VITTORIO GASSMAN
CENTO ANNI DALLA NASCITA DEL MATTATORE
Il 1 settembre del 1922, in quell’anno che cambierà per
sempre la storia dell’Italia, a Genova, nel quartiere di Struppa,
che all’epoca faceva comune, nasce Vittorio Gassman. Il
Mattatore, considerato uno dei migliori attori italiani, perfezionista
maniacale della recitazione e tra i principali interpreti della
commedia italiana, ha vissuto una carriera lunga di impegno e
successi tra teatro, cinema e tv.
tratto da PiùMe Magazine n. 8 Agosto 2022 p. 38 a cura di Lara Venè
Quando è ancora piccolo, con la famiglia si trasferisce a Roma dove dopo la maturità classica al Torquato Tasso frequenta l’Accademia nazionale d’arte drammatica, la nota scuola per attori e registi fondata nel 1935 a Roma da Silvio d’Amico.
Al provino recita L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello, viene ammesso. In quegli anni, a Roma, si esercita anche in “un’altra scuola”, quella degli amici, dei compagni di liceo e degli amanti della recitazione come lui: con Squarzina, Carlo Mazzarella, Adolfo Celi, Luciano Salce, Vittorio Caprioli, Nino Dal Fabbro, Alberto D’Aversa, Mario Landi e Umberto Magaldi, Neri Mazzotti ed Emilio Serrao improvvisano scenette comiche e si divertono in imitazioni.
A ventun’anni arriva il suo debutto a teatro. È il 1943, recita nella Nemica di Dario Niccodemi nella compagnia di Alda Borelli. Da lì in poi il teatro lo assorbe e lo forgia.
Entra nella compagnia di Luchino Visconti con Paolo Stoppa, Rina Morelli e Paola Borboni. Per lui Visconti sceglie il ruolo di Kowalski in Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams.
Seguono Come vi piace di Shakespeare e l’Oreste di Vittorio Alfieri. Poi è la volta del Teatro Nazionale. La sua idea è quella di realizzare un teatro culturalmente impegnato e con l’amico Luigi Squarzina fonda il “Teatro D’Arte Italiano”, attraverso messinscene di testi classici di autori nazionali e internazionali.
Producono la prima versione completa dell’Amleto in Italia, e portano in scena opere rare come il Tieste di Seneca e I Persiani di Eschilo. Gassman interpreta poi il Prometeo Incatenato di Eschilo e nel 1960 l’Orestiade con la regia e traduzione di Pier Paolo Pasolini.
Il cinema e lo storico ballo con Silvana Mangano
Accanto alla passione e l’amore per il teatro comincia a svilupparsi anche quella per il cinema. Il fisico atletico, i lineamenti decisi e seducenti lo rendono adatto al ruolo del “villain” del grande schermo: nel 1947 è protagonista de L’ebreo errante di Goffredo Alessandrini, e ne La figlia del capitano di Mario Camerini.
Ma il successo arriva l’anno dopo con Riso amaro di Giuseppe De Santis, Nell’indimenticabile capolavoro del primo neorealismo Vittorio Gassman è il pregiudicato Walter Granata, inseguito dagli agenti che riesce sempre a seminare.
Incanta e abusa della bella Silvana Mangano di cui diventa amante e con cui inscena un ballo scatenato che diventa memorabile. Nel 1958 è Giuseppe Baiocchi ne I soliti ignoti di Mario Monicelli, altro grande capolavoro del cinema italiano con cui si aggiudica il nastro d’argento come miglior attore protagonista.
L’anno dopo, sempre diretto da Monicelli, lo troviamo ne La grande guerra con Alberto Sordi, grande cult della commedia all’italiana in cui Vittorio Gassman debutta in un insolito e fortunato ruolo comico.
Il Mattatore
Nel 1959 sull’allora Programma Nazionale, poi divenuto Rai 1, viene trasmesso uno dei primi programmi televisivi, Il Mattatore, affidato a Vittorio Gassman. È accompagnato da attori teatrali con cui improvvisa sketch su attualità e satira, che hanno come principali bersagli nomi della politica, del giornalismo del cinema.
La televisione era nata da pochi anni e questa trasmissione è il primo esperimento di varietà e contenitore tv che unisce generi diversi. Gassman, versatile e istrionico è, appunto, il Mattatore e questo appellativo lo accompagnerà poi per il resto della sua vita.
Il Mattatore è anche il titolo del film, primo di una lunga serie, che Gassman recita diretto da Dino Risi. Segue Il sorpasso (1962) con la storica scena in cui lui, alias Bruno Cortona, alla guida della lucente Lancia Aurelia B24S, lungo l’Aurelia intraprende un viaggio di spensieratezza e divertimento, specchio dell’Italia di quegli anni, quella del benessere e del boom economico.
E ancora con Risi, La marcia su Roma (1962), I mostri (1963), Il gaucho (1964), Il tigre (1967), Il profeta (1968), In nome del popolo italiano, (1971), Profumo di donna (1974), Anima persa (1977), Caro papà (1979), Tolgo il disturbo (1990).
Nel frattempo c’è lo spazio anche per altri grandi pellicole con cui torna a collaborare con Mario Monicelli: L’armata Brancaleone, 1966, anche questo capolavoro della commedia all’italiana e Brancaleone alle crociate, 1970), Camera d’albergo (1981). Da Ettore Scola è diretto in C’eravamo tanto amati con Nino Manfredi e Stefania Sandrelli (1974) e poi ne La terrazza (1980) e ne La famiglia (1987).
Una mostra a cent’anni dalla nascita ripercorre la vita artistica di Gassman
Fino al 18 settembre a Palazzo Ducale a Genova, città che gli ha dato i natali e che nel 1998, gli ha ha conferito la cittadinanza onoraria, è in programma “Vittorio Gassman. Il Centenario”, mostra curata da Alessandro Nicosia, Diletta d’Andrea e Alessandro Gassmann.
Attraverso materiali privati inediti e testimonianze professionali, immagini e video, curiosità e oggetti personali, la mostra ripercorre l’intera parabola artistica e umana di Gassman, dalla carriera, i premi e i trionfi, alla famiglia e agli aspetti più intimi.
La mostra è stata prima a Roma e, dopo Genova, viaggerà anche anche all’estero, da Parigi a New York. “Questa mostra – ha dichiarato Alessandro Gassman in occasione dell’inaugurazione a Roma – È come l’avrebbe voluta mio padre, non funerea ma vitale, piena di quella energia fuori dal comune che lui possedeva.
Una mostra completa e importante per far scoprire alle giovanissime generazioni Vittorio Gassman e quella generazione che dopo la seconda guerra mondiale aveva saputo rilanciare il paese attraverso il cinema, il teatro, la letteratura”.