Anna Magnani
Quella corsa disperata dietro al marito rapito dai tedeschi,
i capelli scompigliati e il braccio alzato e, infine, la caduta a
terra colpita dagli spari mortali in “Roma città aperta”,
sono l’immagine simbolo con cui il mondo intero identifica
Anna Magnani.
tratto da IperSoap Magazine n. 3 Marzo 2021 p. 42, a cura di Lara Venè
Mentre per gli italiani quella è la scena che, forse, meglio rappresenta in tutta la sua forza drammatica l’era buia del paese allo sbando dopo l’armistizio di Cassibile, quando gli Alleati sbarcati in Italia avanzano verso nord, nella capitale è già attiva la resistenza e i tedeschi battono gli ultimi colpi feroci.
Una scena straordinara che infatti valse alla Magnani il Nastro d’argento come attrice non protagonista e a Roberto Rossellini, che di quel film è il regista, la Palma d’oro al Festival di Cannes. E’ il 1946 e proprio “Roma città aperta” inaugura la gloriosa stagione del neorealismo cinematografico italiano di cui, non fosse altro che per quella recitazione entrata nella storia del cinema, Anna Magnani è l’attrice che più lo rappresenta. Ed è anche il film con cui la Magnani acquista subito fama internazionale e per Rossellini é il primo della Trilogia della guerra antifascista a cui seguiranno Paisà (1946) e Germania anno zero (1948).
La Magnani ha un talento naturale, che la frequentazione dell’Accademia nazionale d’arte drammatica iniziata nel 1927, prima di compiere vent’anni, ha forse soltanto contribuito ad irrobustire se, come ebbe modo di affermare Silvio D’Amico, allora direttore dell’Accademia: “ la Scuola non poteva insegnarle molto di più di quello che ha già dentro di sè…”, perché lei aveva già quel carisma che l’avrebbe resa indimenticabile.”
Qualche anno dopo comincia ad avvicinarsi al cinema. Il suo debutto avviene con La cieca di Sorrento (1934) di Nunzio Malasomma. Poi lavorerà con i più celebri registi italiani, da Luchino Visconti a Pier Paolo Pasolini, da Vittorio De Sica a Roberto Rossellini a cui, per altro, si lega anche sentimentalmente. Una relazione nata sul set di “Roma città aperta”, destinata però a durare poco e terminare con il tradimento, quando Rossellini è travolto dalla passione per Ingrid Bergam. Quell’affascinante e nota attrice svedese in un solo colpo ad Anna soffia, non solo il compagno, ma anche la sua parte nel film Stromboli terra di Dio.
E’ il 1949 e alle isole Eolie e si consuma quella che è passata nelle cronache del cinema come la “guerra dei vulcani” perchè a pochi chilometri di distanza, mentre Anna è sul set di Vulcano diretto da William Dieterle e interpretato accanto a Rossano Brazzi e Geraldine Brooks, nell’isola vicina Rossellini sta girando Stromboli (Terra di Dio) con la sua
nuova compagna Ingrid Bergman.
Intanto, nel 1947 la Magnani vince il suo secondo Nastro d’argento e il premio per la miglior attrice alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per il film L’onorevole Angelina diretto da Luigi Zampa. Nel 1948 interpreta il suo ultimo film con Roberto Rossellini, prima della rottura della loro relazione, L’amore che le vale il terzo Nastro d’argento.
Nel 1951 é la protagonista del film Bellissima di Luchino Visconti, sceneggiato da Cesare Zavattini, con Walter Chiari, Corrado, Alessandro Blasetti, Tecla Scarano, e vince il suo quarto Nastro d’argento. Anche qui un’interpretazione magistrale che i critici del tempo non mancano di sottolineare. Corrado Alvaro sul “Mondo” le attribuisce «una forza di
rappresentazione, una verità e una poesia della vita che fanno di una tale attrice un fenomeno unico».
L’Oscar e il quinto Nastro d’argento
Il 1956 è un altro anno da segnare per Anna Magnani: vince il suo quinto e ultimo Nastro d’argento con il film Suor Letizia – Il più grande amore di Mario Camerini. Ma, soprattutto, il 21 marzo 1956 é la prima interprete italiana nella storia degli Academy Awards a vincere il Premio Oscar come migliore attrice protagonista. Lo riceve grazie all’interpretazione di Serafina Delle Rose nel film La rosa tatuata (1955) con Burt Lancaster per la regia di Daniel Mann, tratto dall’omonimo romanzo di Tennessee Williams che ne è anche lo sceneggiatore. Un ruolo per cui vince anche il premio BAFTA (British Academy of Film and Television Arts) come attrice internazionale dell’anno e il Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico.
La Magnani è una delle poche personalità italiane ad avere una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame, la famosa strada di Hollywood dove sono incastonate oltre 2000 stelle a cinque punte.
Un altro riconoscimento internazionale, quello per la miglior attrice al Festival di Berlino, le viene conferito nel 1958 per l’interpretazione del film Selvaggio è il vento (1957) di George Cukor in cui é affiancata da Anthony Quinn e Anthony
Franciosa. Per lo stesso ruolo, sempre nel 1958, vince anche il suo primo David di Donatello come migliore attrice ed é candidata per la seconda volta al premio Oscar. Ma questa volta la statuetta è assegnata a Joanne Woodward per La donna dai tre volti (1957) di Nunnally Johnson.
Nel 1959 arriva il suo secondo David di Donatello per il film Nella città l’inferno (1958) di Renato Castellani, interpretato
assieme a Giulietta Masina. Un anno dopo é di nuovo a Hollywood per recitare accanto a Marlon Brando e Joanne
Woodward nel film Pelle di serpente di Sidney Lumet. E ancora, in Italia nel 1962 é la protagonista di Mamma Roma
di Pier Paolo Pasolini, baciato da un grande successo di pubblico e di critica soprattutto in Francia.
Poi il teatro: nel 1965 con La lupa di Giovanni Verga, per la regia di Franco Zeffirelli, e nel 1966 con Medea di Jean Anouilh, diretta da Gian Carlo Menotti.
Nel 1969 il suo ultimo film americano, Il segreto di Santa Vittoria (1969) di Stanley Kramer, accanto a Anthony Quinn,
Virna Lisi, Hardy Krüger e Giancarlo Giannini, per il quale ottiene la candidatura alla migliore attrice al Golden Globe.
“Nun me fido! Buonanotte”.
Anna Magnani, nella soddisfazione di una carriera folgorante e di una vita privata poco fortunata, ci lascia presto: all’età
di 65 anni un tumore al pancreas se la porta via e lei sembra congedarsi da tutti con un’ultima apparizione cinematografica, Roma di Federico Fellini. E’ il 1972, un anno prima della sua morte e in questo cameo interpreta se stessa. Rientrata a casa, di notte, dopo aver percorso le strade di una Roma deserta sta per chiudere il portone quando la voce fuori campo di Fellini le chiede: “Posso farti una domanda?” Nannarella guarda dritta nella macchina da presa e, nel suo tipico dialetto romanesco, ci saluta così: “No. Nun me fido. Ciao. Buonanotte”.