Quei segnali corporei che svelano il non detto
di Ugo Cirilli
Il corpo “parla”: proprio così. La nostra cultura è basata sull’ uso della parola, ma esiste anche un’interessante sfera di segnali non verbali che possono esprimere lo stato d’animo di una persona. Tali manifestazioni corporee, spesso spontanee, non sono facili da controllare o falsificare. A volte ci danno quindi indicazioni attendibili sulle sensazioni che un individuo sta vivendo, purché si sappia come interpretarle. Vediamo quindi una panoramica di segnali associati a emozioni negative o all’ interesse e al buonumore.
Gesti di chiusura, desiderio di “fuga”
Le braccia incrociate possono indicare un certo disagio: si tratta di un gesto che ha una valenza protettiva (“mi faccio scudo”) ed è anche spia di un desiderio di rendersi meno visibili, ritraendosi in se stessi. Anche le mani in tasca a volte suggeriscono la stessa volontà di nascondere almeno una parte di sé, “riparandosi” simbolicamente da una situazione poco piacevole.
Tamburellare con le dita di una mano o con un piede è un gesto che indica agitazione o, quantomeno, impazienza. Il corpo sfoga una certa tensione, difficile da controllare.
Naturalmente questo non vale se la persona sta semplicemente seguendo il ritmo di una canzone!
“Spazzolare” i vestiti ripetutamente con una mano rivela un senso di fastidio, come se ci si scrollasse di dosso una sensazione spiacevole. Anche in tal caso dobbiamo tuttavia evitare una valutazione frettolosa: potremmo avere di fronte un individuo molto attento all’ ordine, che si sta veramente sistemando gli abiti.
Chi si sente a disagio, inoltre, tende a distogliere spesso lo sguardo dall’interlocutore. Talvolta gira una parte del corpo, come un piede, verso l’esterno (magari l’uscita della stanza): sta cercando di combattere l’impulso di alzarsi e andarsene.
Interesse e buonumore
Naturalmente anche un umore positivo, sereno, che indica disponibilità al dialogo, può avere evidenti manifestazioni sul piano fisico. Vediamo alcuni esempi. La persona che si sente a proprio agio evita i gesti di chiusura: rimane piuttosto rilassata, poggia ad esempio le mani sui fianchi, mantenendo le braccia aperte (posizione che dimostra un certo grado di sicurezza). Qualora poi provi attrazione o semplicemente simpatia per l’interlocutore, può mostrarsi più incline al contatto fisico, toccandolo su un braccio o su una spalla mentre parla.
Un altro possibile segnale di interesse per la conversazione in atto è l’inclinazione del busto in avanti, verso l’altro, senza rigidità eccessiva né pose troppo “raggomitolate”. Quando tra due persone che conversano si stabilisce una certa intesa, inoltre, queste tendono talvolta a rispecchiare l’una i movimenti dell’altra, inconsapevolmente. Possono ad esempio cambiare entrambe posizione sulla sedia allo stesso modo. Che il sorriso sia considerato un segnale positivo è un dato di fatto piuttosto ovvio, tuttavia il più autentico e spontaneo è quello che si riflette anche sugli occhi, che si socchiudono leggermente. Dopo questa panoramica, occorre una precisazione. Se i segnali corporei solitamente indicano uno stato d’animo, non ci informano con certezza sulle sue cause. Ad esempio, qualcuno potrebbe mostrare disagio conversando con noi non perché ci trovi sgradevoli, ma per la ragione opposta: ci stima e teme di non suscitare una bella impressione.