193 anni dalla nascita di Collodi, l’ideatore del burattino letterario più famoso
di Ugo Cirilli
Quasi due secoli fa nasceva a Firenze Carlo Lorenzini, lo scrittore che avrebbe ideato un personaggio intramontabile della narrativa per ragazzi: Pinocchio.
Il futuro autore best seller era figlio di Domenico, cuoco e Angiolina Orzali, sarta e cameriera, entrambi dipendenti dei Marchesi Ginori. Grazie all’i nteressamento dei nobili, il giovane Carlo ebbe la possibilità di studiare, sviluppando una passione per la letteratura che lo portò anche a lavorare in una libreria di Firenze. L’incontro con la cultura rappresentò per lui il trampolino di lancio verso una vita intensa, tra creatività e impegno patriottico: combatté nella Prima e nella Seconda Guerra d’Indipendenza, scrisse romanzi e articoli, fondò un giornale umoristico e collaborò con varie testate.
Proprio nel ruolo di giornalista si firmò per la prima volta con lo pseudonimo “Collodi”: era il nome della frazione di Pescia dove aveva vissuto da piccolo. Letterato assai conosciuto, chiamato nel 1868 dal Ministero della Pubblica Istruzione come curatore di un dizionario della lingua italiana, forse non immaginava che avrebbe incontrato il successo più grande grazie alla narrativa per ragazzi. Già traduttore di fiabe e autore di libri per l’infanzia, come la serie di Giannettino e il romanzo “Minuzzolo”, un giorno ebbe un’intuizione che avrebbe cambiato la sua vita: raccontare il difficile percorso della crescita, fatto di tentativi ed errori, attraverso la storia di Pinocchio, un burattino di legno che si anima e vuole diventare un bambino.
Un racconto avventuroso, che il periodico “Giornale per i bambini” iniziò a pubblicare a puntate nel 1881. Curiosamente Collodi non era molto convinto della sua idea, che trovava ingenua; pieno di dubbi, decise di concludere la narrazione con l’impiccagione del povero Pinocchio. Ma il personaggio nel frattempo aveva conquistato il cuore dei piccoli lettori, che protestarono contro quella fine inaspettata. Lo scrittore si convinse così a sviluppare la trama, impiegando due anni per arrivare alla versione attuale: il burattino, dopo una serie di fantasiose peripezie, realizza il suo sogno e si trasforma in un bambino in carne e ossa. La storia completa venne pubblicata nel 1883 nel romanzo “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”, che ebbe un successo travolgente figurando tra i libri più letti del periodo.
Carlo Lorenzini alias Collodi, ormai autore affermatissimo, divenne direttore del “Giornale per i bambini”. Purtroppo scomparve per un aneurisma nel 1890, a 64 anni, proprio nel pieno del successo. Un successo che continuò a crescere nei decenni, attraversando sempre più confini: secondo dati della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, oggi si contano oltre 260 traduzioni tra lingue e dialetti.
Oggi Pinocchio è un classico affascinante anche per i grandi, grazie al suo universo fantasioso e simbolico che emoziona e fa riflettere. La storia del burattino continua a ispirare artisti, registi e attori: al cinema è in arrivo l’attesissimo “Pinocchio” del regista Matteo Garrone. Nel ruolo di Geppetto troveremo Roberto Benigni, Gigi Proietti sarà Mangiafuoco, mentre il celebre duo del Gatto e della Volpe sarà interpretato, rispettivamente, da Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini. A Federico Ielapi la parte cruciale del celebre burattino.
In mezzo a tanto fermento creativo, la Fondazione Nazionale Carlo Collodi ha lanciato una petizione rivolta al Ministero dell’Istruzione attraverso la piattaforma Change.org: chiede che Pinocchio entri stabilmente nei programmi scolastici, per la valenza non solo letteraria ma anche formativa dell’opera. E fa notare che in alcuni Paesi la sua lettura in classe rientra nei programmi obbligatori, mentre in Italia, stranamente, no. L’iniziativa si sta avvicinando all’obiettivo previsto: raccogliere 1000 firme, un’ennesima attestazione di affetto e stima per il burattino di legno più famoso al mondo.