Gina Lollobrigida
Per tutti Gina Lollobrigida era semplicemente la “Lollo”. E questo dà la cifra di come la critica, i media e il pubblico la sentissero vicina. Come una di noi, tanto da chiamarla con un appellativo di confidenza che accorciava le distanze con quella che fu invece una diva, diretta dai migliori registi e a fianco di attori stellari.
“La popolarità ha un lato positivo, ed apre molte porte. Ma la verità è che non mi piace, perchè trasforma la tua vita privata in poca cosa.”
tratto da PiùMe Magazine n. 3 Marzo 2023 p. 19 a cura di Lara Venè
Bellissima, di quella bellezza piena e innocente, che rapiva per la sfrontata naturalezza, la “Bersagliera“ del cinema italiano era un’artista a tutto tondo, fotografa e scultrice, anche se il mondo la ricorderà sempre per le sue interpretazioni e i personaggi diventati iconici. A vent’anni arriva terza alla finale di Miss Italia dell’edizione 1947, vinta da Lucia Bosè e nel frattempo, con lo pseudonimo Diana Loris, presta il suo volto ad uno dei primi fotoromanzi italiani pubblicati nella rivista “Sogno”. Tre anni dopo il miliardario Howard Hughes, uno dei più grandi magnati di Hollywood, le prenota un volo per gli USA con un contratto in esclusiva in cui lei si sente però troppo stretta: scoperte le clausole fa subito ritorno a Roma.
Qui cominciano i primi successi. Nel 1951 Carlo Lizzani, al debutto come regista, le affida il ruolo della giovane e volitiva Gina, coinvolta nella discesa in pianura di un gruppo partigiano nella Liguria del dopo 8 settembre in Achtung! Banditi! L’anno dopo è Adelina, figlia di un sergente dell’esercito di Luigi XV, finta zingara, poi adottata dal Re in persona, a fianco di Gérard Philipe in Fanfan La Tulipe di Christian-Jacque. Orso d’argento al Festival di Berlino, il film la rende una star in Francia. Con Pane, amore e fantasia (1953) di Luigi Comencini conquista i vertici della popolarità nel ruolo di Bersagliera, la bella contadina povera, generosa ma impertinente e risoluta a fianco di Vittorio De Sica. Il film le vale il Nastro d’argento come migliore attrice protagonista. L’anno seguente è nel sequel Pane, amore e gelosia sempre di Comencini, mentre nel 1955 rifiuta di recitare in Pane, amore e…di Dino Risi, terzo capitolo della serie. Posto affidato quindi a Sophia Loren, l’eterna “rivale” secondo supposizioni della stampa dell’epoca. Una rivalità quella tra le due dive del cinema Gina Lollobrigida e Sophia Loren, che le ha accompagnate da sempre e per molto tempo ha riempito le trasmissioni di costume, ma non si è mai saputo quanto fosse reale e non costruita e alimentata ad hoc.
Gina Lollobrigida recita e dimostra di saperlo fare bene anche in ruoli drammatici per lei inediti come ne La provinciale di Mario Soldati (1953) e ne La Romana di Luigi Zampa (1954), adattamenti cinematografici dei due lavori di Alberto Moravia.
Qui, nel ruolo della protagonista Adriana Silenzi, si aggiudica la grolla d’oro a Saint Vincent. Drammatici sono i ruoli anche in Mare matto (1963) di Renato Castellani e Un bellissimo novembre (1968) di Mauro Bolognini.
Dalla commedia al ruolo tragico a cantante lirica: la versatilità artistica emerge ne La donna più bella del mondo (1955) di Robert Z. Leonard, film biografico sulla vita della cantante lirica Gina Cavalieri in cui la “Lollo”, che qui recita in coppia con Vittorio Gassman, rivela buone doti come cantante lirica e star del cafè chantant, e come miglior attrice protagonista le viene riconosciuto il primo David di Donatello, premio istituito proprio quell’anno.
La Lollo a Hollywood Sono gli anni in cui la Lollobrigida incontra il cinema hollywoodiano e i suoi protagonisti: nel 1956, è
Lola in Trapezio di Carol Reed, in cui recita con Burt Lancaster e Tony Curtis. Con Anthony Quinn nel ruolo di Quasimodo lei è Esmeralda in Notre Dame De Paris di Jean Delannoy (1956), prima trasposizione del romanzo di Victor Hugo. In Sacro e profano (1959) di John Sturges è al fianco di Frank Sinatra e Steve McQueen. Con Torna a settembre (1961) di Robert Mulligan, in cui è protagonista insieme a Rock Hudson, Bobby Darin e Sandra Dee, vince un Golden Globe come miglior attrice del mondo. Nello stesso anno presenzia alla cerimonia degli Oscar. Nel 1964 ne La donna di paglia di Basil Dearden è insieme a Sean Connery. Sulla Walk of Fame di Hollywood nel 2018 ottiene anche la sua stella. Nel frattempo raccoglie premi e riconoscimenti in ruoli e personaggi diversi: un secondo Nastro d’argento e un secondo David di Donatell con Paolina Bonaparte in Venere imperiale (1962) di Jean Delannoy, il terzo David di Donatello come la bella e scaltra italiana in Buonasera, signora Campbell (1968) di Melvin Frank. L’ultima importante apparizione di Gina Lollobrigida è in televisione, dove il grande pubblico la ama nelle vesti della Fata dai capelli turchini nello sceneggiato Le avventure di Pinocchio (1972) di Luigi Comencini.
La passione per la fotografia e la scultura
Da quegli anni la sua presenza si dirada per dedicarsi ad altre forme di arte: la fotografia e la scultura. Immortala incontri e contesti umani, spaccati di mondo tra India, Filippine, Russia, Cina, Giappone, Africa, Cuba, Stati Uniti e fotografa grandi artisti e potenti politici: da Indira Gandhi a Fidel Castro, da Henry Kissinger a Maria Callas. E ancora, Liza Minnelli, Yuri Gagarin, Neil Armstrong, Grace Kelly, Paul Newman, Sean Connery, Audrey Hepburn. Nel 1980 le sue foto sono esposte al Museo Carnavalet di Parigi in una mostra per la quale è insignita da Jacques Chirac, allora sindaco della capitale, della Medaglia d’Oro della Città di Parigi. In tutto pubblica otto libri di fotografia e dirige tre documentari (su Fidel Castro, Indira Gandhi e sulle Filippine). L’altra passione è la scultura: espone in tutto il mondo e una selezione delle sue sculture sarà anche alla Mostra del cinema di Venezia.
Nel 1995 torna al cinema in Cento e una notte di Agnès Varda in cui interpreta la moglie di Jean-Paul Belmondo: un affresco dedicato al centenario del cinema con molti divi, dai veterani Michel Piccoli, Marcello Mastroianni e Jean Paul Belmondo, fino al giovanissimo Leonardo DiCaprio. L’anno dopo un altro David di Donatello, questa volta alla carriera.
In mezzo a tanta fama e notorietà c’è una vita privata complessa tra divorzi, matrimoni dichiarati e annullati, fino alla fine ingloriosa di una querelle giudiziaria con il suo collaboratore, il trentaquattrenne Andrea Piazzolla, accusato dal figlio dell’attrice di averla raggirata appropriandosi indebitamente dei suoi beni in quella fase di maggior fragilità di una donna
al tramonto.
“Quello che mi fa arrabbiare è
che alla donna hanno sempre
cercato di togliere qualche
cosa e ancora oggi questo
continua. Sono sempre gli
uomini che vanno avanti e
la donna sempre un passo
indietro e questo non è giusto.”
Gina Lollobrigida