Franco Battiato
È come se avesse voluto aspettare il quarantesimo anniversario della
Voce del Padrone, l’ album che lo ho consacrato nell’olimpo della musica,
record di successo, primo long playing in Italia a superare il milione di
copie vendute, Franco Battiato. E poi, stanco e malato da tempo,
si è definitivamente ritirato dalla scena.
tratto da IperSoap Magazine n. 7 Luglio 2021 p. 38 a cura di Lara Venè
La voce del padrone
È il settembre 1981 quando esce l’album, ritenuto una delle pubblicazioni più importanti della musica italiana. Un boom di successo, al primo posto in classifica per diciotto settimane non consecutive fra il maggio e l’ottobre del 1982 e il primo a superare il traguardo del milione di copie vendute in Italia. Apprezzato dal pubblico perchè orecchiabile e perfino ballabile. Dal punto di vista musicale l’album, invece, segna un passaggio importante con cui Battiato dalle sonorità abituali del punk rock e della new wave, passa al genere pop. Bandiera Bianca, Cuccurucucù e Centro di gravità permanente, sono i singoli divenuti più celebri dell’LP, cantati, ricantati e sempre freschi nonostante gli anni. Ritmati e ballabili, ma pieni di riferimenti culturali e denunce sociali.
Bandiera bianca è una critica che punta l’indice contro le piaghe considerate dal cantautore più immorali della società contemporanea: il terrorismo («in quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore»), la politica («quei programmi demenziali con tribune elettorali»), la miseria della vita «negli abusi di potere» e l’eccessiva dipendenza dai soldi («pronipoti di sua maestà il denaro»). Sono i mali del nostro tempo, i «minima Immoralia», citando e rivisitando i Minima Moralia di Theodor W. Adorno.
Centro di gravità permanente
Altro memorabile singolo dell’LP. Sembrano frasi accostate, fatte di titoli di canzoni e giochi di parole, invece questo singolo che ha venduto 60.000 copie è un testo di filosofia. Il “centro di gravità” citando il pensatore, musicista e mistico George Gurdjieff, è il luogo dell’intimità, il “sé” reale dove Battiato spera di trovare stabilità e diventare un semplice osservatore. Una condizione, questa, che gli farà incontrare personaggi sapienti: la “vecchia bretone con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù”, i “capitani coraggiosi”, i “furbi contrabbandieri macedoni”, i “gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming”.
Cuccurucucù Paloma
È una canzone del cantautore messicano Tomas Mendez del 1954. ll titolo deriva dall’onomatopea del verso delle colombe in lingua spagnola. La canzone parla della sofferenza per la perdita di una persona amata: Ahia-ia-ia-iai cantava. Per Battiato il ricordo è quello dell’adolescenza, degli anni del liceo (Le serenate all’istituto magistrale), e della sua personale playlist a corredo e memoria del tempo andato: Lady Madonna (1968) e With a little help from my friends (1967) dei Beatles ; Ruby Tuesday (1967) dei Rolling Stones, Let’s twist again di Chubby Checker (1961); concludendo con l’omaggio a Bob Dylan attraverso Like just a Woman (1966) e Like a Rolling Stone (1965).
Dopo La voce del Padrone, Franco Battiato torna alla “sua” musica di compositore colto con un’impostazione classica e accademica, fatta di filosofia e spiritualità, più consona al suo essere e alla sua natura. Da Milano si trasferisce nella sua terra d’origine, la sua cara Sicilia ai piedi dell’Etna che il giorno dei suoi funerali lo ha omaggiato con una spettacolare fontana di lava. Qui il cantautore scrive e compone di amori terreni e celesti, misteri e tematiche sistenziali: E ti vengo a cercare, Secondo imbrunire, L’oceano di Silenzio. Nel 1996 esce L’imboscata, altro successo commerciale con l’inarrivabile e immenso singolo La cura, riconosciuto Miglior Canzone dell’Anno al Premio Internazionale della Musica. Nel giugno 2000 esce Campi magnetici e l’anno dopo Ferro Battuto, che contiene 10 brani
prodotti e arrangiati dallo stesso Battiato con la partecipazione di alcuni prestigiosi ospiti, primo fra tutti Jim Kerr dei Simple Minds che duetta con Battiato in Running against the grain. E ancora, Il Vuoto (2007), Felurs 2 (2008) Inneres Auges (2009), Apriti sesamo (2012), Joe Patti’s experimental group (2014) e Torneremo ancora (2019).
Battiato è stato anche molto altro, regista di film (Perduto Amor, nel 2003 che segna il suo esordio cinematografico gli vale il Nastro d’Argento come miglior regista italiano esordiente), autore di opere, pittore e autore di canzoni per altri e per tante voci femminili, da Alice a Milva. Con la prima, da febbraio ad aprile 2016, é nel tour di successo Battiato e Alice: trentadue date italiane quasi tutte sold out, con l’accompagnamento della Ensemble Symphony Orchestra. Il tour viene riproposto a luglio e nell’autunno dello stesso anno viene pubblicato un cofanetto contenente DVD e CD dal titolo Live in Roma. Nell’ottobre 2019 il ritiro dalle scene fino al triste epilogo del 18 maggio scorso.
Quella di Franco Battiato, é stata una perdita triste per la musica italiana e, in generale, per la cultura tutta che con lui ha parlato una lingua unica, fatta di rimandi esoterici, frasi quasi surreali, considerazioni graffianti e pensieri profondi, in un continuo interminabile cammino alla ricerca …….dell’era del cinghiale bianco.