10 dicembre: una Giornata dedicata ai diritti, dell’uomo e degli animali
di Ugo Cirilli
Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò ufficialmente un documento di grande importanza: la Dichiarazione universale dei diritti umani. A redigerla, un’apposita commissione creata dalle Nazioni Unite e formata da otto Stati tra i più rappresentativi geograficamente.
Gli orrori della seconda guerra mondiale erano un ricordo recente, uno shock di scala planetaria. Forte era l’esigenza di risollevarsi e fare qualcosa, perché l’umanità non precipitasse più in simili abissi. Così, la commissione presieduta da Eleanor Roosevelt iniziò a lavorare al documento già nel 1947, per fissare sulla carta i diritti inviolabili alla base di una moderna idea di civiltà. Diritti da non infrangere a nessun costo.
Dal diritto alla vita alle libertà individuali
Formata da 30 articoli, la Dichiarazione inizia con la famosa frase “Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti”. La prima bozza recitava “Tutti gli uomini…”, ma la delegata indiana, l’attivista e scrittrice Hansa Mehta, propose di iniziare con “Tutti gli esseri umani… ” per evitare possibili discriminazioni nei confronti delle donne.
Seguono altri principi base, come la fratellanza reciproca e il divieto di compiere discriminazioni in base a caratteristiche quali l’etnia, il sesso, le condizioni socio-economiche e l’orientamento politico. Il testo enuncia i diritti inalienabili, a partire dal diritto alla vita, e vieta pratiche come la tortura e la schiavitù. Tocca anche il tema, molto attuale, del diritto di asilo per quanti fuggono da persecuzioni e guerre. Nella Dichiarazione trovano spazio anche diritti legati alla vita pubblica e all’autorealizzazione dell’individuo, come la libertà di associazione e di pensiero, il diritto all’istruzione e al lavoro senza discriminazioni retributive.
Per ricordare la proclamazione del documento, nel 1950 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha indetto la Giornata mondiale dei diritti umani, che si celebra il 10 dicembre. La ricorrenza prevede incontri culturali e conferenze presso il quartier generale delle United Nations a New York, oltre a iniziative a livello internazionale. Quest’anno i grandi eventi sono penalizzati dalla situazione sanitaria; come tutti sappiamo, però, il web offre notevoli possibilità. Così, il 10 dicembre ad esempio in Italia si svolgerà un’assemblea online delle scuole italiane, sul tema dei diritti e della responsabilità. Un vero meeting trasmesso in diretta sulla piattaforma Zoom, in cui gli studenti stessi saranno relatori.
Una ricorrenza anche per i diritti degli animali
Il 10 dicembre non sarà celebrato solo il tema dei diritti umani. Nel 1998 l’associazione britannica animalista Uncaget Campaigns, chiamata in seguito Centre for Animals and Social Justice, propose di ricordare nello stesso giorno l’importanza dei diritti degli animali.
Esiste anche una Dichiarazione dei diritti degli animali, depositata all’UNESCO nel 1978. Questo documento, sottoscritto da 78 associazioni animaliste, non ha un valore giuridico ma propone una serie di norme etiche dettagliate. Ad esempio, afferma la necessità di risparmiare quanto più possibile la sofferenza agli animali anche nell’allevamento e di tutelare gli habitat naturali.
Così, questa seconda ricorrenza aggiunge alla data del 10 dicembre ulteriori spunti di riflessione. Per l’occasione si svolgono in genere varie iniziative: l’anno scorso, ad esempio, l’associazione “Essere animali” ha indetto a Milano una manifestazione alla quale hanno aderito oltre 100 persone. L’obiettivo, naturalmente, era ricordare l’importanza di una questione tuttora aperta: le violazioni dei diritti degli animali purtroppo continuano. In quest’anno critico, agli eventi pubblici si sostituirà la riflessione individuale. Considerazioni che fanno sicuramente riflettere sono state pubblicate dalla PETA (People for Ethical Treatment of Animals), l’associazione animalista, sul suo sito web. Il fulcro dell’argomentazione è semplice: non dovremmo domandarci “Gli animali possono ragionare?”, ma “Possono soffrire?” Poiché la risposta all’ultima domanda è affermativa, la questione dei loro diritti si pone con particolare importanza.