Viaggi Letterari
Ci sono libri così belli che raccontano storie talmente ben scritte da far venir voglia di mettersi in viaggio alla scoperta dei luoghi in cui sono ambientate a volere quasi riviverne tutte le emozioni provate, pagina dopo pagina. Oppure la curiosità di andare nelle città dove i “nostri” scrittori preferiti hanno vissuto, amato, pensato, e scritto pagine memorabili e immaginare le loro vite, le giornate, gli attimi o i paesaggi ispiratori.
tratto da PiùMe Magazine n. 6 Giugno 2023 p. 32 a cura di Lara Venè
Il rapporto tra viaggio e letteratura ha un potere magico, l’uno rafforza l’altra e viceversa in un groviglio di sensazioni personali che permettono di vivere entrambi con un’ineguagliabile forza. “L’hai mai osservata la brughiera, Isabella? È tormentata dai venti, dalle tempeste, dai ghiacci dell’inverno… Eppure l’erica resiste, rimane attaccata alla terra, sempre e comunque. Non la tradisce mai, non l’abbandona per rifiorire in posti più tranquilli, le sue radici non muoiono, sanno che il loro destino è legato alla brughiera, anche se è aspra, ostile. Ma l’amano così com’è, senza riserve”.
È la brughiera dello Yorkshire, il suggestivo paesaggio che fa da cornice alla storia di Cime Tempestose di Emily Brontë. Un paesaggio selvaggio e pungente che d’estate si colora di quella pianta bellissima che è l’erica. Qui, in piccolo paese immerso nelle brughiere dell’Inghilterra settentrionale, Haworth, vicino alle cittadine di Halifax e Bradford, a 30 chilometri circa da Leeds sono cresciute le tre sorelle Brontë, Emily, Charlotte e Anne. Isolate dal resto del mondo, impegnate a scrivere romanzi che, infatti, restituiscono tutta la suggestione di quei luoghi. Attraversarli fa entrare in connessione con il romanzo a maggior ragione se si incontra Ponden Hall, il casale che ha ispirato Thrushcross Grange, la residenza dei Linton o la casa di Wuthering Heights.
A chi non è venuta voglia di andare a cercare la Basilica di Santa María del Mar, tra l’altro una delle più belle di tutta Barcellona, nota come Cattedrale del Mare dopo aver letto l’omonimo libro di Il defonso Falcones, ambientato proprio durante la costruzione di questa chiesa? E qui sentire e immaginare tutte le fatiche di Arnau Estanyol (protagonista del romanzo) e della confraternita dei bastaixos, i forzuti scaricatori del porto di Barcellona che sulle loro schiene trasportarono le pietre per la sua costruzione dalle cave del Montjuic? Vien voglia quasi di percorrerlo quel tragitto, dalle cave fino alla Basilica nel quartiere della Ribera vicino al porto della città.
Vietato andare a Barcellona poi senza aver letto almeno L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón e scoprire un’altra città: gotica, solitaria e misteriosa. Ritrovare il Cimitero dei Libri Dimenticati dove Daniel Sempere (il protagonista) si imbatte nel romanzo, L’ombra del vento, che gli cambierà la vita, è impossibile: quel luogo non esiste nella realtà. Ma la strada in cui Zafón l’ha collocato, si: una piccola calle nel quartiere Raval. Impossibile poi non sentire la curiosità di salire al n° 32 di Avinguda Tibidabo e cercare l’inquietante casa degli Aldaya.
“La campagna o la natura non mi possono dare niente che valga la maestà irregolare della città tranquilla, sotto il chiaro di luna, vista dalla Graca o da S.Pedro de Alcantare. Non ci sono per me fiori come il ricco cromatismo di Lisbona sotto il sole”.
Fernando Pessoa nel suo Diario dell’inquietudine rende bene la bellezza poetica di Lisbona, raccontata attraverso le pagine anche di altre sue opere. E qui è possibile incontrarlo idealmente sotto le sembianze della celebre statua in rua Garrett, nel quartiere storico dello Chiado, fuori dal locale A Brasileira, uno dei più antichi e famosi caffè della città e locale preferito dallo scrittore. Una tappa obbligata per chi ama Pessoa e vuole intraprendere un viaggio letterario sulle sue orme. Ma Lisbona si nutre anche dei racconti del toscano Antonio Tabucchi che qui ambienta Sostiene Pereira, il romanzo sulla presa di posizione contro la dittatura salazarista di Pereira giornalista del Lisboa negli anni Trenta. “..dal finestrino guardava sfilare lentamente la sua Lisbona, guardava l’Avenida da Libertade con i suoi palazzi, e poi la Praça do Rossio dallo stile inglese, e al Terreiro do Paço, con la sua piazza protesa nel mare”.
Poche righe intrise di saudade, quella dei portoghesi e di Pereira che ogni sera torna a casa e bacia il ritratto della moglie e ogni giorno cerca ristoro per sopravvivere alla calura al Café Orquídea, locale immaginato nelle vicinanze di Praça da Alegria dove consuma la sua immancabile limonata e le sue care omelette alle erbette aromatiche.
Chi ha letto il Diario di Anna Frank non può evitare ad Amsterdam di voler vedere l’alloggio segreto al numero 263-267 di via Prinsengracht dove Anna Frank e la sua famiglia vissero due anni (dal 1942 al 1944) prima di essere deportati nei campi di concentramento. Ed è proprio qui che la piccola Anna scrive il suo famosissimo diario.
E che dire, infine, del legame tra Parigi e Notre-Dame de Paris o I Miserabili di Victor Hugo? Nella capitale francese, d’obbligo anche la tappa a Belleville, il quartiere dove abita Benjamin Malaussène protagonista della serie di romanzi di Daniel Pennac.