Città di 15 minuti
Sentito parlare della città di 15 minuti? Il concetto è molto semplice: significa vivere in una città dove tutto, ma proprio tutto, è a portata di mano, raggiungibile cioè in un tempo al massimo di 15 minuti, a piedi o in bicicletta. Tradotto significa migliore qualità della vita, nessun bisogno dell’auto nel quotidiano, meno ore trascorse in file chilometriche nel traffico da esaurimento nervoso, maggior tempo per sè stessi e più movimento.
tratto da PiùMe Magazine n. 5 Maggio 2023 p. 28 a cura di Lara Venè
Un’invenzione bellissima, sulla carta. La scommessa è renderla praticabile davvero. Ma non è fantascienza: esistono realtà dove questo già avviene e molte città stanno progettando il loro futuro perchè questo possa realizzarsi, in Italia e nel mondo.
Tutto in 15 minuti a piedi o in bicicletta
Il progetto parte da un’idea avanzata dallo scienziato francolombiano, docente alla Sorbona di Parigi, Carlos Moreno, che ha teorizzato La ville du quart d’heure, una nuova concezione dell’idea di prossimità all’interno delle città, orientata allo sviluppo sostenibile. Secondo il suo concetto, le città di 15 minuti garantiscono ai propri residenti la possibilità di svolgere sei funzioni essenziali entro 15 minuti a piedi o in bicicletta dalle loro abitazioni: vita, lavoro, commercio, assistenza sanitaria, istruzione e intrattenimento.
I benefici sono facilmente intuibili, sia nella vita quotidiana e individuale delle persone, sia in quella collettiva, delle città e del pianeta. I residenti delle città potrebbero riappropriarsi del proprio tempo, grazie alla riduzione delle lunghe code per raggiungere il luogo di lavoro o la palestra o il supermercato, o la scuola dei figli. Tutto potrà essere raggiunto a piedi. Le strade, liberate dalle auto, avrebbero una seconda vita con nuovi parchi, fontane, alberi e orti urbani, cosa che renderebbe l’ambiente più piacevole da vivere, anche per la capacità benefica di mitigare l’effetto “isola di calore”, alimentato dai gas di scarico e il poco verde.
“È tempo di passare dalla pianificazione urbanistica alla pianificazione della vita urbana. Ciò significa trasformare lo spazio della città, ancora altamente mono-funzionale con le sue diverse aree specializzate, in una realtà policentrica, basata su quattro componenti principali -vicinanza, diversità, densità e ubiquità- per offrire a breve distanza le sei funzioni sociali urbane essenziali: vivere, lavorare, fornire, curare, imparare e godere” spiega Carlos Moreno.
Il concetto è stato reso popolare dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo a cui Moreno aveva sottoposto il progetto. E la sindaca lo ha recepito nel suo programma elettorale nella campagna di rielezione del 2020.
La pandemia ha accelerato la voglia di città più vivibili
La pandemia globale di COVID-19, ma anche la grave crisi climatica che sta affliggendo il pianeta, hanno accelerato la diffusione dell’idea delle città di 15 minuti e sono aumentati i progetti per renderle praticabili. Nell’aprile del 2020 a Barcellona è stato pubblicato un manifesto firmato da 160 accademici e 300 architetti in cui si chiede e si propone un cambiamento radicale nell’organizzazione delle città attraverso una nuova gestione della mobilità, (ri)naturalizzazione della città, demercificazione degli alloggi e decrescita. Qualche mese dopo, il C40 Cities Climate Leadership Group, ha pubblicato un quadro strutturale per le città per “ricostruire meglio” utilizzando il concetto di 15 minuti, riferendosi specificamente ai piani attuati a Milano, Madrid, Edimburgo e Seattle. Il rapporto sottolinea l’importanza di un coinvolgimento inclusivo della comunità attraverso meccanismi come il bilancio partecipativo e l’adeguamento dei piani urbani e delle infrastrutture.
Da Parigi a Milano
In Italia la prima città a programmare il modello parigino è Milano. Da tempo si sono sperimentati progetti come le piazze tattiche (la pedonalizzazione di angoli di città con panchine, alberi, spazi gioco), le reti ciclabili e altre iniziative ispirate dalla stessa filosofia. Nel luglio dello scorso anno poi il Comune ha pubblicato Mi15, il bando che sostiene gli investimenti a impatto sociale delle imprese con contributi a fondo perduto con l’obiettivo di attivare o potenziare spazi e servizi nei quartieri per realizzare la “Città a 15 minuti”.
A Roma
Nella Capitale, lo scorso ottobre è stato invece presentato il programma, 15 MUNICIPI, 15 PROGETTI PER LA CITTÀ DEI 15 MINUTI con il coinvolgimento di tutti i Municipi, che prevede di rigenerare una prima serie di 15 ambiti territoriali, uno per ciascun Municipio, per perseguire l’obiettivo della Città dei 15 minuti. Le attività del programma prevedono la redazione di un Masterplan per la riqualificazione degli ambiti selezionati in cui sono individuate le soluzioni progettuali. Un primo gruppo di interventi sarà realizzato nel corso del 2023 per un totale di 22,5 milioni di euro.
Quanto è praticabile in Italia il modello di città di 15 minuti? Torino al top
Sony Computer Science Laboratories (Csl) ha elaborato Citychrone-15 minutes, una mappa interattiva con dieci parametri che aiuta a capire lo stato delle città e verificare quanto è praticabile la visione di Carlos Moreno. La mappa, in pratica, misura il tempo che impieghiamo nelle attività quotidiane per recarci al lavoro, portare i figli a scuola, andare in palestra o al cinema. La media di tutti i parametri ha generato una classifica che, in Italia, vede Torino al top. Qui il tempo medio di percorrenza è al di sotto dei 15 minuti. In tutto il paese, in generale, i dati indicano che ciò che impatta di più nell’aumento delle percorrenze è la distanza fra la propria abitazione e l’ufficio. Infatti, mentre scuole, ristoranti, ospedali, cinema, sono tutti servizi che possono essere aperti o costruiti in un quartiere, la stessa cosa non avviene per il luogo di lavoro.