Italia in Bicicletta
Lungo fiume o attorno a un lago, su piste ciclabili in città o su percorsi a picco sul mare, in mezzo al verde o su strade sterrate di montagna in sella a performanti mountain bike, è sempre maggiore il numero di italiani in bicicletta
tratto da PiùMe Magazine n. 9 Settembre 2023 p. 30 a cura di Lara Venè
Intramontabile mezzo di trasporto, economico ed ecologico, gioco irrinunciabile per i più piccoli, la bicicletta negli anni è diventata una vera passione per molti che ne hanno fatto uno sport o un puro divertimento. La gita in bici sta diventando un‘attrazione sempre più gettonata attorno a cui si organizzano le vacanze in ogni stagione, a seconda dei luoghi.
La bici è sempre stata sinonimo di libertà e vita all’aria aperta, ma l‘arrivo di quella a pedalata assistita, ultima tendenza che la rende attraente e possibile per chi teme la fatica e le salite, unitamente al fiorire di piste, ciclovie, percorsi a tema hanno generato un vero e proprio segmento turistico in grado di mobilitare sportivi e non, famiglie e gruppi, con un importante ritorno economico per il paese.
Negli ultimi anni, da nord a sud, in Italia si sono sviluppati percorsi cittadini, montani, marini, di campagna, attorno ai laghi o lungo le linee ferroviarie dismesse. A detta di molti il nostro paese può contare su una vasta rete di collegamento fatta di piccole arterie tra centri di attrazione turistica, piccoli borghi, luoghi di interesse storico, patrimonio paesaggistico e naturalistico e luoghi dal forte valore enogastronomico, che rappresentano un’offerta cicloturistica originale come del resto lo è l’Italia.
In sella ad una bici così, si possono visitare centri dall’inestimabile valore architettonico e, pochi chilometri dopo, percorrere un lungo lago abbinando la bellezza della storia con quella della natura: la forza del cicloturismo di casa nostra. Per non parlare poi delle lunghe e famose ciclabili in ogni località del Trentino-Alto Adige. Un‘insieme di fattori che, come dimostra “Viaggiare con la bici 2023- terzo Rapporto nazionale sul cicloturismo” curato da Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) in collaborazione con Legambiente, ha trasformato il cicloturismo da un fenomeno di nicchia a voce sempre più importante del comparto turistico.
La conferma arriva dal fatto che i cicloturisti “puri” sono aumentati, passando dai circa 4 milioni del 2019 a più di 9 milioni del 2022: si tratta di turisti italiani e stranieri che scelgono il nostro Paese per una vacanza su due ruote “generando nelle destinazioni che li ospitano un impatto economico stimato in oltre 1 miliardo di euro”. Ci sono poi quei turisti, mossi da altre motivazioni, che trascorrono parte della vacanza utilizzando la bicicletta: nel 2022 si stimano siano stati quasi 24 milioni le presenze turistiche riconducibili a questa categoria, per una spesa sul territorio pari quasi a 3 miliardi di euro.
Complessivamente, tra cicloturisti puri e turisti in bicicletta si stimano più di 33 milioni di presenze (il 4,3% di quelle stimate per la destinazione Italia) per un impatto economico di oltre 4 miliardi di euro per il 2022.
L’impatto economico del cicloturismo
L’impatto economico conseguente di questa particolare tipologia di turismo si è concretizzata “in 7,4 miliardi di euro di spesa della quale, per quanto riguarda il cicloturismo vero e proprio, hanno beneficiato in particolare strutture ricettive (1,4 miliardi di euro), ristorazione (0,8 miliardi), abbigliamento (0,5 miliardi) e attività leisure (0,3 miliardi)”. Anche in considerazione del fatto che la durata media della vacanza dei cicloturisti lo scorso anno si è aggirata sugli 11 giorni.
Un mercato che può ancora aumentare con politiche ad hoc come quelle contenute nel rapporto citato, come l‘introduzione o il potenziamento dei servizi necessari a misura di ciclista (la geolocalizzazione delle piste e dei punti ristoro/strutture ricettive, i portabici davanti alla struttura ricettiva, i punti informativi lungo il percorso, i bike shop convenzionati e le ciclofficine per le riparazioni e i pezzi di ricambio) e una una politica fiscale per la filiera del ciclo italiana, a partire dalla riduzione dell’Iva sugli acquisti di biciclette e sui servizi connessi (per esempio noleggio e riparazione) sul modello del Portogallo che nel 2022 ha ridotto l’Iva sull’intera filiera, passandola dal 24% al 6%.
Le mete più gettonate degli amatori delle due ruote
In vetta alla classifica degli amanti delle due ruote c‘è il Nord Italia con il Trentino-Alto Adige che si impone per la vasta presenza di piste ciclabili, paesaggi irripetibili e una leadership consolidata nell’accoglienza. Tuttavia, secondo il rapporto di Banca Ifis, grande interesse ha ottenuto anche il Sud Italia che nel 2022 ha attirato il 18% dei flussi. Nel settore le Regioni hanno investito molto, come la Basilicata, dove l’Agenzia di Promozione Territoriale ha avviato da tempo iniziative territoriali, come ad esempio “Basilicata free to move”, l’applicazione interattiva per smartphone e tablet che geolocalizza e permette di conoscere 21 itinerari cicloturistici per 1.729 km complessivi.
In Calabria la Ciclovia dei Parchi, 545 chilometri che attraversa longitudinalmente la regione Calabria sulla dorsale appenninica toccando i parchi nazionali del Pollino, della Sila dell’Aspromonte e quello regionale delle Serre. In Abruzzo la “Costa dei Trabocchi” che promuove l’omonima ciclovia e una moltitudine di percorsi “a pettine” tra mare ed entroterra, caratterizzati da diversi gradi di difficoltà.
Per il Sud Italia, per altro, il cicloturismo rappresenta un‘occasione importante per un allungamento della stagionalità, per contrastare il fenomeno dell‘overtourism.