Lucio Dalla
Se c’è una cosa che non è possibile fare é identificare Lucio Dalla con un
unico genere musicale. Cantautore eclettico, nasce con il jazz, approda
al pop passando per il beat, intraprende sodalizi artistici che poi
abbandona e poi, ancora, ripropone nella ricerca continua verso nuovi
orizzonti con una sorta di irrequietezza artistica e dell’anima.
tratto da IperSoap PiùMe Magazine n. 12 Dicembre 2021 p. 40, a cura di Lara Venè
Tutto comincia il 4/03/1943 a Bologna, data storica che diventerà anche il titolo della celebre canzone che, in realtà, in origine si chiamava Gesù Bambino. Un titolo ingombrante con un testo che per la censura del tempo si prestava ad equivoci e sembrava irriguardoso. E così, il brano composto da Paola Pallottino nasce come Gesù Bambino e diventa 4/03/1943. Dalla lo canta al Festival di Sanremo nel 1971 con modifiche di alcune parti del testo. Si piazza al terzo posto e diventa uno dei suoi maggiori successi. E’ in quell’anno che Lucio Dalla, un amore quasi innato per la musica che pratica fin da giovanissimo suonando prima la fisarmonica e poi il clarino e il pianoforte, comincia a conoscere la notorietà. La canzone fa parte dell’album Storie di casa mia, uscito proprio nel 1971 e trampolino verso il successo. All’interno anche la celebre canzone Il Gigante e la bambina musicata da lui con il testo della Pallottino.
L’anno dopo, nel 1972, Lucio Dalla torna a Sanremo con un altro pezzo cult: Piazza Grande, dedicata a un senzatetto realmente vissuto. E’ lui stesso a scriverne la musica insieme a Ron sul testo di Gianfranco Baldazzi e Sergio Bardotti.
“Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è Sulle panchine in Piazza Grande Ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n’è
Dormo sull’erba e ho molti amici intorno a me Gli innamorati in Piazza Grande Dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no
A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io
A modo mio avrei bisogno di sognare anch’io”
La canzone è commovente e bellissima. Quell’anno a Sanremo non ha ottenuto il riconoscimento che avrebbe meritato. Invece va dritta al cuore e diventa un classico, piena com’è di significati e foriera di riflessioni. E a distanza di anni continua ad emozionare.
Nel 1973 Lucio Dalla inizia il sodalizio artistico con il poeta bolognese Roberto Roversi, che durerà quattro anni e darà vita a tre long playing con sperimentazioni nelle musiche e nei testi. Il primo frutto della collaborazione è “Il giorno aveva cinque teste”, uscito proprio nel 1973, contiene brani di carattere sociale come L’operaio Gerolamo e Alla fermata del tram, e altri come Pezzo zero e La canzone di Orlando. Nel 1975 “Anidride solforosa” e l’anno dopo l’album “Automobili”. Siamo nel mezzo degli anni Settanta di un paese in fibrillazione sociale e politica in cui la musica e l’arte ricoprono anche la funzione di lanciare messaggi di denuncia e rivendicazioni, uscendo anche dai luoghi classici. Lucio Dalla è impegnato ad esibirsi nelle fabbriche, tra gli operai, incontrando direttamente il mondo del lavoro.
Come è profondo il mare
E’ il 1977 Lucio Dalla si ritira alle isole Tremiti e da quel paradiso di azzurro nasce Come è profondo il mare, con l’omonima, bellissima canzone. E’ un album importante perché segna una svolta nella sua carriera: cambia lo stile e da quel momento la musica conosce un altro Lucio Dalla che diventa cantautore, imbraccia spesso il clarinetto, indossa lo zucchetto di lana in testa, si veste in modo trasandato.
E’ un momento prolifico, questo. Dopo due anni esce un altro album: “Lucio Dalla”, pubblicato nel febbraio del 1979 e rimane un anno e mezzo in classifica. Al suo interno ci sono canzoni divenute subito di successo. Tra le altre, Anna e Marco, L’ultima luna, Stella di mare, La signora. E, dulcis in fundo, L’anno che verrà.
Il fortunato incontro con De Gregori
Alla fine degli anni settanta esce il 45 giri Ma come fanno i marinai, scritto e cantato in collaborazione con Francesco De Gregori. Un testo figlio di un’ispirazione casuale alla fine di un pranzo tra i due che, apre il cammino verso “Banana Republic”, album uscito alla fine del tour storico dell’estate del 1979 negli stadi di tutta Italia, che si conclude allo Stadio Flaminio di Roma. Un successo di pubblico straordinario per un fatto altrettanto straordinario: la musica d’autore allo stadio. L’esperienza che si ripropone trent’anni dopo nell’estate del 2009 fino a buona parte del 2011. In mezzo a questi trent’anni ancora album di successo: “Dalla”, uscito nel settembre del 1980 e subito in vetta alle classifiche con 600.000 copie vendute. All’interno brani come Futura, Cara, La sera dei miracoli, Balla balla ballerino. Nel 1986 esce la senza tempo Caruso (1986).
Dalla/Morandi
Nel giugno del 1988 ancora un’esperienza nuova per Lucio Dalla: esce il disco Dalla/Morandi contenente vecchi successi dei due amici, con in più vari inediti scritti dallo stesso Dalla, Mogol, Mario Lavezzi, Battiato, Stadio e Ron. Ancora una volta un successo: un milione di copie vendute e un tour in lungo e largo per l’Italia. La lunga produzione contiene altri album di successo come , tra gli altri, “Attenti al lupo”, “Cambio “Amen” ,”Henna e “Canzoni”, che supera la cifra di 1.300.000 copie vendute.
Lucio Dalla avrebbe avuto ancora tanto da dire in campo musicale e artistico se un infarto non lo avesse sopraffatto all’improvviso a tre giorni dal suo sessantanovesimo compleanno, il 1 Marzo 2012, impegnato al Montreux Jazz Festival, dove si era appena esibito la sera precedente.