James Dean
Bellissimo e dannato. A quasi settant’anni dalla morte, James Dean è ancora leggenda. La carriera fulminante e la scomparsa prematura all’età di 24 anni hanno alimentato il suo mito nato da subito. Nel cinema, con film di successo.
tratto da PiùMe Magazine n.4 Aprile 2024 p. 38 a cura di Lara Venè
È nell’immaginario collettivo per il carattere ribelle, in un’epoca dove esserlo faceva ancora notizia.
L’immagine di lui in maglietta bianca, giubbotto rosso e sigaretta tra le labbra, come era apparso in Gioventù bruciata (1955) di Nicholas Ray, consegna alla storia il suo personaggio: l’attore di Hollywood e, insieme, il ragazzo scanzonato con occhi furbi che nascondono timidezza e il sorriso sornione che irride la vita. Proprio come quella generazione fatta di anticonformismo e voglia di ribellione che forse, inconsapevolmente, lui stava rappresentando. Suggellata con l’epilogo tragico di una morte spettacolare e violenta, a bordo della sua Porche Spyder.
D’altronde, anche l’ingresso nel mondo del cinema è stato a seguito di una rottura: il giovane James, nato nel 1931 a Marion nello Stato dell’Indiana in una famiglia di quaccheri, dopo il diploma si iscrive al college di Santa Monica Junior College e si specializza per prepararsi agli studi in giurisprudenza, ma presto cambia la specializzazione in quella per le discipline teatrali. Una scelta che non viene accettata dal padre e che lo porta a sbattere la porta di casa e lasciare la famiglia. Abbandona anche il College, si guadagna da vivere da solo come può e insegue la sua vocazione tra spot e
comparsate televisive. Poco dopo dalla California si trasferisce a New York per studiare
teatro e viene ammesso all’Actors Studio diretto da Lee Strasberg. See the Jaguar (1952) è la sua prima apparizione teatrale. Dean partecipa nel frattempo anche a diverse produzioni tv ed entra nel cast del telefilm The Dark Dark Hours, dove recita a fianco di quel Ronald Reagan che quasi trent’anni dopo sarebbe diventato il 40° Presidente degli Stati Uniti.
Il più promettente giovane attore dell’anno
È il 1954 quando nei panni di un ragazzo arabo, Bachir, in The immoralist di R. e A. Goetz adattamento del testo di A. Gide, si aggiudica il Bloom Award e il Theatre World Award come miglior debuttante della stagione.
La performance lo fa decollare anche al cinema dove Dean aveva già lavorato in ruoli minori ne I figli della gloria (1951) e Attente ai marinai! (1952).
Tre film di grande successo in meno di due anni
L’esordio come protagonista arriva con La valle dell’Eden (1955) diretto da Elia Kazan,
tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 1952 da John Steinbeck. James Dean è il giovane e inquieto Cal Trask, in conflitto con il padre Adam, scrupoloso osservante
degli insegnamenti della Bibbia. Premio come miglior film drammatico all’8º Festival di Cannes, La valle dell’Eden rende famoso il giovane James che per la pellicola ottiene una candidatura postuma all’Oscar, la prima candidatura postuma nella storia dell’Academy
Award.
Nello stesso anno è il diciassettenne Jim Stark, ribelle, con problemi caratteriali tra alcolismo e delinquenza in Gioventù bruciata (1955) diretto da Nicholas Ray. Il film diviene cult, inserito dall’American Film Institute al 59º posto della classifica dei migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi, fa di James Dean il simbolo della gioventù dell’epoca, in contrasto con i genitori e la difficoltà di comunicare con loro. Il look indossato da Dean nel film: jeans, maglia bianca e giacca rossa, diventano tendenza per gli anni a venire per milioni di giovani in tutto il mondo. Un abbigliamento che segnerà un’epoca, diventerà messaggio di ribellione e riuscirà a resistere nel tempo.
Un anno dopo, nel 1956, esce Il gigante, tratto dal romanzo di Edna Ferber e diretto da
George Stevens. James Dean è il bracciante innamorato Jett Rink che trova il riscatto
dopo esser diventato ricco per aver scoperto il petrolio in un terreno ereditato. Per il ruolo ottiene una candidatura all’Oscar al miglior attore, anche in questo caso, postumo. Il gigante è anche l’ultima pellicola in cui compare Dean che termina le riprese del suo personaggio il 22 settembre 1955. Dieci giorno dopo, il 30 settembre, a 24 anni perde
la vita in un tragico incidente alla guida della sua Porsche 550 Spyder in un frontale in
California.
L’amore impossibile con una fidanzata italiana
Nella breve vita di successo e fragilità del divo americano c’è anche la storia d’amore
con la giovane e bella attrice italiana Anna Maria Pierangeli, conosciuta mentre lei sta
girando Il calice d’argento. La relazione è avvolta da tanti misteri, un po’ romanzata e condita da pettegolezzi.
Sembra che Dean se ne fosse innamorato e che entrambi volessero addirittura convolare
a nozze. Un amore però negato per motivi religiosi. A mettersi di traverso la madre di lei che si sarebbe opposta perchè Dean non era cattolico. I due si lasciano e dopo poco la Pierangeli annuncia il fidanzamento con il cantante italo americano Vic Damone che sposerà dopo poco.
La storia è un misto di romanzo e realtà, aneddoti vociferati e smentiti, che hanno comunque contribuito ad alimentare il mito del bello e sfortunato James che, a seguito della rottura con la Pierangeli, cade in uno stato depressivo, fatto di
alcool e corse in auto. Come quella di due anni dopo, a bordo della sua “Little Bastard” in cui perde la vita.
Alcuni negli anni hanno avanzato ipotesi anche sulla sua bisessualità.
Sui suoi amori si è parlato e scritto molto. Nel libro James Dean: Tomorrow Never Comes di Darwin Porter e Daforth Principe, si racconta anche di una storia gay con Marlon
Brando. Tutto: bellezza, amori, successo, fragilità e cadute fino alla morte prematura che consacra all’immortalità, hanno contribuito ad alimentare il suo fascino che non
conosce tramonto.