2 giugno, la Festa della Repubblica Italiana
di Ugo Cirilli
Il 2 giugno del 1946 ebbe inizio un importantissimo referendum istituzionale: il suo esito avrebbe determinato la forma di governo in Italia dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Repubblica o monarchia? Questa era la scelta che si poneva di fronte a un elettorato davvero numeroso: votò l’89,08% degli allora aventi diritto. Per la prima volta, in una consultazione politica nazionale del nostro Paese, votarono anche le donne.
Il risultato è noto e la data del 2 giugno è oggi associata alla Festa della Repubblica Italiana. Il referendum si svolse nei giorni 2 e 3 giugno, ma il risultato venne proclamato ufficialmente dalla Corte di Cassazione solo il 10 giugno 1946: la Repubblica era l’opzione vincente, con 12.717.923 elettori favorevoli.
La prima celebrazione della festa nazionale si tenne nel 1947; nel 1948 si svolse invece per la prima volta la parata militare lungo via dei Fori Imperiali a Roma, divenuta una consuetudine.
La ricorrenza prevede l’alzabandiera solenne all’Altare della Patria, con la deposizione di una corona d’alloro da parte del Presidente, omaggio al Milite Ignoto. Questa denominazione si riferisce a un militare italiano deceduto nel primo conflitto mondiale e non identificabile, sepolto sotto la statua della Dea Roma all’Altare della Patria e simbolo di tutti i dispersi e caduti di guerra italiani.
La celebrazione del 2 giugno prevede anche, dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli, il passaggio della Pattuglia Acrobatica Nazionale militare delle Frecce Tricolori, che solcano il cielo di Roma lasciando la tipica scia verde, bianca e rossa. Il presidente, a bordo della Lancia Flaminia presidenziale, si reca in via di San Gregorio per passare in rassegna i reparti schierati. Successivamente, assiste alla sfilata militare dalla tribuna presidenziale assieme alle più alte cariche statali.
La dichiarazione ufficiale nel 1949
Nonostante le celebrazioni della Festa della Repubblica abbiano avuto luogo dal 1947, è solo nel 1949 che la data del 2 giugno venne riconosciuta come festività nazionale.
A Torino nel ’61 e un rinvio nel ‘63
Nel 1961 la principale celebrazione della Festa della Repubblica non ebbe luogo a Roma ma a Torino, che era stata la prima capitale dell’Italia unita (seguirono Firenze e, dal 1871, Roma). In quell’anno si festeggiava il centenario dell’unità nazionale.
Nel 1963 la ricorrenza non si svolse il 2 giugno a causa delle gravi condizioni di salute di papa Giovanni XXIII, deceduto il giorno successivo. Venne rinviata al 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Il rinvio del ’77
Negli anni ’70 l’Italia fu tra i Paesi che risentirono della crisi energetica del ’73, quando il prezzo del petrolio subì una brusca impennata. Nel 1977 la Festa della Repubblica venne spostata alla prima domenica di giugno per evitare di perdere un giorno lavorativo, dato che l’economia nazionale non attraversava un momento roseo.
Solo nel 2001, per volontà del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, il 2 giugno è tornato il giorno festivo ufficiale della Repubblica Italiana.
Una vera “fuoriserie presidenziale”
L’elegantissima Lancia Flaminia 335 impiegata nella Festa della Repubblica è una speciale vettura realizzata in soli 4 esemplari, nel 1961, per il Presidente. Venne concepita dalla creatività di Giovanni Battista Pininfarina su richiesta del Presidente Giovanni Gronchi, che desiderava una nuova auto istituzionale in occasione di un importante evento: la visita della Regina Elisabetta d’Inghilterra in Italia. Da questa circostanza è nata la voce, mai confermata, che la sovrana inglese ne abbia fatto realizzare per sé un quinto esemplare, custodito a Buckingham Palace.
Dal 1982 al 1999 è stata utilizzata solo in poche occasioni; con l’elezione di Carlo Azeglio Ciampi, la raffinata auto torna a sfilare il giorno dell’insediamento del Presidente e durante la parata del 2 giugno.
Quel tricolore speciale
Il 2 giugno 2011, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, durante la parata sfilò un tricolore speciale: il “Tricolore di Oliosi”, risalente alla seconda metà dell’800.
Prende il nome dalla località, oggi frazione di Castelnuovo del Garda (VR), dove si svolse un famoso episodio della terza guerra d’indipendenza italiana. Il 24 giugno del 1866 un gruppo di ufficiali, sottufficiali, caporali e soldati semplici italiani si asserragliarono nella cascina chiamata “Castellano d’Oliosi”, resistendo per due ore e mezzo all’attacco degli austriaci. A corto di munizioni e con la cascina che iniziava a bruciare, i militari italiani si videro costretti ad arrendersi. Non vollero però cedere alle truppe austriache il tricolore del loro reggimento: prima di consegnarsi lo divisero in 13 pezzi che nascosero nelle giacche, mentre seppellirono la freccia sotto un cumulo di cenere. 11 parti del tricolore su 13 sono state recuperate dopo la guerra e formano la bandiera oggi chiamata “Tricolore di Oliosi”, una testimonianza storica importantissima.