La stella alpina, una piccola pianta dalla sorprendente resistenza
di Ugo Cirilli
È un fiore piccolo ma tenace, che sfoggia i colori dell’ambiente in cui vive: il bianco della neve, il verde dell’erba degli altopiani. La stella alpina, nome scientifico leontopodium alpinum, è un vero prodigio della natura. Questa pianta cresce ostinata su terreni montani rocciosi e piuttosto aridi, resistendo alle variazioni di temperatura, compreso il gelo dell’inverno. Vive tra i 1500 e i 3000 m di altitudine, esposta alla neve e al sole cocente. Sembra che abbia avuto origine in Asia centrale, per poi diffondersi in Europa. In Italia la troviamo soprattutto sulle Alpi; sugli Appennini centrali, in particolare in Abruzzo, vive la sottospecie leontopodium nivale.
Com’è possibile che una pianta così piccola (raramente supera i 15 cm), dall’aspetto delicato, sopravviva in un habitat tanto difficile?
Tutto nella stella alpina è finalizzato a resistere di fronte alle sfide del clima. Si tratta di una specie perenne, che si mantiene di anno in anno grazie alla parte sotterranea, o rizoma. Con l’arrivo del freddo, infatti, cade la parte aerea, ossia quella che emerge dal terreno. Possiamo dire che le stelle alpine affrontino un lungo periodo di “riposo” sotto la coltre di neve. A primavera iniziano a produrre di nuovo fusti e fogliame, per arrivare alla bellissima fioritura da luglio a settembre.
Tutta la parte emergente della pianta è coperta da piccole setole che le conferiscono il tipico aspetto lanuginoso. Questa caratteristica ha una funzione protettiva e permette anche di limitare la traspirazione, per non disperdere liquidi data l’aridità dell’habitat. Le setole rivestono anche le parti bianche comunemente scambiate per petali. Si tratta infatti di brattee, ossia particolari foglie modificate che circondano la vera infiorescenza. Quest’ultima è rappresentata dai piccoli globi centrali con parti gialle, chiamati capolini e formati da minuscoli fiori.
Le stelle alpine sono purtroppo uno spettacolo raro; la raccolta indiscriminata che hanno subito a lungo ne ha ridotto molto la presenza e oggi rappresentano una specie protetta. È vietato raccoglierne i fiori e sradicarle dal loro ambiente naturale. Gli appassionati di giardinaggio possono però acquistare varietà ibride ottenute in vivaio, adatte a crescere negli habitat dal clima più mite. Anche queste tipologie gradiscono un suolo roccioso e ben drenato e una buona illuminazione. È preferibile ripararle dalle forti piogge e, se viviamo in una zona molto calda, scegliere un punto del giardino che rimanga in ombra per una parte della giornata.
Concludiamo il nostro viaggio alla scoperta dell’affascinante stella alpina con due leggende. Da tempi lontani questa pianta affascina l’uomo con il suo aspetto e le sue straordinarie caratteristiche di resistenza. Anticamente nacquero alcune credenze che attribuivano alla stella origini mitiche, soprannaturali.
Una leggenda racconta che, un tempo, una montagna isolata piangesse spesso per la sua solitudine. Una notte, una stella che aveva udito il pianto scese dal cielo e si posò sulle sue rocce, sfidando il gelo per fare compagnia alla montagna triste. Quest’ultima in segno di gratitudine la avvolse con una delicata, calda lanugine e le diede radici per ancorarsi al terreno: nacque così il famoso fiore.
Nelle Dolomiti si narra che la stella fosse in origine una giovane: suo marito era morto cadendo in montagna e lei chiese al Signore di potergli rimanere accanto per sempre. La sua preghiera venne esaudita trasformandola nel fiore perenne.
Queste suggestioni aggiungono ulteriori elementi di fascino alla piccola pianta, che resiste alla durezza del clima senza perdere la sua delicata grazia.