Le tradizioni del Natale
Le città che si illuminano, le luci a intermittenza sulle terrazze, gli addobbi,
il rosso l’oro e l’argento un pò ovunque, le vetrine dei negozi che scintillano.
Ma anche il traffico che raddoppia, la corsa al regalo giusto, la letterina a
Babbo Natale da parte dei bambini e i preparativi per i pranzi in famiglia. La
tradizione del Natale è un rito che si ripete ogni anno.
tratto da IperSoap Magazine n. 12 Dicembre 2020 p. 28, a cura di Anna Greco
Dalla metà di novembre cominciano ad accendersi le città e i più solerti pensano agli addobbi casalinghi.
Ma per la maggior parte degli italiani il giorno ufficiale per decorare le case è l’8 dicembre, la Festa dell’Immacolata Concezione. In quel giorno, generalmente, si fa l’albero o il presepe oppure entrambi. Quella dell’albero di Natale e del presepe è una tradizione molto diffusa in particolare nell’Occidente ed ha una storia antica. Nella maggior parte dei casi, l’albero di Natale è un abete. Fino a qualche decina di anni fa gli italiani compravano la pianta vera, che poi magari ripiantavano in giardino o in un bosco, a patto che riuscisse a sopravvivere al caldo delle case. Con il tempo, una maggiore sensibilità ambientale volta anche alla tutela del verde e la scarsa resistenza di queste piante in ambienti caldi e riscaldati unitamente alla comodità, ha incentivato il proliferare di alberi artificiali. Ce ne sono di diversi tipi e dimensioni: verdi chiaro, verdi più scuro o totalmente imbiancati. Cambiano anche le forme: alcuni rimangono più allungati, altri più rotonti, a seconda degli spazi dove dovranno essere collocati.
Ormai hanno quasi del tutto sostituito l’abete vero, sono certo più comodi, alcuni anche molto belli, ma non riescono a sostituire quell’inconfondibile profumo di abete che si avvertiva in casa durante le feste di Natale.
Poi ci sono le luci, bianche, gialle o colorate, a intermittenza o fisse, oggi a led e sono un must dell’albero. Infine le decorazioni, che spaziano da quelle tradizionali a quelle alternative, a quelle con prodotti interamente fatti a mano, a quelle con materiali di riciclo come plastica o vetro per i più green. Sotto l’albero generalmente si allestisce il
presepe. Ma anche in questo caso ognuno lo colloca dove meglio crede, anche in virtù degli spazi a disposizione. Grandi o più piccoli, in alcuni casi i presepi sono delle vere e proprie opere d’arte. Per non parlare di quelli viventi o di quelli meccanici, mete di visite nelle giornate delle feste.
La casa decorata a festa
A dicembre le case si vestono a festa: si tirano fuori tutti gli oggetti che fanno Natale, i piccoli pensieri che ci hanno regalato amici e parenti negli anni. Candele e angioletti o Babbi Natale di ogni dimensione e materiale. Il bianco e il rosso la fanno da padrone. I cuscini con le renne e le slitte sui divani contribuiscono a rafforzare l’atmosfera. Non sarebbe festa poi senza la classica Stella di Natale, questa pianta rossa, pronta scaldare un angolo o diventare un pensiero prezioso per i nostri cari.
La tradizione dell’agrifoglio
La pianta natalizia per eccellenza rimane l’agrifoglio per la simbologia che rappresenta: la forma delle foglie della pianta rammenta la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue, mentre i boccioli bianchi la purezza della Madonna. L’agrifoglio era anche la pianta sacra di Saturno e veniva usato durante i Saturnali per rendere onore al dio. Con le ghirlande di agrifoglio, i romani decoravano le statue di Saturno. Con l’arrivo del Cristianesimo a dicembre
i primi cristiani iniziarono a celebrare la nascita di Gesù. Iniziarono così ad usare questa pianta come decorazione per il periodo di Natale. Considerato un vero e proprio portafortuna, non può mancare e spesso compare nelle decorazioni, nei disegni dei biglietti di auguri , nei ricami o nelle tovaglie che si usano nel periodo natalizio.
La tavola delle Feste
A proposito di tovaglie, la tavola di Natale da sempre contribuisce ad aumentare l’atmosfera. Non ci sono regole precise, ognuno ha le proprie. Ma l’usanza vuole che ci sia il rosso. Talvolta è la tovaglia ad essere rossa abbinata a porcellane bianche, ma si vedono tavole in oro e argento dove il rosso è nei dettagli e sono bellissime ed eleganti. Negli anni si sono moltiplicate idee originali per cambiare rispettando comunque la tradizione e in questi giorni impazzano
i tutorial per proporre soluzioni innovative. Quello che però non deve mancare nella tavola di Natale, al di là del servizio “buono” come dicevano le nostre nonne, è il centrotavola. In legno, con candele e non, o fatto a mano è d’obbligo. Anche per i centrotavola lo spazio alla fantasia è infinito. E, chi ha abilità con le mani e un pizzico di creatività, riesce a sbizzarrirsi.
I dolci
I più golosi in questo periodo sono accontentati. E non hanno che l’imbarazzo della scelta. Tra tradizione e innovazione i dolci di Natale sono un attentato alla gola e alla linea. Ognuno di questi ha i suoi convinti estimatori: alzi la mano chi non ha assistito, almeno una volta, alla votazione tra panettone e pandoro.
Con gli schieramenti pronti a tessere le lodi dell’uno o dell’altro. Oggi però, ce ne sono di talmente tante qualità e declinazioni mandorlati, al caffè, al cioccolato, al limone, panettone senza canditi, pandoro con frutta e via di questo passo, che la scelta è davero dura. Il pandoro da Verona, il panettone da Milano, il panforte, panpepato, ricciarelli e cavallucci da Siena: il Natale è anche l’incontro dei sapori e della storia dolciaria italiana che si mescola e in ogni regione si declina in nuove versioni con i nomi più diversi. E poi, a rifinire il tutto l’immancabile frutta secca che in questo periodo la fa da padrona.
La tradizione dei doni. Babbo Natale, Gesù Bambino e la Befana
Quella della consegna dei doni è una tradizione diffusa in ogni parte del mondo. Ovunque esiste una figura mitica che porta i regali ai più piccini. La tradizione è legata a San Nicola un vescovo del IV secolo, di cui il personaggio di Babbo Natale porta il nome (Santa Claus) nei paesi nordeuropei. In Gran Bretagna veniva chiamato “Papà Natale”, in Francia è Père Nöel, mentre in Italia è Babbo Natale. Viso pacioso e roseo, pancia e barba bianca, l’usanza lo vuole su una slitta trainata da renne che “parcheggia” per scendere per il camino e lascia i doni ai bambini. A lui sono indirizzate le letterine con le richieste del gioco preferito, accompagnate anche da promesse di buona condotta. Poi comincia l’attesa per capire se la richiesta verrà esaudita. Un attesa talvolta scandita da un’altra tradizione molto diffusa in Europa e negli Stati Uniti: il calendario dell’Avvento, che mostra i giorni che ci separano al Natale. Dal primo giorno di
Dicembre fino alla vigilia, 24 finestrelle riempite con forme di cioccolata raffiguranti motivi natalizi.