Gli adolescenti dormono poco
Una nuova indagine dimostra come la percentuale di chi afferma di fare fatica ad addormentarsi é rimasta sostanzialmente immutata dai tempi del Covid.
Ed è elevatissima.
tratto da PiùMe Magazine n.4 Aprile 2024 p. 26 a cura di Lara Venè
“Spengi la luce e dormi”, “Posa il cellulare e va’ a letto”, “Si è fatto troppo tardi, ancora al pc?”, “Domani mattina c’è scuola e non riuscirai ad alzarti”.
E via di questo passo. Nella maggior parte delle famiglie italiane dove vive almeno
un adolescente, ogni sera, dal lunedì al venerdì, si pronunciano frasi di questo genere. Perchè loro a dormire non andrebbero quasi mai. “Non ho sonno”, “Non riesco ad addormentarmi”, “Ho gli occhi sbarrati fino a tarda ora”: sono invece le risposte che i genitori si sentono dare. Ma attenzione, non sono scuse quelle di ragazze e ragazzi che
ritardano l’appuntamento con il letto.
E’ quello accade loro realmente, da qualche anno a questa parte. E il fenomeno sta crescendo, con ripercussioni su aspetti psicologici, del comportamento e del rendimento scolastico. Lo dicono i risultati di diverse indagini nazionali realizzate dal Laboratorio Adolescenza che costantemente monitora il rapporto tra sonno e adolescenza e che rivelano come, anno dopo anno, il fenomeno raggiunge dimensioni sempre più vaste e preoccupanti. “Già nell’edizione 2019 dell’indagine sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca IARD – rivela Maurizio Tucci, Presidente di Laboratorio Adolescenza – uno degli argomenti principali aveva riguardato “il sonno”.
Argomento delicato, di cui si sa e si parla poco, perché sono pochi gli studi scientifici sulla materia, specie riguardo la fascia d’età adolescenziale.
Dall’indagine, che si era avvalsa del supporto scientifico della Associazione Culturale Pediatri (ACP), era emerso che gli adolescenti dormono molto meno di quanto sarebbe necessario alla loro età, vanno a letto molto tardi, fanno fatica ad addormentarsi ed hanno un sonno spesso disturbato da frequenti risvegli. Oggi che il 2019 è un “amarcord” – dice Tucci – quei dati preoccupanti della nostra indagine di allora potremmo porceli come un auspicabile obiettivo per il futuro”.
Dal Covid in poi a letto sempre più tardi
L’edizione 2021 dell’indagine Laboratorio Adolescenza- IARD sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia ritorna sull’argomento “sonno” e rivela una situazione nettamente peggiorata. A cominciare dall’orario in cui si va a letto: quel 28% che andava
a dormire dopo le 23.00 è diventato il 63%. Quel 63% che faceva fatica ad addormentarsi è diventato 73%. Lo scorso anno il Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD sugli stili di vita degli adolescenti svolgono una nuova indagine che dimostra come la percentuale di chi afferma di fare fatica ad addormentarsi é rimasta sostanzialmente immutata dai tempi del Covid.
Ed è elevatissima.
I motivi
I motivi principali di questa difficoltà ad addormentarsi e avere un buon sonno sono diversi. Nel 60,7 % dei casi vengono indicati nella preoccupazione per la scuola; il 58,1 % degli adolescenti dichiara di avere pensieri negativi e il 57,8 % nervosismo immotivato. In generale, tra i motivi c’è anche la “banale” mancanza di sonno (60%). E qui si registra una differenza di genere, con le femmine che più dei maschi lamentano angoscia, ansia e preoccupazione. Nei maschi, invece, la causa principale della mancanza di sonno è determinata dall’utilizzo serale e notturno di smartphone e computer, che usano spesso a letto fino ad un attimo prima in cui decidono di addormentarsi.
E non ci riescono perchè le stimolazioni luminose e la luce bianca/bluastra dei monitor risultano essere dei forti inibitori della produzione di melatonina, ormone prodotto dall’organismo umano per garantire un ottimale ritmo circadiano (ritmo sonno/veglia) e favorire il fisiologico processo dell’addormentamento. La melatonina viene prodotta in assenza di luce: va da sè, dunque, che pc, tablet o smartphone sono nemici del sonno.
I problemi del sonno crescono con l’età
Secondo i dati delle indagini i problemi con il sonno aumenterebbero attorno ai 16 anni. E questo confermerebbe che il sonno degli adolescenti italiani è fortemente alterato dall’uso di strumenti elettronici nelle ore serali. Attorno ai 16 anni, infatti, generalmente le attività con lo smartphone aumentano: si guardano video, si ascolta musica, si chatta con amici e si fa parte di molti gruppi social. Dal sedicesimo anno di età, dati alla mano, la fatica ad addormentarsi cresce ancora raggiungendo il culmine verso i 18 anni quando gran parte di queste attività si spostano su un personal computer. A questo, poi, dobbiamo aggiungere anche le preoccupazioni maggiori legate alla scuola, ai carichi di studio che aumentano e all’esame di maturità che si avvicina.
Le conseguenze del poco sonno
Il poco riposo notturno ha conseguenze diverse. Nervosismo, irritabilità, cattivo umore, tristezza, calo del rendimento scolastico o difficoltà a concentrarsi a seguire una lezione. In molti casi anche aumento di peso.
Rimedi
Gli esperti dicono che l’ideale sarebbe andare a dormire prima delle 23 e che, in genere, agli adolescenti occorrono dalle 8 alle 10 ore di sonno per essere riposati ed avere una buona qualità della vita. Introdurre le buone abitudini si può: imporsi di allontanarsi da tablet, smartphone e pc e cercare una qualsiasi forma di rilassamento: la giusta respirazione, un buon libro (purchè cartaceo!), musica attraverso le cuffie a luce spenta. L’altra regola è rispettare il più possibile gli orari del sonno-veglia, cercando di coricarsi più o meno alla stessa ora per mantenere il giusto ritmo.
Non restare a letto fino a tardi il sabato e la domenica
Le proverbiali dormite fino a tardi del fine settimana sono la delizia di ogni studente. Ma
non sembra un buon modo per recuperare le ore di sonno perse. Anzi, questa abitudine
potrebbe piuttosto ostacolare la ripresa del giusto ritmo nei giorni feriale perché posticipa l’orario dell’addormentamento serale.