Le lucciole, piccole chimiche che rischiarano il buio
di Ugo Cirilli
Nell’oscurità di un prato di notte, all’improvviso, piccole luci iniziano ad accendersi sospese nell’aria. Volano lentamente e, in poco tempo, sono ovunque: puntini che brillano e oscillano, come se invisibili presenze camminassero tenendo minuscole candele accese.
Non è una scena di un romanzo o film fantasy, ma lo spettacolo che le lucciole possono regalarci con la bella stagione.
Uno show della natura che rischia di scomparire, trasformato in un racconto dei futuri nonni per i nipoti increduli, a causa di alcune attività umane.
Con il termine lucciole si indica una famiglia molto numerosa di insetti, i Lampiridi, che conta circa 2000 specie in tutto il mondo. In Italia sono presenti Lampyris noctiluca e Luciola italica: la prima presenta notevoli differenze tra il maschio e la femmina, con il primo alato e bruno-giallastro, la seconda priva di ali e di aspetto larviforme. Il maschio e la femmina della Luciola italica invece sono molto simili, entrambi alati, di colore marrone scuro e con una macchia rossiccia.
A cosa è dovuta la sorprendente capacità di questi insetti di brillare nel buio? E a cosa serve?
La… chimica dell’attrazione
Le lucciole riescono a generare luce grazie a due sostanze e a una reazione chimica. Questi insetti assimilano infatti ossigeno che combinano con la luciferina e la luciferasi, una proteina e un enzima presenti nel loro organismo. Questa forma di illuminazione biologica è più efficiente delle lampade a incandescenza, che trasformano in luce solo il 10% circa dell’energia prodotta. La lucciola, invece, riesce a sfruttare quasi il 100% dell’energia derivante dalla reazione chimica.
Ha così luogo la particolare luminescenza, che varia tra i sessi: la femmina emette una luce quasi fissa, anche per ore, il maschio in maniera intermittente.
Qual è lo scopo di questo artificio unico della natura? Semplice: aiutare maschi e femmine a incontrarsi nella notte. Svolge anche una funzione secondaria, cioè dissuadere i predatori, facendo loro capire che nel corpo delle lucciole sono presenti sostanze poco… appetitose.
In alcune zone del mondo si raduna un numero enorme dei piccoli insetti, dando origine a uno spettacolo davvero mozzafiato. Ciò accade ad esempio nel parco naturale americano delle Great Smokey Mountains, Tennessee, dove la città abbandonata di Elkmont torna a illuminarsi come se fosse abitata da entità misteriose. Le lucciole del tipo Photinus carolinus brillano con un sincronismo incredibile, in un ambiente a loro particolarmente propizio perché privo di illuminazione artificiale. In Giappone i bellissimi scatti del fotografo Hiramatsu Tsuneaki hanno catturato atmosfere da fiaba nei boschi, con le numerosissime lucciole che formano una specie di pulviscolo luminescente nell’aria.
Cosa minaccia le lucciole
All’inizio dell’articolo abbiamo visto che la magia delle lucciole rischia di diventare un ricordo.
Oltre alla cementificazione che distrugge il loro habitat e all’inquinamento luminoso, che rende difficile l’incontro tra maschi e femmine, un serio pericolo è rappresentato dall’uso dei pesticidi in agricoltura.
La larva di lucciola, infatti, impiega circa 2-3 anni per raggiungere lo stadio adulto e si nutre soprattutto di chiocciole e lumache. Se questi animali vengono sterminati dai prodotti chimici creati appositamente, le larve di lucciola si ritrovano senza cibo. Proprio loro, che svolgerebbero naturalmente il ruolo dei pesticidi predando i gasteropodi.
Se vogliamo che anche le generazioni future possano assistere alla meraviglia delle luci volanti, dobbiamo imparare a rispettare la natura. La magia tornerà a ripetersi nelle notti calde, incantando domani come ieri e oggi.