Pet-Therapy
di Virginia Torriani
Chi ha un animale domestico sa quanto la sua compagnia contribuisca alla propria felicità. Ma la ricerca scientifica sta dimostrando sempre più che gli animali possono decisamente contribuire anche alla salute. Ecco quindi spiegato l’impiego di cani e gatti, ma anche uccelli, pesci e cavalli in ambienti come ospedali e case di cura, scuole, prigioni e istituti per la salute mentale.
Le prime sperimentazioni di “pet-therapy” – termine con cui si intendono una serie di attività e terapie assistite con animali – risalgono a 150 anni fa, ma è stato solo alla fine degli anni ’70 che i ricercatori hanno iniziato a indagare le basi scientifiche di quel particolare legame che si crea tra malato e animale.
Uno dei primi studi, pubblicato nel 1980, ha scoperto che i pazienti colpiti da infarto che possedevano animali domestici vivevano più a lungo di quelli che non ne avevano alcuno. Un altro studio ha scoperto che accarezzare un cucciolo contribuisce ad abbassare la pressione sanguigna. Più di recente la ricerca si è concentrata sul fatto che interagire con gli animali può aumentare il livello di ossitocina, un ormone che non solo aiuta a sentirsi felici e fiduciosi, ma che ha anche un ruolo fondamentale per far crescere nuove cellule e predisporre il corpo alla guarigione.
La terapia assistita da animali è estremamente efficace per alleviare lo stress, l’ansia e fornire conforto ai pazienti, diminuendone l’angoscia e migliorandone l’umore. Per questa ragione uno degli ambiti in cui si hanno riscontri particolarmente positivi è quello relativo al disagio infantile: disturbi alimentari, abusi, bullismo, autismo…
La presenza dell’animale è anzitutto funzionale alla relazione con il terapeuta, che per stabilire un legame col bambino si affida al supporto di un cucciolo, la cui vicinanza induce il minore a predisporsi in un atteggiamento più aperto, confidente e quindi collaborativo. Un cane o un gatto non giudicano, non si rifiutano, anzi si donano totalmente, stimolando il sorriso e la socializzazione, senza pregiudizi. Stando vicino a un animale diminuisce il battito cardiaco, calano le ansie e le paure, le inibizioni.
Da un punto di vista emozionale e psicosociale attraverso la pet-therapy è possibile combattere emozioni e sentimenti negativi, sviluppando alcune doti dell’intelligenza emotiva quali ad esempio l’empatia e il controllo delle emozioni, favorire il rilassamento corporeo, diminuire l’iperattività e l’aggressività e migliorare le capacità di comunicazione e le relazioni.
Da un punto di vista psicopatologico si rivela utile per trattare fobie e per gestire e superare shock e traumi come quelli causati da condizioni di reclusione e istituzionalizzazione, ma anche quelli legati alla necessità di sottoporsi a lungo a cure mediche.
Da un punto di vista cognitivo attraverso la terapia assistita con animali è possibile migliorare la capacità di memorizzazione e quella di utilizzare linguaggi convenzionali e simbolici come gesti e comandi. Per questa ragione viene utilizzata anche per supportare la cura di malattie neurologiche e cardiocircolatorie , quali demenze senili, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, sclerosi multipla, convalescenza dal coma, ictus o infarti.
Infine, da non sottovalutare, le applicazioni della terapia assistita con animali sotto l’aspetto psicomotorio: è possibile utilizzare vere e proprie forme di riabilitazione posturale e motoria, che possono agire stimolando il tono muscolare in situazioni di atrofia e favorendo la motricità anche in persone con handicap.