L’Ultimo concerto dei Rolling Stone
«Noi abbiamo iniziato a suonare negli stadi negli anni ’70 e lo facciamo
ancora adesso. Questa è la vera differenza tra le due band: una è
incredibilmente fortunata e suona ancora negli stadi, l’altra non esiste»
Mick Jagger, leader dei Rolling Stones mette un macigno, più che una pietra
sopra alla storica rivalità con i Beatles, nata negli anni ’60 e andata avanti fino a
quando la band di Paul McCartney e John Lennon non si è sciolta nel 1970..
tratto da PiùMe Magazine n. 6 Giugno 2022 p. 82 a cura di Cloe D. Betti
Una rivalità costruita più a tavolino che reale, servita più agli Stones, che ai Beatles, cattivi ragazzi i primi, baronetti i secondi, che ha resistito fino a quando gli “Scarafaggi” hanno intrapreso la carriera di solisti e “Le pietre rotolanti” hanno proseguito, imperterriti, il loro cammino nella storia del rock.
Un cammino lungo 60 anni, un traguardo che la band, dopo i concerti dello scorso anno in terra americana con il “No Filter Tour”, ha voluto celebrare tornando in Europa, con un il “Sixty Tour” che il 21 giugno si fermerà a Milano.
Sedici anni dopo l’ultima volta, i Rolling Stones tornano a esibirsi a San Siro, unica tappa italiana di un tour che li porterà in quattordici live show negli stadi di dieci Paesi d’Europa, compreso l’Anfield, nel cuore di Liverpool, che per la band segnerà la prima volta in uno stadio della città inglese dopo più di 50 anni.
Il 25 giugno e il 3 luglio sarà poi la volta dell’Hyde Park di Londra. Una galoppata storica per Mick Jagger e compagni, decisi a onorare con questo nuovo tour la memoria del batterista della band
Charlie Watts, scomparso a 80 anni lo scorso 24 agosto, ma anche a ricordare al mondo musicale che al di là delle rughe, da sempre impresse sul volto di Jagger, gli Stones sono ancora in grado di lasciare la loro zampata nella storia, senza mai farsi però appannare dalla malinconia.
Non a caso, per aprire il concerto di Las Vegas, la scorsa estate, hanno scelto i Måneskin, la band romana, al top del successo dopo la vittoria all’Eurovision, in grado di creare un arco tra il passato e il futuro, in cui però il presente porta sempre e soltanto un simbolo: la lingua, rossa e provocatoria degli Stones. E proprio una versione moderna dell’iconica lingua, creata dal designer britannico Mark Norton, sarà l’emblema del tour europeo, allestito su palchi imponenti, attrezzati con un innovativo sistema di luci e visual design, che non lascerà fuori dalla scaletta brani epici come “Gimme Shelter”, “Paint It Black”, “Jumpin’ Jack Flash”, “Tumbling Dice”, “(I Can’t Get No) Satisfaction”, “Start Me Up”. Non vogliono smettere di provocare, i Rolling Stones, capaci di affacciarsi nella nuova era mettendo un piede anche nella realtà fatta di serie televisive.
E’ stata la BBC ad annunciare una nuova docu-serie e uno speciale radiofonico, intitolato “Rolling with the Stones”, con interviste esclusive e contenuti inediti.
La serie, intitolata “My life as a Rolling Stone”, trasmessa la prossima estate sul secondo canale televisivo del servizio pubblico britannico, sarà articolata in quattro puntate, ciascuna dedicata a un componente della band e includerà filmati inediti e interviste a Mick Jagger, Keith Richards, Ron Wood, oltre a materiali d’archivio esclusivi e tributi per raccontare la storia di Charlie Watts.
Mick Jagger, che con i suoi 78 anni è il più anziano del gruppo, si è lasciato anche sedurre dalla storia di “Slow horses”, la serie di Apple Tv +, un perfetto mix tra spionaggio, thriller, drama e commedia, per cui ha scritto “Strange Game”, il brano che fa da sigla. Ma il palco resta l’ambiente naturale in cui gli Stones sanno muoversi e dove sono riusciti a conquistare generazioni di fan che non hanno mai smesso di seguirli.
Dopo la morte di Watts molti hanno pensato che non avrebbero potuto continuare, ma il sold out del loro tour americano ha dimostrato ancora una volta che per i Rolling Stones il futuro deve ancora venire.