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17 Novembre 2020
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Il Giorno del Ringraziamento

 

di  Ugo Cirilli

 

 

 

L’America è tornata in primo piano nelle cronache con le sue elezioni presidenziali. In questo periodo si celebra una delle ricorrenze più sentite negli USA, il Thanksgiving Day, Giorno del Ringraziamento. Una festa di origine religiosa alla quale si rende omaggio anche in ambienti laici e istituzionali, tanto che lo stesso Presidente è coinvolto, come vedremo, in una singolare cerimonia.

 

I Padri Pellegrini e un incontro tra culture

La tradizione ha origine da una celebrazione avvenuta per la prima volta nel 1621, o secondo altre fonti nel 1623, nell’area dell’attuale città di Plymouth, nel Massachusets. In quella terra si era stabilita l’anno precedente la colonia dei Padri Pellegrini, tra i primi semplici cittadini a emigrare in America dall’Inghilterra. Si trattava di un gruppo di 102 persone di religione cristiana puritana, perseguitate in patria per la loro fede. Decisero così di imbarcarsi in un rischioso viaggio verso l’America, prima di allora meta solo di spedizioni militari e governative. Durante la dura traversata dell’Atlantico due di loro morirono e la situazione, anche all’arrivo, non si rivelò semplice. L’inverno era vicino e quelle terre esotiche si presentavano brulle e selvagge. I semi portati dai coloni dall’Inghilterra non attecchivano, dato il periodo dell’anno e l’ambiente diverso. La stagione invernale fu rigida e difficilissima da affrontare; più di 40 persone morirono di stenti. La situazione migliorò con la primavera: i Padri Pellegrini riuscirono ad avviare le coltivazioni e alcune terre si rivelarono molto fertili. Inoltre, instaurarono rapporti pacifici e collaborativi con i nativi americani della zona, un’alleanza che si rivelò fondamentale. Gli indiani infatti insegnarono ai nuovi arrivati come coltivare una pianta molto diffusa nell’area, il mais, e allevare un volatile autoctono, il tacchino.

 

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Il primo Giorno del Ringraziamento

I coloni decisero di celebrare il raccolto propizio con una festa, appunto il Giorno del Ringraziamento. Venne organizzato un sontuoso banchetto al quale furono invitati anche i nativi americani. Tra i piatti serviti figuravano alcune portate che sarebbero divenute classici del Thanksgiving Day, come il tacchino e la zucca, oltre ad altre pietanze frutto del raccolto, della caccia e della pesca. La tradizione divenne popolare nel tempo in tutta l’America centro-settentrionale, anche se le varie colonie la celebravano in date differenti. George Washington fu il primo Presidente a tenere un discorso per l’occasione, ma non tutti i suoi successori seguirono questa consuetudine. Fu Abraham Lincoln a istituzionalizzare davvero la ricorrenza nel 1862. Allora imperversava la guerra civile americana e il Presidente, consigliato dall’attivista e scrittrice Sarah Josepha Hale, decise di ufficializzare una festività nazionale, per riavvicinare il Paese a un’idea di unità.

 

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Da allora, la celebrazione è solidamente radicata nella cultura USA anche a livello istituzionale. Per quanto, come osservato dal giornalista Charles M. Blow, i rapporti dei coloni con i nativi americani nel tempo siano degenerati nella violenza, il ricordo di quel banchetto rimane una testimonianza di un possibile incontro tra culture diverse.

 

Il moderno Thanksgiving Day

Oggi il Thanksgiving Day viene celebrato il quarto giovedì di novembre, con usanze tramandate da generazioni e generazioni. La tradizione prevede che il celebre pranzo si svolga a casa e non al ristorante, servendo pietanze tipiche come il tacchino ripieno, cucinato da ogni famiglia secondo la propria ricetta. Il piatto varia anche a seconda degli Stati e delle materie prime disponibili: ad esempio, sulla costa Est la farcitura è spesso a base di ostriche. Nel Sud si usa la focaccia di mais, a Nord l’accompagnamento tipico è invece il wild rice, una varietà di riso. Altre pietanze molto comuni sono le patate dolci, la salsa al mirtillo, la torta di zucca con panna. Dopo pranzo, molti americani sono soliti guardare in TV la partita di football.

 

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Un’altra usanza dalle origini moderne è la parata organizzata dai grandi magazzini Macy’s a New York, con enormi pupazzi gonfiabili e colorati carri allegorici. Questa tradizione nacque nel 1900, come iniziativa spontanea di alcuni dipendenti grati per aver trovato lavoro.

Ma torniamo al tacchino, perché due fortunati esemplari ogni anno incontrano una sorte diversa da quella di tanti loro simili. Il Presidente in persona, infatti, per il Giorno del Ringraziamento concede ufficialmente loro la “grazia”. Uno di essi sfila perfino in pubblico, nell’evento chiamato National Thanksgiving Turkey Presentation. Sembra che questa consuetudine sia nata quando John F. Kennedy, nel 1963, decise di non cucinare il tacchino tradizionalmente donato al Presidente dalla federazione degli allevatori. Secondo altre fonti il “pioniere” sarebbe stato invece Harry Truman, ma questa versione non ha mai trovato conferme. Comunque sia, oggi la “grazia” dei due tacchini è un must della festività e i cittadini americani possono scegliere tramite votazione online come chiamarli. Negli anni, i due volatili hanno ricevuto nomi davvero pittoreschi: ad esempio Cobbler e Gobbler nel 2012, Peas e Carrots (Piselli e Carote) nel 2018…

 

tacchino_

 

Ai tacchini poco importa, sicuramente, dei nomignoli a loro attribuiti: zampettano felici di non essersi ritrovati… in tavola. La festività è comunque sentita a tal punto, da essere celebrata anche dai vegetariani con ricette ad hoc prive di carne. Alcuni storici, tra l’altro, hanno messo in dubbio la presenza del famoso “turkey” sulla tavola dei Padri Pellegrini: più probabile, sostengono, che fosse consumata carne di cervo procurata dagli indiani, d’oca o d’anatra. Una tesi che non ha ancora cambiato l’immaginario tipico della tradizione a stelle e strisce.

 

 

 

 

 

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