Caterina Murino
La madrina della mostra del cinema di venezia 2023
tratto da PiùMe Magazine n. 9 Settembre 2023 p. 80 a cura di Cloe D. Betti
Un’attrice italianissima, ma dal profilo internazionale, un ruolo da Bond girl nel passato, il successo in Cina prima e in Francia poi, tanti set in Italia al cinema e nelle serie dei colossi dello streaming, fino al ruolo di madrina che quest’anno avrà alla Mostra del Cinema di Venezia, in cui Caterina Murino porterà la sua arte, prima ancora che la sua bellezza.
«Da ragazzina volevo fare il medico, non avevo velleità da attrice, non mi sentivo particolarmente bella – ha raccontato – Poi sono cambiata, ho avuto il ruolo da Bond girl, ho perso dei ruoli perché mi consideravano troppo bella.
Ho sempre cercato di andare oltre, per questo a Venezia non farò la figurina sul tappeto rosso». Non lo sarà, ha tutta le intenzioni di portare nella vetrina della Mostra una nuova figura femminile, forte della sua lunga esperienza internazionale, che dalla Cina l’ha portata in Francia, dove vive ancora oggi da circa vent’anni, senza mai dimenticare le sue radici sarde, a cui deve tutta la sua amata italianità, visto che ha partecipato anche a Miss Italia nel 1997, nell’anno in cui tra le candidate c’erano Silvia Toffanin, Annalisa Minetti, Christiane Filangieri e Mara Carfagna. «Ho fondato una società per aiutare Miss Italia in Sardegna, è stata un’esperienza bellissima», ha ammesso l’attrice che nel suo curriculum oltre a “Casinò Royal”, il primo film di Daniel Craig nel ruolo di James Bond, in cui era Solange, girato nel 2006, ha tra gli altri “Il seme della discordia” di Pappi Corsicato e “Mio fratello, mia sorella” di Roberto Capucci, mentre dopo Venezia la aspettano in teatro “Trappola per un uomo solo” e al cinema “The Opera!”, un film di David Livermore, che reinterpreta in chiave moderna e pop il mito di Orfeo e Euridice.
«E’ un bel po’ che manco dall’Italia, se escludiamo il film di Livermore, che comunque è girato in inglese, è un’opera pop, con soprano, tenori e quattro attori: oltre a me, Fanny Ardant, Rossy de Palma e Vincent Cassel – ha affermato l’attrice – Credo in questi anni di aver contribuito a creare nella mia nicchia un piccolo ponte tra l’Italia e l’Italia nel mondo». In principio è stata la Cina, dove Caterina era arrivata nel 2008 per partecipare ad alcuni festival, tra Shangai e Pechino ed è rimasta quattro anni. «Mi contattò un produttore per un film che poi non si fece, ma ne uscì un cortometraggio durante il quale mi ruppi una gamba. Rimasi lì per curarmi, e alla fine sono rimasta molto più tempo, ho girato un primo film, una favola ecologista per bambini e poi ne arrivò un altro, “Urge Marry”, con lo stesso regista, Haoke Wang, dove avevo il ruolo di una grande cuoca europea».
Poi è stata la volta della Francia, diventata un’altra terra di adozione quasi per caso. «Mi hanno chiamato per un film nel 2004, “L’enquête corse” (Il bandito corso), con Jean Reno e Christian Clavier, non sapevo il francese, l’ho imparato in quattro mesi – ha ricordato la Murino – Durante le riprese mi hanno chiamato poi per un secondo film e quando ho iniziato a girare il terzo è uscito il primo, che in Francia è stato un enorme successo».
Così è rimasta a Parigi, dove vive e lavora da anni «anche se io mi sento totalmente italiana», e dove ha scelto di seguire la sua passione per gli animali, cui consegna il suo poco tempo libero, una passione nata dopo l’arrivo in casa di due gattini. «Da quando Edouard, il mio compagno, mi ha regalato Illitia e suo figlio Hercule mi sono avvicinata al mondo degli animali, che era lontanissimo da me – ha concluso l’attrice – Se ho del tempo libero mi occupo del trasporto degli animali da un rifugio alla loro nuova casa, quando vengono adottati. In Francia c’è un’associazione che collabora con le ferrovie, è tutto organizzato benissimo: io vado a prendere un cane randagio in un rifugio, e via treno lo porto alla nuova destinazione. Metto un tappetino per terra, una ciotola per l’acqua ed è fatta».