Emma Stone
«Da ragazzina ero molto ansiosa e recitare è stata una sorta di terapia, l’insicurezza mi ha accompagnato anche a 20 anni, all’inizio della carriera a Hollywood è stato un periodo difficile. Ma oggi, a 35 anni, mi sento consapevole delle mie capacità e non ho più paura di fallire agli occhi degli altri».
tratto da PiùMe Magazine n.5 Maggio 2024 p. 82 a cura di Cloe D. Betti
Così Emma Stone parlava ai giornalisti italiani per presentare il film “Povere creature!” di Yorgos Lanthimos in cui interpretava Bella Baxter, senza sapere che da lì a qualche mese sarebbe entrata nella storia insieme ad attrici come Meryl Streep, Jodie Foster, Elizabeth Taylor, per aver vinto due Oscar ad appena 35 anni.
Dopo la statuetta ottenuta per il suo ruolo da protagonista nel 2016 con “La La Land”, l’attrice, originaria
dell’Arizona, sposata con Dave Mc- Cary, con cui ha una figlia di tre anni, ne ha conquistato una seconda per un personaggio da favola, quello di Bella, una giovane donna della Londra vittoriana, che, morta nel tentativo di fuggire dal marito violento, viene riportata in vita dallo scienziato Godwin Baxter (Willem
Dafoe). Ma Bella è come una bambina nel corpo di un’adulta, desiderosa di conoscere il mondo e decisa a conquistare la propria libertà a ogni costo, perché per lei non esistono pregiudizi, convenzioni o falsi
moralismi. «E’ un personaggio che vale una carriera.
Una donna radicalmente libera – ha raccontato l’attrice – E’ una creatura che gli uomini vogliono plasmare, ma lei sceglie di ribellarsi per vivere secondo le sue regole, per essere artefice del suo destino». Come lo è stata la stessa Emma Stone, che al ruolo di attrice ha voluto affiancare quello di produttrice proprio per essere libera di scegliere i film e plasmarli
come creature a cui dare vita. «Sono fiera di essere anche produttrice del film – ha ammesso – Ho partecipato alla costruzione della storia e del mio personaggio in un modo in cui non sarei riuscita se mi
fossi limitata a recitare».
Nel 2020 l’attrice ha fondato la compagnia di produzione Fruit Tree con suo marito Dave McCary, regista del “Saturday Night Live”, conosciuto proprio durante un’ospitata.
Innamorati e molto legati, i due preferiscono la privacy alla vita da social, ma sul palco, con l’Oscar appena vinto in mano, Emma ha voluto dedicare la statuetta a lui e alla figlia Louise Jean, nata nel
2021. «Voglio davvero ringraziare la mia famiglia: mia madre, mio fratello Spencer, mio padre, mio marito Dave – ha detto – Ti amo tanto. E, cosa più importante, mia figlia che ha trasformato le nostre
vite in technicolor». Non ha saputo nascondere l’emozione, con il vestito strappato per colpa di Ryan Gosling che l’ha fatta scatenare mentre cantava “I’m just Ken”, uno dei momenti più iconici della serata degli Oscar, una purezza da bambina che Emma ha saputo regalare alla sua Bella.
«A dieci anni ho fatto un’audizione per uno spettacolo in un teatro giovanile locale e da lì non mi sono più fermata – ha ricordato – Ho fatto anche parte di una compagnia di improvvisazione teatrale per bambini, un programma che dovrebbe essere disponibile a livello mondiale, perché aiuta molto i bambini più introversi, a me ha aiutato a migliorare le mie abilità sociali». Ha cominciato con i musical, ha studiato danza per dieci anni, poi la recitazione è diventata una sorta di terapia, perché quando soffriva di attacchi di panico sul palco riusciva a incanalare la sua energia trasformandola in talento.
«Con il tempo ho imparato a riconoscere e accettare gli errori che faccio», ha confessato l’attrice che non ha avuto problemi ad affrontare le tante scene di sesso di “Povere Creature!”, grazie anche all’aiuto di Elle McAlpine, la coordinatrice dell’intimità «che ha trasformato l’energia sul set in modo rilassato, sicuro e professionale». «All’inizio della mia carriera sapevo che mio padre non sarebbe stato contento se mi fossi spogliata davanti alla cinepresa, per questo esitavo quando mi chiedevano di mostrarmi nuda – ha ricordato – Ma in questo caso è stato diverso, perché il sesso era necessario per raccontare il percorso di crescita di Bella, la scoperta di sé, della vita, del mondo. Sarebbe stato ipocrita raccontare di una donna libera e padrona del suo destino omettendo la sua sessualità».
… Bella è come una bambina nel corpo di un’adulta, desiderosa di conoscere il mondo e decisa a conquistare la propria libertà a ogni costo.