Le nuove frontiere dello Smart Working
tratto da IperSoap Magazine n. 5 Maggio 2021 p. 30, a cura di Anna Greco
Immersi nella natura all’ombra di castagni secolari o a bordo di una nave da crociera vista mare: sono le nuove frontiere dello smart working che, dopo aver costretto milioni di italiani a ritagliarsi spazi di lavoro in abitazioni piccole e spazi condivisi con la famiglia viene declinato in forme originali e di benessere. Perchè se in molti casi per lavorare da remoto bastano un pc ed una buona copertura di rete, allora il lavoro oltre a diventare smart può diventare fair o sustainable. E, facendo di necessità virtù, il lavoro diventa piacevole, meno pesante, alleviato dagli spazi aperti, i profumi della natura, la vista del cielo.
Nasce su queste basi il progetto «Apella Happy Office» lanciato dall’agriturismo Montagna Verde ad Apella, piccolo paese nel comune di Licciana Nardi, nel cuore della Lunigiana. La sua titolare, Barbara Maffei, é una giovane imprenditrice, ingegnere civile che alcuni anni fa ha abbandonato Milano, città dove il suo lavoro l’aveva portata.
Qui lavorava con successo in uno studio di progettazione, ma lei, complice l’arrivo del collegamento Internet arrivato nel 2008 ad Apella, ha deciso di tornare alle origini, alla sua terra rilevando la proprietà di famiglia e trasformandola in un agrturismo. Qui, in mezzo al verde, tra prodotti tipici e coltivazioni locali si mangiano prodotti a chilometri zero, si vive e si respira la natura e i bambini possono imparare grazie alla fattoria didattica.
Oggi Barbara lancia un’altra sfida: il primo natural smartworking in Lunigiana. Un vero e proprio spazio dove poter lavorare, dotato di tutto il necessario: connessione internet efficace, fotocopiatrice, scanner, spazio riunioni e postazioni di lavoro all’aperto, sotto i castagni o a bordo piscina. Si lavora, ma in mezzo al verde. L’idea nasce dalla stima che “entro il 2035 i nomadi digitali, ovvero coloro che scelgono di lavorare da remoto in modalità smart-working, saranno oltre un miliardo -spiega Barbara- Il loro periodo di permanenza in un determinato luogo potrà variare da una settimana a un intero anno, desiderosi di immergersi nella vita quotidiana delle più disparate comunità, all’insegna del viaggio come stile di vita”.
Come racconta Barbara, Apella Happy Office nella sua concezione di “natural smartworking” é anche un “esperimento sociologico di voler testare in un’area marginale rurale una rete digitale di alte performances, che copra un borgo e le aree agricole circostanti (in particolare i castagneti da inserire anche come luogo alternativo di lavoro per le riconosciute capacità di fornire benessere psico-fisico) con banda ultra larga, fornita da un operatore privato che crede nel progetto e investe con una linea business dedicata”.
Così, il lavoro può essere ripensato in una dimensione diversa, lontano dalle stanze chiuse, in uffici angusti in spazi metropolitani o in città caotiche, dove le pause pranzo sono fatte da snack davanti al pc o, per i cultori della linea, insalate chiuse in contenitori di plastica. Ad Apella, no. Nella pausa o nel dopo lavoro si può fare trekking, imparare ad andare a cavallo, partecipare a visite guidate in vigna o nei luoghi del Bioparco o tra i castagneti che circondano l’agriturismo. Se fa caldo e ci si vuole rinfrescare si può fare un tuffo in piscina, partecipare alla degustazione di vini. E a pranzo o a cena? Prodotti rigorosamente locali, a metri zero. Quella di Apella é un’esperienza pilota e, se funzionerà, potrà essere replicato in tutte le quattro province del Parco nazionale dell’Appennino tosco emiliano che sta esaminando un progetto più ampio: “Sustainable smart co-working” (Sscw) nei centri visita della Riserva della biosfera Appennino tosco-emiliano.
Scrivania vista mare
Per chi ama il mare, invece, lo smart working ideale potrebbe essere quello a bordo di una grande nave da crociera che garantisca tutte le necessità del lavoro da remoto e tutti confort di una vacanza.
L’idea è venuta a Paeda & Associati, piccola azienda di consulenza meneghina, che, dopo quelle di Milano e Catania, ha inaugurato una terza sede galleggiante a bordo della Grandiosa, l’unica nave della flotta MSC oggi operativa sulla tratta Genova-Napoli-Palermo-La Valletta. Qui, ogni giorno, vengono collocate e disposte vista mare le scrivanie necessarie per lavorare. L’ufficio è aperto 24 ore su 24 e ognuno segue gli orari di lavoro che preferisce. Nella pausa lavoro, o a fine giornata può trovare relax in una delle tante attività della nave: un bagno in piscina o una sudata in palestra. Durante la scorsa estate, in piena pandemia sono state molte le strutture ricettive e gli alberghi che si sono attrezzati per offrire agli ospiti servizi dedicati allo smart working, garantendo angoli e camere per favorire la concentrazione, connessione wifi anche sulla spiaggia e negli spazi all’aperto o servizio di baby sitting per i bambini. Qualcuno ha ribattezzato questo nuovo modo di lavorare e fare vacanza “workation”, termine nato dalla fusione delle parole “work” e “vacation”.
Sono progetti nati dalla necessità, che potrebbero però essere il futuro immediato del lavoro agile che, probabilmente, non verrà definitivamente abbandonato con il ritorno alla normalità. Piuttosto, è probabile che venga ripensato e organizzato diversamente e meglio. La natura, l’aria aperta, gli spazi, rendono il lavoro più piacevole, forse anche più creativo. Del resto, alla base del lavoro smart non c’è la rigidità del luogo, del cartellino da timbrare, degli orari che ingessano, ma ci sono l’efficienza e il raggiungimento dei risultati. E se si sta bene, questi sono garantiti.