11 dicembre, giornata mondiale del tango
di Ugo Cirilli
“Il tango è un pensiero triste che si balla”. Così il musicista, compositore e regista argentino Enrique Santos Discépolo Deluchi (1901-1951) definì il celebre ballo, che conta oggi migliaia di appassionati nel mondo. Alle sue note malinconiche fanno da contraltare la sensualità e il dinamismo della danza, capace di coniugare eleganza e improvvisazione.
Il tango ha le sue origini in Argentina verso la fine dell’800, nel periodo oggi chiamato “della vecchia guardia”. Nacque come genere musicale e ballo popolare, che potesse essere eseguito anche con un gruppo ristretto di musicisti: allora era solitamente accompagnato da un trio con violino, chitarra e flauto. Alcuni brani prevedevano un arrangiamento ancora più minimale, pianoforte e voce o il solo piano.
Dal 1910 il tango, inizialmente rifiutato dalle classi sociali elevate per le sue origini popolari, divenne un ballo in voga. Si aggiunsero nuovi strumenti come la fisarmonica, fino alla costituzione di vere e proprie orchestre. La sua ascesa era appena iniziata: presto si sarebbe diffuso anche in Europa. Il tango di oggi è il frutto di svariate influenze, ma mantiene ancora le caratteristiche base delle origini: ad esempio il fatto che, nella coppia dei danzatori, uno “guidi” il ballo, comunicando le prossime mosse semplicemente attraverso il linguaggio del corpo. L’intesa dei ballerini è quindi importantissima per la fluidità dei movimenti, che non devono essere necessariamente complessi. L’armonia d’insieme è l’aspetto più importante.
L’11 dicembre si celebra la Giornata mondiale del tango. La data ricorda il giorno di nascita di due grandi protagonisti del genere, i musicisti e compositori Carlos Gardel (1890-1935) e Julio De Caro (1899-1980).
La ricorrenza nacque su idea del compositore Ben Molar (1915-2015), che nel 1965 si stava recando alla festa per i 66 anni di De Caro. Rifletté così che nella stessa data era nato anche Gardel: perché non istituire quindi una ricorrenza dedicata al tango?
Molar presentò alla segreteria culturale dell’amministrazione di Buenos Aires la sua idea di un “Dìa nacional del tango”. Ebbe l’appoggio di intellettuali, accademie di danza e fondazioni culturali, ma l’evento venne proclamato ufficialmente solo 12 anni più tardi, nel 1977. Oggi la ricorrenza trascende la dimensione “nacional”, rappresentando una festa internazionale per tutti gli appassionati del ballo argentino. Scopriamo per l’occasione alcune curiosità sul tango!
Un po’ d’Italia nel tango
Nella storia del tango, diversi protagonisti hanno origini familiari italiane. È il caso, ad esempio, di alcuni musicisti attivi nel “periodo d’oro” degli anni ’30 e ’40, come Francisco e Julio De Caro e Annibal Troilo, e di Astor Piazzolla, l’innovatore degli anni ’60: aveva nonni paterni pugliesi e nonni materni toscani.
All’inizio era un ballo… solo tra uomini. O forse no?
Navigando online, può capitare di leggere che il tango delle origini era un ballo solo al maschile. La realtà è diversa: semplicemente, allora era facile vedere coppie di uomini danzare. Molti ballerini, infatti, prima di cimentarsi nel tango con una partner provavano le movenze assieme a un amico, magari durante le serate nelle osterie di Buenos Aires.
Un Patrimonio mondiale
Nel 2009 il tango è stato proclamato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, come rappresentazione dell’essenza di una comunità, strumento di dialogo e forma di valorizzazione della diversità culturale.
La lingua del tango
Nell’immaginario comune la lingua del tango è lo spagnolo. In realtà, il vero idioma originario dei primi tangueri era… il lunfardo. Mai sentito? In realtà si trattava di uno slang, un dialetto popolare di Buenos Aires nato dalle influenze delle lingue degli immigrati (italiani compresi).
Un talento precoce
“Desde el alma” è una delle musiche per tango più famose al mondo. La sua autrice è Rosita Melo (1897-1981), anche lei figlia di immigrati italiani, che compose il brano a soli 14 anni. Il testo è di Homero Manzi e Victor B. Piuma Velez.
Ma… cosa significa “tango”?
Il significato della parola “tango” rimane tuttora un mistero. Un’interessante ipotesi osserva che lo stesso termine, in Sudafrica, può significare “insieme”. Sappiamo che le tradizioni africane hanno influenzato sia le sonorità che le movenze del ballo, quindi un collegamento tra culture è plausibile.