Pietro Sighel
A metà gennaio Pietro Sighel ha riscritto la storia dello short track, conquistando 3 medaglie d’oro ai Campionati Europei di Danzica: nessuno era infatti mai riuscito a imporsi in tutte e tre le distanze olimpiche individuali (500,1000 e 1500 metri) della stessa rassegna continentale.
tratto da PiùMe Magazine n.4 Aprile 2024 p. 66 a cura di Gabriele Noli
In Polonia, il campione originario di Baselga di Piné, in Trentino, si è reso artefice di un’impresa che ha contribuito a portare alla ribalta una disciplina che vede da anni eccellere un’altra azzurra: Arianna Fontana. Ma cos’è esattamente lo short track? È uno sport che rientra nel pattinaggio su ghiaccio. A differenza di quello di velocità, gli atleti non gareggiano contro il tempo ma uno contro l’altro in una serie di round (i più veloci passano ai successivi sino alla finale che determina la classifica definitiva) su una pista ovale al coperto lunga 111,12 metri. Nato in Canada e negli Stati Uniti nei primissimi
anni del ‘900, lo short track è divenuto sport olimpico a partire dal 1992. Strategia, coraggio e tecnica sono gli elementi caratteristici di una disciplina sempre più popolare per merito della sua spettacolarità, tra velocità elevatissime, collisioni e il rischio di cadute costantemente in agguato. Pietro Sighel è considerato a pieno titolo uno dei migliori interpreti a livello mondiale dello short track. Nella sua famiglia la tradizione
del pattinaggio su ghiaccio si è tramandata nel corso delle generazioni, declinata in diverse specialità: il capostipite è stato Mario Sighel – nonno di Pietro (e della sorella Arianna, pure lei pattinatrice) – che tra gli anni ‘50 e ‘60 fu tra i promotori del movimento del pattinaggio di velocità, laureandosi campione italiano nei 3000
metri.
Il lago di Piné, situato su un altopiano non lontano da Trento e completamente ghiacciato nel periodo invernale, si è rivelato un’ideale palestra prima per lui e poi per il figlio Roberto (nonché padre di Pietro e Arianna). Questi, dopo una parentesi da pattinatore artistico, è passato alla velocità, disciplina nella quale sarebbe diventato il campione più vincente di sempre a livello italiano (con 16 titoli complessivi), con ben 5 partecipazioni ai Giochi Olimpici, da Calgary 1988 a Salt Lake City 2002. E proprio a
Calgary, nel 1992, si sarebbe messo al collo un oro mondiale. Adesso tocca a Pietro e Arianna proseguire la saga dei Sighel, lei nata nel 1996, lui nel 1999.
Entrambi, a differenza del papà, alla pista lunga hanno preferito l’esplosività dello short track. E pensare che la carriera di Pietro è cominciata con un gravissimo infortunio: nel 2017, ad appena 18 anni, durante una gara ha rimediato la frattura scomposta di tibia e perone, dovendo pertanto fermarsi per un lungo periodo. Spinto da un fortissimo desiderio di riscatto, ha fatto il suo ritorno nel 2019, ai mondiali Junior di Montreal (in Canada), dove ha ottenuto due bronzi (nei 500 e nei 1500 metri). Proprio in quell’anno Sighel è entrato nel gruppo delle Fiamme Gialle, specializzandosi definitivamente nella pista corta: una decisione che gli ha permesso di compiere il salto di qualità. Agli Europei del 2021 proprio a Danzica il campione trentino ha collezionato 3 argenti (nella gara individuale dei 500 metri, nella staffetta dei 5000 e nel concorso generale. Ai Mondiali dello stesso anno (a Dordrecht, nei Paesi Bassi), ecco un altro tris, ma stavolta di bronzi (500 e 1500 metri individuali, staffetta dei 5000).
Un’ascesa continua per Sighel, che nel 2022 ha preso parte ai suoi primi Giochi Olimpici
invernali, quelli di Pechino, con un bilancio di un argento nella staffetta mista dei 2000
metri (da ultimo staffettista ha sfiorato l’oro per una manciata di millesimi) e un
bronzo in quella maschile dei 5000 metri. Non meno gratificante è stato per lui il 2023 con ben 7 medaglie totali: un oro, un argento e un bronzo agli Europei (sempre a
Danzica), un oro, due argenti e un bronzo ai Mondiali di Seoul (in Corea del Sud). Un trionfo storico, quello sui 500 metri: il settore maschile azzurro non vinceva infatti una gara iridata da 24 anni (l’ultimo a riuscirci era stato Fabio Carta nel 1999). Sighel ha messo in fila un exploit dopo l’altro, rendendo ogni volta più ricco e prestigioso il personale palmarès. E considerata l’età, potrà proseguire ancora a lungo, merito delle
straordinarie doti tecniche e fisiche ma anche e soprattutto di un’attitudine mentale che
gli ha permesso di gestire al meglio la pressione dei grandi eventi e di sapersi rialzare dopo situazioni avverse (vedi il serio infortunio da ragazzo o le squalifiche, come quella
nella semifinale dei 1500 metri agli Europei 2023).
Il prossimo orizzonte è ancora lontano nel tempo ma già ben delineato nei pensieri di Sighel: i Giochi Olimpici di casa, quelli di Milano-Cortina, in programma nel 2026. L’intento, fin troppo chiaro, è prendersi un oro, l’unica medaglia mancante nella sua sterminata collezione.
Il campione trentino potrà contare sul supporto del pubblico, un fattore potenzialmente decisivo. E chissà che alla rassegna iridata prevista tra due anni non prenda parte pure Arianna Sighel, sorella maggiore che gareggia per il Gruppo Sportivo Fiamme Oro.
Magari il suo palmarès non sarà paragonabile a quello del fratello, ma pure lei ha saputo affermarsi a livello internazionale con una medaglia mondiale e 5 europee. Anche lei ha cominciato a pattinare sul lago ghiacciato di Baselga di Piné, in Trentino, fin da
bambina. Ha ammesso di aver scelto lo short track perché c’è più adrenalina e per aver trovato le gare più avvincenti rispetto a quelle del pattinaggio di velocità, praticato da suo padre. Pietro ama allenarsi all’aria aperta e concedersi salutari pedalate per le
strade del Trentino. Una passione, quella per le due ruote, condivisa con la sorella. Tutt’e due da piccoli si sono cimentati in altre discipline, dall’arrampicata al nuoto fino al ciclismo, per poi dedicarsi appieno al pattinaggio, grazie alla preziosa guida di papà Roberto che ha trasmesso loro, oltre ai consigli, la carica per andare sempre più veloci nell’ovale ghiacciato.