Alfonso Cuarón e la sua strada verso il successo
di Ugo Cirilli
Dopo i trionfi agli Oscar e ai Golden Globe, il regista messicano Alfonso Cuarón è stato premiato con un nuovo, prezioso riconoscimento: “Roma”, la sua ultima opera, ha ottenuto il David di Donatello 2019 come “Miglior film straniero”.
Nella sua carriera il cineasta ha affrontato generi molto diversi, conquistando il pubblico e la critica a livello internazionale. Lui stesso, probabilmente, non avrebbe immaginato un tale successo, quando muoveva i primi passi nel mondo della regia. Gli esordi infatti furono piuttosto complicati, come avviene a molti grandi creativi.
Vediamo alcuni aneddoti e curiosità sul suo percorso professionale e sulla sua vita!
Il bambino che voleva diventare astronauta
Da bambino, il futuro regista seguì in tv lo sbarco della navicella Apollo 11 sulla Luna e sognò di poter essere, un giorno, un astronauta.
In seguito, come lui stesso ha dichiarato, scoprì che per diventare astronauti occorreva prima arruolarsi nell’esercito ed elaborò un “piano B”. “Ok” si disse “allora diventerò un regista e farò film nello spazio”. Possiamo quindi pensare che il trionfo di “Gravity”, con gli “astronauti” Sandra Bullock e George Clooney, nasca anche da quel sogno d’infanzia.
Quel “no” dell’università
Alfonso Cuarón era ancora uno studente di cinema e filosofia dell’UNAM, l’Università Nazionale Autonoma del Messico, quando si cimentò nella realizzazione del suo primo cortometraggio, “Vengeance is mine”, assieme a due amici (uno dei quali, Emmanuel Lubezki, sarebbe diventato poi direttore della fotografia di alcuni suoi film).
L’Università si oppose all’idea del neoregista di commercializzare il corto e Cuarón, deluso, abbandonò gli studi. Iniziò così a lavorare come assistente e regista per alcune produzioni tv.
Momenti difficili
Non erano affatto giorni facili per il ventenne ex studente di cinema. Dalle ambizioni creative, si trovò a svolgere mansioni semplici e di fatica, come il trasporto dei microfoni. Inoltre, la sua ragazza di allora era in attesa del suo primo figlio, Jonas, futuro co-sceneggiatore di “Gravity”. A scuotere Cuarón, spingendolo a seguire di nuovo la sua vera vocazione, fu un periodo particolarmente demoralizzante sul set di una serie tv.
Il primo successo con una commedia
Arrivò così per lui la prima vera svolta, quando scrisse assieme al fratello Carlos la commedia “Solo con tu Pareja” (“Uno per tutte” nella traduzione italiana). La trama racconta la vicenda di un pubblicitario seduttore seriale, al quale un’amante abbandonata fa credere per vendetta di essere ammalato di AIDS. Quando il film, dopo svariate difficoltà per trovare i fondi necessari, venne realizzato e distribuito, incontrò un successo travolgente.
Dal noir alla “Piccola principessa”
“Solo con tu Pareja” ebbe un’eco mediatica talmente forte da arrivare negli Stati Uniti. Così, a Cuarón si presentò una nuova, importante opportunità: il regista Sidney Pollack lo ingaggiò per girare un episodio della serie noir e poliziesca “Fallen Angels”. Due anni dopo, dimostrando un estro creativo poliedrico, passerà a un genere completamente diverso con il suo primo film prodotto negli States: “La piccola principessa”, adattamento di un romanzo per ragazzi di Frances Hodgson Burnett.
La sua carriera procederà verso successi sempre più clamorosi, come la regia del terzo film della saga “Harry Potter”, fino ai riconoscimenti attuali.
L’Italia nel cuore
Figura davvero internazionale, Alfonso Cuarón è molto legato anche al nostro Paese. “Mi avete fatto sentire ancora più vicino al cinema italiano, che amo profondamente” ha affermato durante la cerimonia dei David di Donatello, ringraziando la giuria. Ma il suo rapporto con l’Italia non si limita all’ammirazione per i grandi registi.Ha infatti ricevuto la cittadinanza onoraria di Pietrasanta, la cittadina toscana dove vivono la ex moglie e i figli. A Pietrasanta, come raccontano i titolari di alcune attività, può capitare di imbattersi nel premio Oscar che fa la spesa al supermercato, beve un tè verde ai tavoli di un caffè o pranza in un ristorante.
Un buongustaio vegetariano
Il regista è vegetariano da tempo e conosciamo alcune sue preferenze in materia gastronomica. Ad esempio, un ristoratore di Pietrasanta ha parlato della passione di Cuarón per la vellutata di mais. Lui stesso, inoltre, ha menzionato in un’intervista un piatto davvero particolare, che è possibile assaporare in un ristorante sperimentale di Città del Messico: i ravioli con il mamey, un frutto stagionale.
Più internazionale di così…
Nato in Messico, una carriera iniziata nel suo Paese e sviluppatasi poi negli USA, una cittadinanza onoraria in Italia…l’internazionalità della figura di Alfonso Cuarón non finisce qui. Parla infatti anche l’esperanto, la lingua creata verso la fine dell’800 da Ludwik Lejzer Zamenhof per favorire la comunicazione tra popoli diversi con un idioma semplice.
Conoscere questi aspetti del suo percorso ci aiuta a comprendere la creatività, la perseveranza e lo sguardo internazionale del grande regista. Con quali opere ci sorprenderà ancora? I fan potrebbero fare un giro a Pietrasanta, sperando di incontrarlo e ricevere qualche anticipazione…in italiano, spagnolo, inglese o esperanto!