Anthony Hopkins
“UNO CHE FACEVA UN CENSIMENTO UNA VOLTA TENTÒ DI INTERROGARMI: MI MANGIAI IL SUO FEGATO CON UN BEL PIATTO DI FAVE E UN BUON CHIANTI…VOLA DI NUOVO A SCUOLA ORA, PICCOLA STARLING. VOLA, VOLA, VOLA. VOLA, VOLA, VOLA…”
tratto da PiùMe Magazine n. marzo 2024 p. 38 a cura di Lara Venè
La frase è di quelle diventate cult nella storia del cinema. A pronunciarla è Anthony Hopkins, con voce calma e profonda, ritmo lento e occhi sbarrati nei panni di Hannibal
Lecter, psichiatra assassino serial killer nel film Il silenzio degli innocenti, diretto da Johathan Demme e basato sul romanzo omonimo di Thomas Harris. Da oltre otto anni si trova nel manicomio criminale di Baltimora con l’accusa di aver ucciso alcuni suoi pazienti e di averne divorato i corpi. Ad interrogarlo, al di là delle sbarre, c’è una giovane e altrettanto brava Jodie Foster, alias Clarice Starling, promettente recluta che riceve l’incarico dal direttore dell’FBI Jack Crawford, per l’arduo compito di ricavare dal dottor Hannibal Lecter informazioni sull’assassino “Buffalo Bill”.
I dialoghi tra i due valgono il film ed Anthony Hopkins, perfetto nel ruolo, recita solo poco più di una ventina di minuti. Sono abbastanza per guadagnarsi l’Oscar come miglior attore protagonista del film che di statuette ne riceve ben cinque (una anche per Jodie Foster come migliore attrice protagonista). È il 1991, il ruolo di Hannibal Lecter consacra Hopkins al successo internazionale. Lo interpreta di nuovo nel 2001 in Hannibal diretto da Ridley Scott, sequel de Il silenzio degli innocenti, e nel prequel Red
Dragon (2002), entrambi tratti dagli omonimi romanzi dello scrittore americano Thomas Harris.
Fino a quel momento Anthony Hopkins, nato nel sud del Galles e poi formatosi a Londra, prima alla prestigiosa Royal Academy of Dramatic Art (RADA) e poi al celebre National Theatre di Laurence Olivier, fa molta televisione in patria dove recita in film di produttori britannici e serie tv ed è protagonista in numerose pièces teatrali.
L’esordio sul grande schermo arriva nel 1967 con una partecipazione in Il bus bianco di Lindsay Anderson e poi, l’anno seguente, nelle vesti di Riccardo Cuor di Leone a fianco di Peter O’Toole e Katharine Hepburn in Il leone d’inverno di Anthony Harvey. Poi ancora teatro e tv fino al grande successo di Hannibal Lecter, che lo lancia definitivamente.
Comincia a dividersi tra Hollywood e l’Inghilterra.
Due anni dopo Il silenzio degli Innocenti, accanto ad Emma Thompson è il maggiordomo Stevens in Quel che resta del giorno diretto da James Ivory, tratto dal romanzo omonimo di Kazuo Ishiguro. Per il ruolo è premiato con il BAFTA, il David di Donatello, il National Board of Review al miglior attore, e una nomination agli Oscar.
Nel 1994, invece, veste i panni del colonnello Ludlow, padre di Tristan, alias Brad Pitt, in Vento di passioni.
La parte del presidente Richard Nixon ne Gli intrighi del potere – Nixon (1995) di Oliver Stone, che narra le vicende politiche e le illegalità legate allo scandalo del Watergate e le collusioni con FBI e CIA, gli vale la terza candidatura all’Oscar, ancora come miglior attore protagonista. Due anni dopo è John Quincy Adams in Amistad (1997) di Steven Spielberg, che ripercorre il caso giudiziario seguito all’ammutinamento, realmente avvenuto nel 1839, dei prigionieri africani stivati da commercianti schiavisti a bordo della nave Amistad. Ancora una candidatura all’Oscar, la quarta. Nel film I due papi (2019) diretto da Fernando Meirelles è papa Benedetto XVI, con una recitazione che riscuote grandi lodi dalla critica e dalla stampa mondiali, per cui è candidato al Golden Globe e, dopo 21 anni, ottiene la quinta candidatura al premio Oscar.
Il secondo Oscar
La statuetta più ambita torna per la seconda volta nelle sue mani nel 2020 come il protagonista di The Father – Nulla è come sembra, diretto da Florian Zeller, dove interpreta un anziano ingegnere malato di demenza senile. La performance gli vale la vittoria del BAFTA e dell’Oscar al miglior attore. Ha 83 anni ed è l’interprete più
anziano ad aver vinto l’Oscar come miglior attore protagonista.
Ancora nelle sale con due film
Ma l’età non lo ferma di certo: a 85 anni Anthony Hopkins, attore, regista e doppiatore, è ancora nelle sale cinematografiche, protagonista con le sue ultime due fatiche: Freud (Freud’s Last Session) diretto da Matt Brown nell’adattamento cinematografico del dramma Freud’s Last Session di Mark St. Germain e One Life di James Hawes.
Nel primo veste i panni Sigmund Freud, costretto a fuggire dall’Austria in seguito all’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista avvenuta nel marzo del 1938. Nel secondo è Nicholas Winton, il filantropo britannico tra i fautori dell’operazione
Kindertransport che salvò circa diecimila bambini ebrei prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, provenienti dalla Germania nazista e dai territori occupati. Un’interpretazione come sempre azzeccata, che salva e rende preziosa una pellicola forse un po’ troppo lenta.