sulla stessa lunghezza d’onda, è stato il rapporto di Save the Children a rivelare che “in Italia il 51% dei quindicenni è incapace di capire un testo scritto”. Che aveva aggiunto come i più colpiti fossero gli studenti delle famiglie più povere, “quelle che vivono al sud e quelle con background migratorio”. Un dato però da analizzare e capire meglio, se, come hanno fatto notare alcuni esperti, dentro quella percentuale si registra un divario tra un nord allineato alle statistiche di lettura europee e di comprensione del testo adeguate, un Centro Italia che registra qualche difficoltà in più e un Sud che tocca invece le percentuali peggiori.
Anche gli adulti non vanno meglio
Fra le più attendibili a livello internazionale c’è l’indagine Ocse Piaac (Programme for the international assessment of adult competencies (Piaac) che prende in esame gli individui dai 16 ai 65 anni di 34 paesi.
Secondo i dati Ocse, gli analfabeti funzionali italiani sono il 27,7 %. L’analfabetismo funzionale riguarda chi, pur essendo scolarizzato, ha una incapacità totale o parziale di comprendere e valutare in maniera corretta le informazioni che gli arrivano attraverso la lettura. In pratica, non è in grado di identificare l’idea principale in un testo di lunghezza moderata, trovare informazioni basate su criteri espliciti, riflettere sullo scopo e la forma dei testi. L’indagine rivela che un 5,5% di italiani comprende solo informazioni elementari, contenute all’interno di testi molto brevi, caratterizzati da un vocabolario base. Un altro 22,2%, invece, si limita alla comprensione di testi misti (sia cartacei che digitali) purché siano corti abbastanza. Le percentuali sono tra le peggiori in Europa.
Tutti questi dati oltre ad essere interessanti in sé lo sono per valutare la capacità dei cittadini di un Paese di partecipare con piena consapevolezza alla vita civile e politica, di gestire in autonomia il proprio percorso di inserimento lavorativo e di crescita professionale e permette perciò di comprendere il potenziale di sviluppo di un Paese. A questo si deve aggiungere che, nell’epoca digitale, una persona che ha difficoltà a comprendere un testo cartaceo scritto, ha ancora più problemi a farlo su una pagina web; così l’analfabetismo funzionale incrocia quello digitale e questo significa che un individuo più incline a credere a tutto quello che legge in maniera acritica e a condividere informazioni false, contribuendo così alla diffusione incontrollata delle cosiddette fake news.
La buona notizia arriva dai più piccini
Il 97% degli alunni delle primarie possiede abilità di base di fronte a un testo scritto: più di 8 su dieci raggiungono il livello intermedio. Non solo leggono bene e capiscono ciò che leggono ma sono pure più bravi delle maestre nel fare ricerca in Rete. I dati questa volta ci arrivano dall’indagine Iea Pirls-Invalsi che ha coinvolto 400mila bambini delle classi quarte in 57 Paesi e per una volta gli studenti italiani risultano sopra la media europea.
Una notizia che lascia ben sperare!