I grandi talenti del nuoto italiano
Colmare il vuoto lasciato da Federica Pellegrini è difficile, forse impossibile. C’è però un’intera generazione di campioni che sta provando a farlo, mettendo in fila titoli e medaglie tra Europei e Mondiali.
Da quando una delle più forti nuotatrici di tutti i tempi si è ritirata (novembre 2021), l’Italia si è ritrovata priva del suo principale riferimento, in vasca e fuori.
tratto da PiùMe Magazine n. 1 Gennaio 2023 p. 66 a cura di Gabriele Noli
Un testimone raccolto da Gregorio Paltrinieri, altro fuoriclasse azzurro da oltre un decennio ai vertici internazionali nel mezzofondo, oggi leader carismatico di un gruppo giovane, pieno di talento e voglia di affermarsi. I Giochi Olimpici di Parigi 2024 rappresentano un orizzonte temporale ben definito e neppure troppo distante. Prima comunque ci saranno altri appuntamenti di rilievo nei quali i nuotatori azzurri potranno confermare lo status dell’Italia quale terza potenza globale dopo Stati Uniti e Australia. Oggi Paltrinieri è la punta di diamante (nonché il capitano) di un gruppo competitivo su qualsiasi distanza e specialità: il 28enne di Carpi merita una citazione speciale, perché si è affermato come stella assoluta sia in vasca sia in acque libere. Solo nel 2022 si è messo al collo 7 medaglie d’oro, 2 d’argento e una di bronzo tra Mondiali e Europei (disputati a Roma): abbastanza per considerarla la migliore stagione della sua stratosferica carriera. Un campione impegnato anche nella tutela del mare, come dimostra l’ideazione del format “Dominate The Water”, un circuito di gare di nuoto in acque libere in giro per l’Italia riservate a agonisti, master e professionisti lanciato con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alla sostenibilità ambientale. “Ho scelto il mare per respirare la libertà e nuotando ho compreso che bisogna proteggerlo. Il pianeta va salvato, per la sua bellezza e la nostra salute”, ha spiegato Paltrinieri, che a Parigi aspirerà legittimamente a estendere il personale palmares olimpico (un oro a Rio 2016, un argento e un bronzo a Tokyo 2021).
Da una conferma a una sorpresa, altrettanto eclatante: Thomas Ceccon è il nome nuovo del nuoto azzurro, destinato a far parlare di sé per parecchio tempo. E ne ha dato prova sia ai Mondiali di Budapest (stabilendo il record del mondo nei 100 dorso) sia agli Europei di Roma, dove ha conquistato addirittura 6 medaglie, di cui ben 4 d’oro, prendendosene altrettante nella rassegna iridata in vasca corta di Melbourne. Un talento di appena 22 anni che fa della poliedricità il suo tratto distintivo: eccellente nei misti, ha dimostrato di essere estremamente performante nel dorso e nello stile libero. Le spiccate doti atletiche gli consentono di poter mettere in fila un elevato numero di gare a distanza ravvicinata l’una dall’altra. E il suo rendimento complessivo non ne risente affatto.
Discorso simile per Nicolò Martinenghi, 2 anni più grande rispetto a Ceccon (è nato nel 1999) e specializzato nella rana: doppio bronzo a Tokyo 2021 (100 e staffetta 4×100 misti), pure lui si è guadagnato un posto di rilievo nel panorama internazionale del nuoto grazie agli splendidi risultati tra Mondiali e Europei. A luglio, a Fukuoka (in Giappone), sarà chiamato a difendere il titolo iridato ottenuto sui 100, gara nella quale potrebbe recitare un ruolo da protagonista ai Giochi di Parigi, che rappresentano la chiusura di un ciclo piuttosto intenso. L’ambizione non gli manca, le qualità per riuscirci nemmeno. Fin qui ha saputo gestire bene gli alti e i bassi che possono caratterizzare la carriera di un nuotatore, nonché l’elevatissimo carico di stress e responsabilità che scandiscono l’avvicinamento ai grandi eventi. La stessa attitudine mostrata da Simona Quadarella, il cui bilancio a 5 cerchi (un bronzo negli 800 stile libero a Tokyo 2021) non rende giustizia all’immenso valore di una nuotatrice che le maggiori soddisfazioni se le è tolte in ambito continentale (8 ori). Sebbene sia ritenuta tra le più esperte nel gruppo azzurro, ha ancora diverse stagioni davanti a sé per mantenersi al vertice nel mezzofondo, dove la concorrenza però è aumentata esponenzialmente negli ultimi tempi. Come nelle gare più brevi della rana, che ormai da un quadriennio vedono sulla scena Benedetta Pilato. Divenuta maggiorenne il 18 gennaio, è campionessa mondiale e europea in carica nei 100 e detentrice del record iridato nei 50. Gli exploit realizzati in giovanissima età hanno spinto l’opinione pubblica a eleggerla come l’erede naturale di Federica Pellegrini (al di là delle specialità diverse: la “Divina” ha riscritto la storia del nuoto nello stile libero).
All’età di 14 anni e 6 mesi è stata l’atleta azzurra più giovane a debuttare in un campionato mondiale, battendo il record di precocità che apparteneva proprio alla Pellegrini. Alle Olimpiadi di Tokyo per Benedetta i risultati non sono stati certo quelli sperati (prematura eliminazione nei 100 con tanto di squalifica), ma la sua attenzione è rivolta a quelli di Parigi, che potranno costituire per lei l’occasione del riscatto. Agguerrita e dotata di un talento fuori dal comune, la pugliese si sta sottoponendo ad un durissimo lavoro per ritornare al top. Grandi soddisfazioni per l’Italia sono giunte dalle staffette, in particolare maschili, con medaglie a profusione. I vari Leonardo Deplano, Lorenzo Zazzeri, Paolo Conte Bonin, Alessandro Miressi, Manuel Frigo, Matteo Ciampi, Alberto Razzetti, Lorenzo Mora, Matteo Rivolta, Stefano Di Cola, Marco De Tullio, Gabriele Detti e Lorenzo Galosso hanno contribuito a estendere il medagliere azzurro. Tra le donne, invece, Sara Franceschi, allenata da papà Stefano, sta vivendo una crescita continua, come testimonia l’argento nei 400 misti ai Mondiali in vasca corta di Melbourne: le manca solo un ultimo step per compiere il definitivo salto di qualità. Una menzione a parte la merita Dario Verani, campione mondiale e vicecampione europeo nel giro di un paio di mesi nella 25 chilometri, la gara più lunga e massacrante del nuoto in acque libere.