4 novembre 2021, il centenario in ricordo del Milite Ignoto
di Ugo Cirilli
Dopo la tragedia della prima guerra mondiale, le nazioni coinvolte sentivano il desiderio di rendere omaggio ai loro caduti. Purtroppo molti di essi erano dispersi o irriconoscibili. Nacquero quindi iniziative simboliche e monumenti dedicati ai soldati di ogni Paese deceduti nel conflitto. In Italia questo sentimento originò la celebrazione del Milite Ignoto, proposta dal colonnello Giulio Douhet: onorare solennemente la salma di uno dei tanti caduti rimasti senza nome, rendendolo il simbolo del sacrificio dell’Esercito.
Quando la proposta venne approvata con una legge, una commissione considerò undici scenari del conflitto, da Rovereto al Monte Grappa, da Cortina d’Ampezzo al Monte Ermada, individuando un caduto non identificato in ogni luogo. La scelta del simbolico Milite Ignoto fu particolarmente drammatica.
A rappresentare le madri dei caduti italiani venne chiamata la signora Maria Bergamas di Trieste, il cui figlio Antonio aveva lasciato l’esercito austriaco arruolandosi in quello italiano e morendo in battaglia. Nella Basilica di Aquileia la donna si avvicinò alle undici bare; giunta davanti alla decima non riuscì a proseguire e si accasciò gridando il nome del figlio.
Così venne scelto il decimo caduto, che fu trasportato a Roma in treno su un carro ferroviario appositamente progettato dall’architetto Guido Cirilli, con un affusto di cannone e la citazione dantesca “L’ombra sua torna ch’era dipartita” su un lato. Il convoglio ferroviario era composto anche da altri 15 carri, per raccogliere i fiori portati dalle persone durante il tragitto. Il treno procedeva lentamente sostando cinque minuti in ogni stazione, mentre una folla si inginocchiava al suo passaggio.
Il trasferimento all’Altare della Patria
Giunta a destinazione la salma del Milite Ignoto, benedetta dal vescovo, rimase fino al 4 novembre nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Venne poi trasferita all’Altare della Patria, dove l’attendevano re Vittorio Emanuele III con la famiglia reale e le principali cariche di Stato, oltre a una rappresentanza di familiari dei caduti ed ex combattenti.
L’Altare della Patria si trova al Vittoriano, il grande monumento la cui costruzione ebbe inizio nel 1885. Concepito come una colossale interpretazione del foro, l’antico punto di ritrovo urbano, il Vittoriano ha tre livelli collegati da scalinate, con un imponente portico colonnato che svetta nella parte più alta. Al centro si erge la grande statua della Dea Roma, sotto la quale si trova la tomba, sempre presidiata da due militari.
Il Centenario
Il Presidente della Repubblica rende omaggio al Milite Ignoto in tre occasioni: la Festa della Liberazione, la Festa della Repubblica e la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Quest’anno il 4 novembre si celebrano i cento anni dalla sepoltura a Roma, è stata realizzata una moneta celebrativa da parte del Poligrafico e Zecca dello Stato. Raffigura un soldato italiano che legge una lettera al fronte, opera dell’artista Silvia Petrassi. Parte della Collezione Numismatica 2021, ha valore nominale di 5 euro. Il Ministero dello Sviluppo economico ha invece emesso un francobollo celebrativo, stampato dal Poligrafico e Zecca di Stato. Da un bozzetto di Maria Carmela Perrini, raffigura l’immagine del Milite Ignoto e della Dea Roma del Vittoriano e ha una tiratura di 150.000 esemplari.
Oggetto nel tempo di sentite celebrazioni e dispute politiche, di certo la tomba del Milite Ignoto rimane un importante simbolo dell’enorme tragedia della guerra. Un monito affinché certi drammi non si ripetano mai più nella storia.