Sofia Raffaeli
Una ginnasta d’oro
Una quantità di medaglie (la maggior parte d’oro) tale da non saper più dove metterle, un soprannome (“Formica atomica”) che è tutto un programma e un talento straordinario che fa legittimamente chiedere: diventerà una delle migliori ginnaste di sempre?
tratto da PiùMe Magazine n. 7 Luglio 2023 p. 66 a cura di Gabriele Noli
La risposta, Sofia Raffaeli, la dà ogni gara, nazionale e internazionale, di ritmica cui partecipa. Molto spesso vincendo. I due ori a distanza di poche ore nelle finali di palla e clavette e l’argento nel concorso generale agli Europei di maggio a Baku (Azerbaigian) sono solo gli ultimi risultati in ordine di tempo ottenuti dalla fuoriclasse azzurra, che vanno ad aggiungersi ai tantissimi messi in fila dal 2020, ovvero da quando è approdata nel circuito Senior con aspettative elevatissime eppure rispettate con disarmante naturalezza.
Guai però a pensare che i successi di questa eccezionale ginnasta nata a Chiaravalle (Ancona) nel gennaio 2004 siano dovuti esclusivamente al suo talento, sebbene sconfinato: fin da piccola, infatti, trascorre la maggior parte delle giornate in palestra, seguita da Julieta Cantaluppi (più che un’allenatrice, una mentore), ripetendo esercizi e movimenti per un numero infinito di volte fin quasi a ricercare la perfezione. Una routine impegnativa seguita con assoluto rigore, che lascia poco spazio a tutto il resto, vale a dire studio (dopo essersi diplomata al Liceo delle Scienze Umane di Civitanova si è iscritta al corso di Psicologia di un’università telematica) e uscite con il gruppo di amici. “Ma per me non è un sacrificio, è la vita che ho scelto. Sapevo che sarebbe stata diversa rispetto a quella delle mie coetanee”, ha ripetutamente spiegato a chi le chiedeva se riuscisse a sopportare il peso delle rinunce che implica la carriera da ginnasta ad altissimi livelli. In quei momenti lontano dalla palestra c’è spazio anche per i libri (principalmente romanzi) e la musica che strizza l’occhio al passato (con un debole per Rino Gaetano).
E i social? Pochissimo, quanto basta per incassare la raffica di complimenti virtuali rivolti da tifosi di ogni età, dalle bambine e dalle ragazze che sognano di emularla o anche solo di incontrarla a chi, pur non essendo propriamente un appassionato di ginnastica, non può certo restare indifferente di fronte alle sue prodezze, così spettacolari in termini di bellezza e punti da saper catturare l’attenzione dei media e di un numero sempre crescente di spettatori, pur essendo la ginnastica ritmica uno sport assai meno popolare del calcio, ma anche di tennis, basket e volley, giusto per citarne alcuni. Lei è cosciente che continuando a mietere successi contribuirà ad accrescere il seguito attorno ad una disciplina portata in gloria dalla squadra nazionale, argento ai Giochi Olimpici di Atene 2004 e bronzo a Rio 2012 e Tokyo 2021. E proprio la prossima rassegna a cinque cerchi, in programma nel 2024 a Parigi, rappresenta uno degli obiettivi per il futuro prossimo di Sofia Raffaeli, pronta a riscrivere la storia della ginnastica azzurra come si è ormai piacevolmente abituata a fare in questi anni. “Se ci penso, mi immagino qualcosa di bello”, ha ammesso riferendosi alla più importante delle gare. Già, perché una medaglia olimpica non può essere paragonabile a quella di qualsiasi altra competizione, sebbene ai Mondiali del 2022 a Sofia (Bulgaria) se ne sia messe al collo addirittura 6, di cui 5 d’oro. Tante, tantissime. Non abbastanza, comunque, per sentirsi appagata: al contrario, quello stato d’animo non le appartiene, intenta com’è nel cercare di ottenere il massimo, in ogni situazione. Eppure, sebbene di rado, capita anche a lei di non riuscire a esprimersi al meglio o di non vincere.
“A volte perdere è persino più importante che vincere. Grazie agli errori sono cresciuta”, ha riconosciuto mostrando una maturità fuori dal comune per una ragazza da poco maggiorenne, forgiata dagli insegnamenti – preziosi sia sul piano tecnico sia su quello umano – trasmessi dalle allenatrici. E che lei trasferirà alle giovani allieve: già, perché in un futuro che oggi appare lontanissimo Sofia sarà a sua volta tecnico, come dichiarato convintamente, a riprova del legame a doppio fila con la ginnastica, nato da quando era bambina, con la pedana posata nel salotto di casa e sulla quale si allenava rompendo vari oggetti (tra cui un lampadario). Né la madre né il padre ne hanno comunque fatto un problema particolare. Avevano capito che alla loro figlia piaceva coltivare la passione per la ginnastica ritmica. Non potevano però immaginare che ne sarebbe poi divenuta una delle più forti a livello internazionale, intraprendente anche nella scelta degli elementi tecnici e delle musiche su cui metterli in pratica. Il colpo di fulmine con i piccoli attrezzi è scattato a 7 anni, grazie ad una gara a cui ha assistito con la madre: da quel momento, la palestra della Ginnastica Fabriano si sarebbe trasformata nella sua seconda casa.
In questo centro d’eccellenza sono cresciute altre campionesse azzurre, come Martina Centofanti e Milena Baldassarri, compagna di squadra di Sofia anche in occasione della serie A1 a squadre disputata tra febbraio e aprile, che ha visto la società marchigiana vincere il settimo scudetto consecutivo, proseguendo così un dominio incontrastato. E se gli impegni dettati dal suo status di campionessa internazionale la tengono forzatamente lontana dalla palestra, lei porta con sé gli attrezzi e si esercita ovunque ne abbia la possibilità, dagli alberghi agli aeroporti, in nome di una disciplina ferrea che non ammette deroghe. Pure questa attitudine a suo modo contribuisce al soprannome di “Formica atomica”, inventato per lei nel 2018 dall’ex ginnasta Fabrizia D’Ottavio: Sofia non sarà infatti esplosiva fisicamente ma negli esercizi in pedana sì. Il futuro è tutto dalla sua parte: lei gli sta andando incontro, tra un movimento e un attrezzo lanciato in aria e subito ripreso.