27 marzo 2019, la Giornata Mondiale del Teatro
di Ugo Cirilli
Un’arte antica, basata ancora oggi sui gesti, sulle parole e su pochi elementi di sfondo. Un’arte che ha permesso all’ umanità, da tempi lontani, di inscenare il dramma, l’ironia e tutte le emozioni della vita, permettendo di osservarle e capirle grazie alla finzione. È il teatro, che continua ad affascinare milioni di persone anche in questa nostra era così virtuale.
Uno spettacolo teatrale è il contrario della virtualità: avvicina il pubblico agli attori abbattendo ogni barriera. L’ azione si svolge dal vivo, a poca distanza dallo spettatore; non ci sono gli effetti speciali del cinema, né scenari fantasmagorici creati in computer grafica. La semplicità dell’allestimento esalta all’ ennesima potenza ogni azione e ogni frase, veri motori dell’azione.
Per tutti gli appassionati di teatro c’è una buona notizia: si avvicina un evento che celebrerà la magia di questo universo artistico a livello internazionale. In data 27 marzo si terrà infatti la Giornata Mondiale del Teatro, un appuntamento annuale di grande interesse, ideato oltre cinquant’anni fa.
Una lunga storia
La Giornata Mondiale del Teatro venne istituita nel 1961 a Vienna durante il IX congresso mondiale dell’International Theatre Institute, grazie alla proposta di un drammaturgo finlandese, Arvi Kivimaa.
La manifestazione è nata per promuovere le Arti della Scena, stimolare la collaborazione tra gli esponenti del teatro di Paesi diversi e incoraggiare l’armonia e la pace tra le nazioni, secondo gli ideali e gli obiettivi dell’UNESCO.
L’International Theatre Institute venne istituito infatti nel 1948 su iniziativa del primo direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, Sir Julian Huxley, fondatore assieme al drammaturgo e romanziere John Boynton Priestley.
Già le origini dell’Istituto riflettevano il desiderio di rendere l’arte un mezzo di coesione internazionale; l’eco della Seconda Guerra Mondiale e delle sue devastazioni allora era ancora forte.
Così, la Giornata Mondiale è nata come un mezzo per perseguire ancora più fortemente tale obiettivo.
Per sottolineare l’importanza della pace e della concordia tra i popoli, ogni anno un’importante personalità legata al mondo del teatro e della recitazione realizza un messaggio, dedicato al tema delle Arti di Scena come strumento di unità tra le nazioni: un testo che viene tradotto in varie lingue, letto nei teatri e diffuso attraverso i media di tutto il mondo.
Il primo autore del messaggio è stato Jean Cocteau, nel 1962: a seguire, tanti altri nomi illustri, come Luchino Visconti, Pablo Neruda, Dario Fo, Judi Dench e Isabelle Huppert.
Iniziative speciali
La ricorrenza del 27 marzo non si limita alla diffusione del famoso messaggio, ma prevede in tutto il mondo iniziative mirate ad avvicinare il grande pubblico al teatro, a promuoverlo, a stimolare la creatività e la collaborazione tra artisti.
Per tutti gli appassionati, si consiglia di consultare i programmi dei teatri della propria zona di residenza: sono diversi gli spettacoli organizzati appositamente per questa ricorrenza speciale, nella giornata del 27 o in date vicine.
A Cesena, ad esempio, otto compagnie teatrali amatoriali della zona si uniranno il 24 marzo nello spettacolo “Life is theatre! Su e giù da un palco”, il cui ricavato sarà devoluto in beneficienza.
Scopo benefico anche per “Mi sa che fuori è primavera”, narrazione drammatica da un libro di Concita De Gregorio, che l’attrice Gaia Saitta interpreterà il 27 marzo al teatro Gentile di Fabriano, interagendo con il pubblico.
A Roma andrà in scena l’opera vincitrice del concorso “Scrivi il teatro”, che ha visto gli studenti delle scuole italiane di ogni ordine e grado sfidarsi nella realizzazione di uno spettacolo sulle tematiche del disagio giovanile e dei diritti umani.
Il teatro come strumento di espressione e crescita interiore
Il valore del teatro, celebrato dalla giornata mondiale, non risiede solo nella qualità artistica delle rappresentazioni: può rappresentare anche uno strumento di crescita interiore per l’attore, amatore o professionista. Da tempo si ritiene infatti che attraverso la recitazione sia possibile entrare in contatto con le proprie emozioni più nascoste, affrontandole e imparando a conoscersi.
Recitando, talvolta persone molto insicure e timide sembrano trovare una sicurezza espressiva che non manifestano in altre circostanze. Non è un caso che esista un vero e proprio filone di “teatro-terapia”, in cui la recitazione diviene strumento per comprendere e alleviare le problematiche psicologiche, con la guida di uno psicologo esperto nella materia.
Anche al di fuori di un contesto terapeutico, calcare un palcoscenico interpretando un ruolo può aprire davvero una finestra nuova sulla nostra interiorità. Le emozioni di un “alter ego” immaginario possono diventare una guida per comprendere la propria emotività, intrattenendo al contempo gli spettatori con un’arte antica.