Frida Kahlo, una vita tra arte, dolore e passione
di Ugo Cirilli
L’arte è un formidabile mezzo espressivo, che permette talvolta di reagire al dolore e scoprire nuove prospettive. La vicenda umana e artistica della celebre pittrice messicana Frida Kahlo lo testimonia efficacemente. Nata nel 1907 nel villaggio di Coyoacàn, dimostrò già durante gli studi una spiccata attitudine artistica. Decise però di diventare medico, iscrivendosi all’apposita scuola nazionale. Non sappiamo quale corso avrebbe preso la sua vita, se non fosse stata segnata da un evento drammatico: quando aveva solo 18 anni, l’autobus sul quale stava viaggiando si scontrò violentemente con un tram. La giovane studentessa riportò tre fratture della colonna vertebrale, 11 fratture alla gamba sinistra, la rottura dell’osso pelvico e altre gravi lesioni. Dopo ben 32 interventi chirurgici si trovò costretta a lungo a letto, con il busto ingessato.
Questo periodo di sofferenza la portò ad approfondire la passione per la pittura. Riusciva infatti a dipingere e, volendosi dedicare all’autoritratto, i genitori le installarono uno specchio sopra il letto. Poteva così osservare la sua immagine restando sdraiata. Nasceva in quei giorni lo stile distintivo di un’artista unica, fatto di elementi fantastici e simbolizzazioni del dolore, riferimenti alla cultura messicana e avanguardia. L’incidente le lasciò conseguenze che l’accompagnarono per tutta la vita, con dolori e impedimenti per il suo fisico già compromesso. Era infatti affetta da spina bifida. Le sue opere però furono un trionfo di colore e fantasia, capaci di sublimare la sofferenza in un universo visionario, drammatico ma di grande fascino.
La vita dell’artista fu breve ma intensa. Morì a soli 47 anni per un’embolia polmonare, ma visse un’esistenza ricca di passione, sia sul piano sentimentale che nell’impegno politico. È noto il suo legame con il famoso artista messicano Diego Rivera, lo “scopritore” del talento di Frida. Il loro matrimonio fu travagliato da un aborto e dai tradimenti del marito, e la pittrice stessa arrivò ad accettare una dimensione da “coppia aperta”: ebbe varie relazioni, sia eterosessuali che omosessuali. La rottura arrivò quando Rivera tradì Frida con la cognata. Dopo il divorzio, però, il pittore tornò a dichiarare il suo amore per la ex moglie e i due si sposarono ancora, nel 1940, a San Francisco. La coppia arrivò a vivere in due case unite da un ponte, per mantenere ognuno la propria autonomia creativa e personale.
Frida Kahlo militò attivamente nel Partito comunista messicano, in cui intravedeva anche un’opportunità di emancipazione femminile. Nel 1953, assieme ad altre famose personalità come Bertolt Brecht e Papa Pio XII, fu tra i firmatari della richiesta di grazia per i coniugi Rosenberg, cittadini americani che gli USA condannarono a morte con l’accusa di spionaggio filosovietico.
Una vita tanto intensa si rifletté nei suoi dipinti, che guadagnarono l’apprezzamento della critica e di altri celebri artisti come André Breton.
Tra le opere più note e rappresentative di Frida Kahlo troviamo ad esempio “La colonna rotta”, in cui il suo corpo lascia apparire una colonna dorica marmorea incrinata: una rappresentazione dell’incidente e della fragilità che questo aveva lasciato. “Non sono malata, sono rotta” disse una volta l’artista “ma sono felice, finché posso dipingere”. L’“Autoritratto con collana di spine” racconta la sofferenza seguita al divorzio, ma include anche particolari pittoreschi, con lo sfondo verdeggiante e vagamente esotico, la scimmia e il gatto nero. La flora e la fauna diventano talvolta protagonisti, come in “Magnolias” e “Natura morta con pappagallo”, anche se la cifra distintiva rimane quella fortemente simbolica. Un simbolismo particolarmente marcato nel dipinto “Quello che l’acqua mi ha dato”: mostra le gambe della pittrice, distesa in una vasca da bagno, mentre sulla superficie dell’acqua appaiono immagini surreali, probabilmente riferimenti biografici trasfigurati.
All’arte e alla vita di Frida Kahlo è dedicata la mostra “Frida Kahlo. Il Caos dentro”, presso la Fabbrica del Vapore di Milano. L’esposizione, chiusa il 6 novembre per le normative anti Covid, riapre i battenti dal 4 dicembre 2020 al 21 marzo 2021. Strutturata come un vero “percorso sensoriale” nella vita e nell’immaginario dell’artista, comprende diverse sezioni. Fotografie, animazioni multimediali, proiezioni delle lettere tra Frida e Diego Rivera sono solo alcuni degli elementi della mostra. Una sala è dedicata all’arte popolare messicana che influenzò la pittrice, in altri spazi sono state ricostruite tre stanze della Casa Azul, la sua famosa residenza di famiglia in Messico. Presente anche una sezione dedicata a Rivera e ai suoi caratteristici murales. Non mancano le riproduzioni di opere della protagonista della mostra; sono realizzate con la tecnologia modlight, che permette una notevole fedeltà all’originale grazie all’illuminazione a led.
L’arte e la biografia di Frida Kahlo continuano così ad appassionare, raccontando un’esistenza in cui le forme e i colori divennero una cura per l’anima.