Attività fisica rilassante:
quando alleniamo la mente al benessere
di Ugo Cirilli
Quando si decide di intraprendere un’attività fisica, spesso la difficoltà più grande non è iniziare. L’inizio può essere accompagnato dal brivido della novità e da tanti buoni proponimenti. Più difficile è proseguire con la giusta costanza, mantenendo il ritmo ideale. Tra lavoro e altri impegni, capita che l’allenamento purtroppo venga trascurato, quando il corpo e la mente chiedono un po’ di relax.
Esistono però forme di esercizio capaci di regalare benefici sia al fisico che alla psiche. Pratiche in cui il fine non è la competizione e il vero traguardo è il benessere.
Vediamone alcune!
Yoga
Da sempre l’Occidente è affascinato dalle culture orientali e dalla loro saggezza millenaria. A volte cerca però di inglobarne gli insegnamenti in maniera un po’ grossolana, in frettolose “lezioni di Nirvana”, come canta Francesco Gabbani, da consumare in fretta tra il lavoro in ufficio e un aperitivo.
Ma la pratica meditativa chiamata Yoga è il frutto di una tradizione antichissima e ovunque, anche in Occidente, esistono validi insegnanti che possono avvicinare gli allievi alla sua anima profonda. Nato e sviluppatosi in India e in Tibet, lo Yoga, suddiviso in diversi stili, prevede in genere la combinazione tra una serie di posture (Asana) e il controllo del respiro (Pranayama).
Concentrandosi sulla respirazione lenta, sull ’attenzione al momento presente e sul controllo corporeo, la mente viene distolta dalle preoccupazioni, dai pensieri negativi, da problematiche come l’ansia anticipatoria. Oggi la scienza ha messo in luce i possibili benefici della pratica costante dello Yoga: ad esempio, una riduzione dello stress e un miglioramento del rapporto con il proprio corpo e della postura.
Pilates
Questo metodo di allenamento venne ideato nella prima metà del ‘900 da Joseph Hubertus Pilates, imprenditore tedesco naturalizzato americano, un personaggio dalla singolare biografia. Colpito da bambino da diverse problematiche di salute, sviluppò una muscolatura debole e soffrì di problemi posturali. Decise di reagire a questi svantaggi studiando il corpo umano e le tecniche per allenarlo, dalla ginnastica degli antichi Greci e Romani alle filosofie orientali. Incredibilmente, divenne un provetto atleta in varie discipline sportive e sviluppò un metodo di esercizio detto “Contrology”, oggi noto appunto come metodo Pilates, di grande successo.
La disciplina si focalizza sui muscoli responsabili della postura, in particolare quelli del tronco. Il Pilates prevede esercizi a corpo libero o con attrezzi, da eseguire lentamente, prestando attenzione al respiro e al controllo corporeo.
Questa dimensione, lontana dalla frenesia e dagli sforzi sfiancanti di altri tipi di allenamento, lo avvicina alle pratiche meditative che l’ideatore studiò: l’atto di soffermarsi lentamente su un movimento distoglie la mente da altri pensieri, portandola a focalizzarsi sul “qui e ora”.
La componente motoria “soft” e controllata del Pilates lo rende adatto anche alla riabilitazione da vari infortuni.
Taijiquan (o Tai Chi)
Può sorprendere trovare un’arte marziale nella lista di attività fisiche rilassanti, ma il Tai Chi è una disciplina davvero particolare.
Se anche nei più noti Judo e Karate l’aspetto mentale ed emotivo è importante, nel Tai Chi è particolarmente evidente: le movenze, lente e precise, devono essere accompagnate dal controllo del respiro e del pensiero. Queste caratteristiche lo hanno reso molto popolare anche come attività mirata al benessere psicofisico, guadagnandogli la denominazione di “meditazione in movimento”.
Può essere infatti praticato singolarmente, senza un avversario, visto che gli aspetti centrali sono il controllo mentale e corporeo e la fluidità del movimento.
È suddiviso in vari stili; quello chiamato Yang è maggiormente diffuso, essendo più semplice rispetto a varianti come il Chen.
La pratica del Tai Chi, oltre a distendere la mente, può portare benefici in termini di miglioramento posturale e dell’equilibrio, giovare all’ apparato cardiovascolare e a quello respiratorio.
Camminata nella natura
Il mondo scientifico è sempre più concorde nel riconoscere l’efficacia della camminata sulla forma fisica. Ad esempio uno studio pubblicato sul giornale dell’”American Heart Association”, associazione americana per la prevenzione cardiologica, ha riscontrato un dato interessante in un campione di persone fisicamente attive.
A parità di dispendio energetico, coloro che praticavano la corsa e coloro che preferivano la camminata godevano degli stessi benefici, in termini di riduzione del colesterolo, miglioramento della pressione e ridotto rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.
D’altra parte, camminare nella natura ha anche un risvolto psicologico.
Da quando il biologo Edward O. Wilson ha ipotizzato una nostra spontanea attrazione verso determinati ambienti naturali, detta “biofilia”, diverse ricerche hanno studiato la questione. I dati raccolti mostrano, in molti casi, reazioni di rilassamento profondo in persone che passeggiano in ambienti con le caratteristiche indicate dallo scienziato. Quali sono queste caratteristiche? Fondamentalmente, la presenza di vegetazione, fonti idriche e una buona visuale che lasci spaziare lo sguardo, con elementi artificiali scarsi o assenti.
Secondo i coniugi Kaplan, noti psicologi americani, passeggiare nella natura ci rilasserebbe anche grazie a un “recupero dalla fatica attentiva”: non dovendo forzare l’attenzione verso stimoli artificiali come accade in città, tra auto, semafori e altri elementi da controllare, la mente vagherebbe libera.
I giapponesi hanno dato un nome alla pratica di trascorrere un po’ di tempo in un ambiente naturale, per ridurre lo stress: “Shinrin-yoku”, traducibile come “Immergersi nell’aria della foresta”.
Questo articolo è un testo puramente informativo e non rappresenta in nessun modo prescrizioni o consigli medici.