Bob Dylan
Nato Robert Allen Zimmerman nel 1941 in Minnesota, Bob Dylan, 82 anni compiuti è ancora in tour negli stadi di tutto il mondo, che continua a riempire di musica e di emozioni.
Questo 2023 è stato l’anno del suo ritorno in Italia dove mancava dal 2018. Nell’estate la leggenda della musica si è esibito in cinque memorabili concerti (2 a Milano, Lucca Summer Festival, Umbria Jazz e Roma) per presentare l’ultimo album, Rough and Rowdy Ways, scritto nel 2020 e portato in tournée in ogni angolo del globo.
tratto da PiùMe Magazine n. 12 dicembre 2023 p. 36 a cura di Lara Venè
Un tour che ha fatto parlare a lungo per la decisione annunciata fin dalla prevendita di proibire qualsiasi tipo di ripresa audio-video, vietare l’uso di telefonini che il pubblico ha dovuto riporre in apposite buste, sigillate dal personale di sala all’ingresso dello spettacolo con chiusure antitaccheggio apribili solo all’uscita. Bob Dylan dagli anni Sessanta, è la voce più rappresentativa del folk americano che trasforma ed evolve, ma anche del rock. E poi (nel corso della carriera), del country, del blues, del gospel/spiritual, del jazz e dello swing.
Figura importante della cultura americana, Dylan è omaggiato anche con riconoscimenti letterari, come dimostrano il Premio Pulitzer per il giornalismo, ricevuto alla carriera nel 2008 “quale cantautore più influente dell’ultimo mezzo secolo” e il Nobel per la Letteratura nel 2016 “per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”.
Dieci Grammy Award, il Polar Music Prize, il Premio Oscar (2001) per la canzone Things Have Changed, dalla colonna sonora del film Wonder Boys, la National Medal of Arts (2009), la Presidential Medal of Freedom (2012) e la Legione d’Onore nel 2013, sono tra i riconoscimenti più prestigiosi di una star cui i critici attribuiscono diversi primati in campo musicale. Come, tra gli altri, l’ideazione del folk-rock con l’album Bringing It All Back Home nel 1965, il primo album doppio della storia del rock l’anno dopo con Blonde on Blonde e il video promozionale del brano Subterranean Homesick Blues (1965), considerato il primo videoclip in assoluto.
I messaggi pacifisti
Nella lunga carriera artistica Bob Dylan si distingue per essere la voce che diffonde messaggi a sostegno della pace e dei diritti umani, espressi e modellati negli anni in forme diverse. Il suo secondo album, The Freewheelin’ Bob Dylan (1963), contiene brani divenuti inni generazionali, come Oxfort Town, Blowin’ in the wind, No More Auction Block, Masters of war, A hard rain’s a-gonna fall, influenzati dalla tensione politica e sociale scatenata dalla guerra fredda e dal conflitto del Vietnam. Insieme a Joan Baez canta ai raduni a sostegno dei diritti civili e alla storica Marcia su Washington in cui Martin Luther King pronuncia lo storico discorso I have a dream.
Icona del mondo progressista americano di quegli anni, raggiunge l’apice come attivista musicale politico con l’album The times they are a-changin’, uscito nel 1963. L’anno dopo esce l’album Another Side of Bob Dylan, che abbina le romantiche canzoni d’amore Spanish Harlem Incident e To Ramona al rock di Black Crow Blues e I Don’t Believe You e la celebre My Back Pages. Il 1965 è la volta di Bringing It All Back Home, tra gli album più significativi nel panorama della musica rock e Highway 61 Revisited considerato uno dei suoi lavori migliori. È contenuto qui l’intramontabile singolo Like a Rolling Stone. Infine, nel 1966, il terzo album della trilogia “elettrica”: Blonde on Blonde, ritenuto un capolavoro assoluto.
A seguire, anni altalenanti di successi e trasformazioni: dal country dell’album Nashville skyline (1969) al country rock con New morning (1970) al ritorno della dimensione “elettrica” con Blood on the tracks (1975) ritenuta da molti una delle raccolte migliori di canzoni d’amore all’interno del genere rock.
Qui si trovano grandi pezzi come Tangled up in blue, Simple Twist of Fate e Shelter from the Storm. Poi torna la protesta con la canzone Hurricane sul caso del pugile di colore Rubin ‘Hurricane’ Carter ingiustamente accusato di un omicidio, contenuta nell’album
Desire (1976). E ancora, il gospel di Slow Train Coming (1979) e Saved (1980), il ritorno del rock e folk rock con un altro capolavoro chiamato Oh Mercy (1989), che racchiude la canzone d’amore Most of the Time utilizzata nel film “Alta fedeltà”. Seguono gli album di cover di vecchie canzoni blues e folk: Good as I Been to You (1992) e World Gone Wrong (1993).
Nel 1992 la sua casa discografica, la Columbia, organizza un concerto in suo onore al Madison Square Garden di New York City. Sul palco ci sono i più grandi protagonisti della storia del rock internazionale: Lou Reed, Steve Wonder, Eric Clapton, George
Harrison, per citarne alcuni. L’evento, trasmesso in mondovisione, diventa un doppio CD dal titolo Bob Dylan – The 30th Anniversary Concert Celebration (1993). Poi la grave malattia cardiaca, la ripresa e il ritorno artistico con il blues rock di Time Out of Mind (1997). La sua discografia è sterminata: 40 album in studio, 17 dal vivo, 23 raccolte e 91 singoli. L’ultima perla, Rough and Rowdy Ways del 2020 si aggiudica ancora recensioni entusiasmanti. Il tour è cronaca di questi mesi con date già fissate anche per il prossimo anno.