Matera capitale della cultura
di Virginia Torriani
Matera è passata da “vergogna nazionale” – così la definì nel 1948, dopo la denuncia di Carlo Levi, il leader del partito Comunista italiano Palmiro Togliatti – a orgoglio europeo.
Scavata nella roccia, Matera è una città di un’altra epoca, una delle più antiche città abitate al mondo con alcune delle sue famose grotte risalenti a 9000 anni fa. In quelle grotte, conosciute come Sassi, la gente ha vissuto in condizioni disagiate fino alla metà del secolo scorso. Da allora Matera ha percorso una lunga strada e in poco più di cinquant’anni ha saputo rovesciare il proprio destino, reinventando i Sassi come spazi artistici, locali alla moda e pittoreschi alloggi per visitatori, passando in definitiva da simbolo dell’arretratezza del Meridione italiano a spazio urbano di spinte creative, culturali e incontri e diventando emblema di riscatto per tutto il Sud.
Patrimonio Unesco dal 1993, la città dei Sassi è riuscita ad aggiudicarsi il traguardo più grande, quello di Capitale Europea della Cultura, insieme a Plovdiv, in Bulgaria. È la prima città del sud Italia ad avere questo riconoscimento e, così come recita lo slogan che ha scelto per la sua candidatura – “Open Future” –, Matera forte del proprio ricco passato è pronta ad aprirsi e guardare al futuro.
Nelle 48 settimane di programmazione sono oltre 300 gli eventi in programma. Per partecipare alle diverse iniziative è disponibile un passaporto, una sorta di lasciapassare, che al costo di 19 euro, consente l’accesso a tutti gli eventi per l’intera la durata della manifestazione.
Quattro importanti appuntamenti scandiranno l’anno di Matera Capitale Europea della Cultura, tappe di un percorso alla scoperta della storia e della cultura della città. Si inizia con “Ars Excavandi”, la mostra inaugurale negli ipogei di Palazzo Lanfranchi, che pone al centro dell’esibizione le abitazioni rupestri locali, un tempo simbolo di povertà, oggi esempio di sostenibilità. Uno spettacolare viaggio che inizia nel Paleolitico e termina esplorando come potrebbe apparire la bioarchitettura in futuro.
Nel corso dell’anno apriranno al pubblico altre tre importanti esposizioni. Ad aprile “Rinascimento visto da Sud”, oltre cento opere in esposizione per indagare in modo inedito il Rinascimento. “La poetica dei numeri primi”, prevista per giugno 2019, parlerà di scienza, con un focus su Pitagora.
A settembre sarà la volta di “Stratigrafie. Osservatorio dell’Antropocene”, un’indagine sul nuovo rapporto dell’uomo con la propria era. Accanto al ricco calendario di eventi non mancano poi monumenti e luoghi da visitare: la Cattedrale e le chiese rupestri, il Palombaro Lungo, la Cripta del Peccato Originale, il Museo della Scultura Contemporanea sono senz’altro tra le cose da vedere.