Antonella Palmisano
La rinascita della marciatrice con fiore
Il 21 è un numero che Antonella Palmisano ricorderà a lungo. 21 è infatti il giorno di maggio (del 2023) in cui è tornata a disputare una 20 chilometri di marcia.
21 sono anche i mesi trascorsi dall’oro conquistato nella stessa gara ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, in concomitanza con il suo trentesimo compleanno.
tratto da PiùMe Magazine n. 9 Settembre 2023 p. 66 a cura di Gabriele Noli
Dopo un calvario lungo così lungo, dovuto a un’infiammazione all’anca che l’ha portata perfino a contemplare l’idea di chiudere in anticipo una carriera straordinaria, la marciatrice pugliese è (finalmente) rientrata in gara, cogliendo un risultato superiore pure alle migliori aspettative: il secondo posto centrato nella 20 km della Coppa Europa a squadre di Podebrady, in Repubblica Ceca, può rappresentare il punto di rottura con il recente passato e i relativi tormenti. “Nessun post strappalacrime, non serve spiegare ma solo: “Eccomi, io ci sono”. “I am here”. “Je suis ici”.
Ci vediamo presto”, aveva scritto su Instagram pochi giorni dopo la gara dando idealmente appuntamento ai prossimi Giochi Olimpici, quelli di Parigi 2024, ai quali parteciperà con l’intento di mettersi al collo un’altra medaglia, magari anch’essa d’oro come quella vinta sulle strade di Sapporo nel 2021. La marcia di avvicinamento – in senso sia metaforico sia concreto – sarà lastricata di insidie, ma Palmisano ha già iniziato a percorrerla e non vuole fermarsi.
Non più: ha già dovuto rinunciare per troppo tempo a fare ciò che più e meglio le riesce. Il problema all’anca si era presentato per la prima volta nel febbraio 2021, condizionando (non poco) l’avvicinamento alla gara olimpica, chiusa comunque davanti a tutte grazie a una straordinaria prova di forza e alle infiltrazioni di cortisone. Poi lo stop.
Prolungato, inatteso, non voluto. Ciò che credeva fosse un senso di appagamento per l’impresa a cinque cerchi, era in realtà un riflesso di quel dolore all’anca del quale non si riusciva a individuare la matrice e dunque la soluzione, nonostante svariati tentativi. Anche perché il fastidio non si manifestava in un punto specifico. “Il 2022 è stato l’anno più brutto della mia carriera”, ha ammesso Palmisano senza girarci troppo attorno.
Impossibile darle torto, dovendo aggiungere al dolore fisico quello psicologico per non poter partecipare alle principali competizioni internazionali. A quel punto si è reso necessario l’intervento chirurgico, a cui si è sottoposta a Bologna lo scorso settembre, che prevedeva la rimozione delle fibrosi inglobanti il nervo sciatico nello spazio gluteo profondo dell’anca sinistra.
“Adesso posso ricominciare a sognare per gli anni futuri”, aveva dichiarato a margine dell’operazione, con la quale auspicava di aver posto fine al peggio, tanto da iniziare a pianificare il percorso di riabilitazione finalizzato al rientro alle gare.
E invece a marzo la marciatrice pugliese è stata costretta a fermarsi di nuovo, stavolta per un’infiammazione del nervo sciatico al livello del cavo popliteo del ginocchio sinistro, niente a che vedere con il precedente intervento. “Non è ancora arrivato il momento in cui mi sento pronta ad abbandonare e quindi ho deciso di continuare. Pensavo di essere uscita da questo incubo e invece continua ancora ad ossessionarmi.
Non nascondo la pesantezza della situazione e la paura di non controllare la gamba. Ma finché avrò voglia di provare, riprovare, svegliarmi la mattinata e andare agli allenamenti, lo farò. Ci riusciremo! Lo spero”, dichiarava Palmisano, piegata ma non spezzata dall’ennesimo guaio fisico. Aveva ragione lei. Il 30 aprile infatti ha disputato la 10 km di Madrid, piazzandosi tredicesima. “Non ero alla ricerca della prestazione, ma ero qui per combattere i mostri che ho dentro.
Ho ritrovato quello che mi mancava, ho ritrovato la felicità per continuare il mio percorso verso Parigi. Ero a un bivio: adesso so che posso andare avanti”, aveva confessato sempre sui social dopo una gara che, come lei stessa ha tenuto a puntualizzare, “non mi appartiene”, in riferimento alla distanza. Quell’appuntamento però le era servito per rivivere sensazioni attese a lungo.
L’exploit si è concretizzato, a sorpresa, meno di un mese più tardi: domenica 21 maggio Antonella Palmisano si è presa un superlativo argento (battuta soltanto dalla greca Antigoni Ntrismpioti), con una prestazione che le è valsa la qualificazione diretta per i Mondiali di Budapest.
“In gara sono stata sempre presente mentalmente dal primo all’ultimo chilometro. A ogni attacco delle avversarie riuscivo a rispondere, a non mollarle. Sono contenta perché non ho avuto problemi”, il suo commento a caldo.
Determinata e desiderosa di gareggiare di nuovo, da campionessa olimpica, la marciatrice di Mottola (provincia di Taranto) adesso pensa in grande, sebbene consapevole “che non potrò fare miracoli senza un anno e mezzo di allenamenti, ma quantomeno capirò quali strumenti ho a disposizione per affrontare la stagione.
Se mi sono operata è per provare a vincere un secondo oro alle Olimpiadi”, ha messo in chiaro. Stare bene nella testa ma soprattutto nelle gambe sarà una condizione imprescindibile per riuscirci: le infiltrazioni di cortisone alla radice del nervo sciatico sono lo strumento per tenere a debita distanza i fastidi.
In questa lunga e ardua sfida Palmisano ha potuto contare sul sostegno del marito, del gruppo delle Fiamme Gialle, ma anche della compagna di stanza di ospedale. Assieme hanno ricominciato a camminare e lei l’ha invitata ad assistere alla sua gara ai Giochi Olimpici di Parigi del prossimo anno. Da bambina Palmisano era appassionata di motocross e volley.
Poi, dopo aver provato la marcia, si è presto resa conto di sentirsi a proprio agio, iniziando a collezionare vittorie e record, a livello giovanile e in seguito assoluto. Durante le competizioni internazionali a cui prende parte, indossa un fiore di tessuto per capelli cucito dalla madre: una tradizione avviata con successo nel 2010 tanto che ormai quell’oggetto è divenuto una portafortuna per Antonella, la marciatrice col fiore in testa.