Agricoltura 4.0
Dai droni, alle app che monitorano la raccolta, dai robot ai Gps: l’agricoltura tradizionale piano piano diventa un ricordo.
La tecnologia si sta diffondendo sempre di più e oggi, il contadino cappello in testa, faccia sudata sotto il sole, canotta bagnata e il naso all’insù per monitorare il tempo, sta diventando il simbolo della tradizione, presente ormai solo nelle piccole realtà agricole a conduzione familiare.
tratto da PiùMe Magazine n. 5 Maggio 2023 p. 32 a cura di Lara Venè
Nella maggior parte delle aziende italiane l’agricoltore ha smartphone in mano, è digitale, controlla tutto sul tablet ed è diventato un imprenditore della terra. È l’agricoltura 4.0, bellezza! Che aiuta i profitti, salva l’ambiente e cerca di sopravvivere al cambiamento climatico.
Tutto cominciò con l’agricoltura di precisione
Alla fine degli anni Novanta, per la prima volta, negli Stati Uniti si parla di precision farming, che tradotto significa agricoltura di precisione. Si cominciavano a utilizzare soluzioni digitali per
interventi mirati sulle colture. Con l’agricoltura di precisione si introduce il principio che il terreno non è tutto uguale e gli appezzamenti hanno caratteristiche diverse, con bisogni fisiologici differenti. Così, le caratteristiche del suolo vengono studiate scientificamente e, in base ai risultati delle ricerche, si cominciano a programmare gli interventi.
Uno dei primi ambiti di impiego è stato quello dell’irrigazione, con l’obiettivo di non sprecare risorse idriche né indebolire le piante. Poi sono state introdotte le tecniche digitali per la piantumazione adattata alle caratteristiche del suolo, l’impiego di antiparassitari in relazione alle precise esigenze delle singole piante da trattare o di fertilizzanti, somministrati soltanto nella quantità necessaria e nei tempi più utili. In pratica, si introduce il concetto di razionalizzare e ottimizzare tutto per evitare sprechi e intervenire solo dove c’è un reale bisogno. La filosofia dell’agricoltura 4.0 è la stessa: si è soltanto affinata, grazie a nuove metodologie, nuove conoscenze e i nuovi strumenti partoriti dalla tecnologia.
Oggi l’agricoltura 4.0 è un fenomeno in crescita
Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Smart Agrifood, in cinque anni, il valore del mercato dell’agritech è cresciuto del 1500%, passando da 100 milioni di euro a 1,6 miliardi. Tra le soluzioni più adottate dalle imprese innovative c’è l’informatizzazione attraverso software di gestione, sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature, servizi di mappatura e di coltivazioni e terreni, sistemi di monitoraggio e sistemi di supporto alle decisioni.
Droni, trattori automatici e sensori intelligenti
Tra le innovazioni che stanno cambiando il settore, c’è l’analisi dei dati che provengono direttamente dai campi grazie a sensori “intelligenti”, trattori a guida autonoma e droni contadini anche per la semina. I droni, in particolare, vengono considerati alleati preziosi per la loro capacità di esplorare i campi dall’alto, raccogliendo dati che consentono alle aziende di disporre di informazioni mai raggiunte fino ad ora. Soprattutto a un costo contenuto, in poco tempo e con grande accuratezza. E ancora, l’agricoltura 4.0 si basa sui Big Data, l’Intelligenza Artificiale, la Robotica e l’Internet of Things (IoT).
Quest’ultimo (l’internet delle cose) sta crescendo molto e potrebbe cambiare il futuro di molte aziende, grazie alla capacità secondo cui gli elementi fisici, attraverso sensori, possono condividere e raccogliere i dati con un intervento umano minimo. In questo modo i sistemi digitali riescono a registrare, monitorare e regolare ogni interazione tra gli oggetti connessi. In un quadro simile si capisce perchè la figura del contadino, piano piano, verrà relegata alla tradizione. Il suo compito principale sarà controllare i dati e le informazioni che le macchine inviano sul suo tablet o sul suo smartphone. Controllati i dati dovrà metterli in relazione e programmare gli interventi.
In Italia oggi 6 aziende agricole su 10 hanno adottato almeno una soluzione di agricoltura 4.0. E i numeri sono in crescita rispetto all’anno precedente. Anche il rito antico della raccolta diventerà un ricordo. Era il momento più bello, quello dove si raccoglievano i frutti della semina, della sapienza, di una buona gestione e del tempo clemente.
La raccolta è il momento per eccellenza in cui si celebra l’agricoltura, il sapere contadino e l’amore per la terra che, finalmente, restituisce. Non è un caso che quel momento, fin dall’antichità, venisse celebrato con feste, dove le fatiche si scioglievano nei brindisi e nei banchetti. Un rito che rimarrà vivo in poche realtà, piccole, a conduzione familiare. Nella altre, anche l’attività della raccolta si è automatizzata da tempo e la tecnologia accelera e perfeziona l’attività, con notevole risparmio di tempo.
La tecnologia facilita la tracciabilità degli alimenti critici: una garanzia per il consumatore
Le aree dove le aziende stanno maggiormente innovando sono quelle relative alla tracciabilità alimentare, alla produzione, alla logistica e al controllo della qualità (sia della materia prima che del prodotto finito). Nel campo della tracciabilità, in particolare, si stanno sperimentando soluzioni tecnologiche, come software gestionali integrati, soluzioni mobili e cloud per ridurre i tempi richiesti per la rintracciabilità dei prodotti in caso di criticità e per snellire i processi di inserimento dei dati, riducendo il margine di errore. Questi sistemi, poi, consentono di valorizzare le caratteristiche del prodotto nei confronti del consumatore finale, soprattutto attraverso l’utilizzo di QR Code.
L’agricoltura 4.0 incrementa la sostenibilità economica e ambientale
La tecnologia aiuta a fronteggiare il cambiamento climatico globale e il prolungarsi di lunghi periodi di siccità a cui stiamo assistendo. Intanto si stima che, grazie ai software e al calcolo esatto del fabbisogno idrico della coltura, si evitano gli sprechi di circa il 20%. Un maggior controllo sui costi di produzione e la possibilità di pianificare con estrema precisione tutte le fasi di coltura, dalla semina alla raccolta, si traduce in un significativo risparmio di risorse.